Da Eboli a Campagna

18 marzo 2020 - 9:53

L’itinerario che viene qui proposto, è una particolare traversata che parte dal borgo antico di Eboli e va a svilupparsi lungo i declivi delle pendici meridionali dei Picentini, fino a giungere nella conca del fiume Tenza ove le sue acque bagnano il vetusto abitato di Campagna.
Portandosi sul lato settentrionale a monte dell’abitato di Eboli, merita una visita il complesso conventuale di S.Pietro alli Marmi (XII secolo); vero gioiello d’arte medioevale, curato con sapiente maestria da Padre Lucio, il suo interno ci accoglie con un chiostro graziosamente maiolicato.
Una porticina sul lato meridionale permette l’accesso in una bellissima chiesa paleocristiana dedicata al culto dell’Apostolo fondatore della Chiesa: la Basilica di S. Pietro. Distribuita su tre navate, esse terminano con altrettante absidi in cui sono evidenti rare tracce di af-freschi. Gigantesche colonne sorreggono gli archi e i capitelli (tutti diversi) di pregiata scultura. Attraverso una scala, si scende alla cripta; una statua lignea raffigura il santo pellegrino Berniero, e un bassorilievo sulla parete rappresenta il nobile spagnolo che libera una fanciulla dalla presenza del demonio che le sviscera dalla bocca.
Ci incamminiamo lungo la salita che arranca alle spalle del convento. A termine di un lungo muro c’è una grande fontana dalle acque sempre fresche e abbondanti. A sinistra della fonte parte una stradina che s’inerpica, in pendente ascesa, lungo le colline di contrada Padula. Una serie di antichi casotti (serbatoi per l’acqua) posti lungo il bordo della strada determina il cammino che conduce fin su alla rupe ove sorgono (517m) i resti in muratura del complesso medioevale della Madonna del Carmine.
A quota 320m circa, a sinistra della stradina, parte una carraia che attraversa numerosi uliveti e giunge nei pressi (414m) di un incrocio. Sempre lungo le stradelle, si prende a salire verso destra (N), ove è facile incontrare, lungo la carraraia, fauna venatoria in piena libertà. Dopo ampi fazzoletti prativi si giunge presso la cappella di S.Donato che è posta al termine di un vialetto, in una radura (abbeveratoio) boscosa formata da una pineta e una querceta. La carraia continua a salire lungo un canalone per una serie di tornanti che conducono ad una spianata ove c’è il Casone (520m) di un’azienda faunistica. Sempre lungo la pista (NE), dopo poche decine di metri, si perviene (547m) ad un’Azien-da avi/faunistica che si pone su di un’ampia spianata e dalla cui terrazza si godono ampie vedute panoramiche su un paesaggio di inconsueta bellezza: ondulazioni prative ricche di pascoli; speciali zone, appositamente attrezzate con serre e recinti, in cui vengono allevate numerose specie di avifauna che poi verranno successivamente lasciate libere di muoversi all’interno di questi territori (riserva di caccia controllata); numerose cespugliaie e macchie boschive che caratterizzano valloni, radure, dorsali e pendici circostanti; declivi ammantati d’ulivo che si rincorrono fin oltre l’orizzonte perdendosi giù nella “chiana”, ove hanno inizio le lucenti serre delle colture ortofrutticole. Qui, volendo, è possibile pernottare o mettendosi anticipatamente d’accordo con i gestori dell’azienda, oppure chiedendo di poter montare la tendina e trascorrere il bivacco.
Il profumo d’erba fresca bagnata dalla rugiada del mattino, è la costante fragranza che ci accompagnerà per tutto il cammino. Strani rumori nel bosco attirano Il nostro interesse: sono il crepitio delle corna incrociate, in uno scontro (all’ultima incornata), tra due enormi bovi per il possesso e la monta di una vacca; il tutto avviene in una mandria che pascola poco più sopra delle nostre teste. Dall’Azienda, l’itinerario incontra un bivio: a destra sale una pista camionabile che conduce su ai pianori delle Pozze di S. Elmo. Il nostro cammino continua proseguendo sulla carraia a destra, mantenendosi in falsopiano e seguendo la isoipse per circa un chilometro.
Al termine della sterrata si apre una piazzola (525m) e da qui partono diverse tracce di sentiero. Si prende lungo la pista ben marcata che sale a sinistra tra ambienti selvaggi ove qualche gracchio si libra in volo disturbato, forse, dal nostro passaggio. Poco dopo il sentiero tocca il punto più alto (677m) dell’itinerario, proprio sotto la cima del monte Ripalta, e piega decisamente a S, lungo una dorsale boscosa che porta alla brulla punta di Serra Pizzuta (o Preta appizzinuta – 628m); vedute panoramiche sulla zona del medio e alto corso del fiume Sele.
Da Serra Pizzuta, una traccia di sentiero scende verso destra menandosi in un canalone: questa non va presa! Il percorso continua, invece, portandosi sul lato orientale della Serra; qui non c’è alcuna traccia di sentiero, ma solo i segni lasciati dal passaggio degli animali al pascolo. Seguendo questa direzione, alla fine della dorsale si perviene (530m) alla cappella rupestre della Madonna del Castello. Qui ora parte un sentiero ben marcato che attraversa terrazzamenti di uliveti, ancora attrezzati con le reti per la raccolta.
Dopo una serie di tornanti la pista continua a scendere fino a divenire una carraia che termina, poco più in basso (350m), su una strada interpoderale: a sinistra vi è una fontana. Si continua a scendere verso sinistra e, attraversando un’intricata serie di case sparse, cortili, aie, stalle, fienili, ed impervi incroci, l’itinerario passa in contrada S.Maria la Nova (270m). A un incrocio sulla destra, si para la Chiesa di S.Maria la Nova; qui ha vissuto S.Antonino, patrono del vicino borgo di Campagna. Dal bivio si segue la strada che devia a destra (presenza di un fontanile) e così, continuando sempre in direzione di levante, si prosegue tra ampie coltivazioni di ortaggi, vigneti e terrazzamenti ulivati. La pista passa nelle vicinanze (200m) di una serie di case coloniche e masserie (in gran parte abbandonate) sparse tra le campagne e i pendii delle montagne; questo paesaggio agreste offre un magnifico esempio di architettura rurale con ampie vedute panoramiche che si aprono tra cortili e porticati, fienili, muretti di recinzione, depositi e stalle.
Proseguendo sempre lungo la carraia, si perviene ad un bivio in vicinanza della strada asfaltata (località S.Vito). Superati il ponte sulla stretta gola, circondata da una incredibile ricchezza di selve e di verdeggianti giogaie, si piega a destra e si attraversano ancora vecchie abitazioni e terreni coltivati ad agrumi e si transita tra le prime case di Campagna (280m). A pochi chilometri fuori dal paese, in direzione NE, troviamo l’ex Convento di S.Maria d’Avigliano (540m) in cui soggiornò (nel 1442) S.Bernardino da Siena. Sede Vescovile dal 1525 presenta: l’antica Cattedrale di S. Maria della Pace (con 2 leoni romanici posti ai lati del portale) e il Convento Domenicano di S.Bartolomeo (XIII sec.).

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