Le calchére del lago di Garda

Il lago e i monti del Parco Naturale dell’Alto Garda Bresciano offrono l’occasione per scoprire un ambiente dove la natura e la mano dell'uomo hanno creato un paesaggio unico e suggestivo

20 maggio 2018 - 14:36

Il Parco Alto Garda Bresciano si estende sull’intero territorio della riviera nord-occidentale del lago di Garda attraversando i comuni che vanno da Salò a Limone.

L’area protetta, istituita nel 1989, nasce con l’obiettivo di armonizzare lo sviluppo delle comunità umane con il prezioso patrimonio naturale del lago, favorendo la conservazione dei diversi ambienti che lo costituiscono.

I suoi 38.000 ettari comprendono infatti alte montagne che si specchiano nel lago, terrazzamenti e una grande quantità di sentieri e strade panoramiche che attraversano valli e boschi. La zona è caratterizzata da una fitta rete di mulattiere, la maggior parte risalenti al periodo della Prima Guerra Mondiale, che collegano Limone con Tremosine, Tignale e la Valle di Ledro.

La bellezza della natura non è tuttavia l’unico segno distintivo di queste zone: anche la storia ha lasciato tracce ben visibili creando paesaggi molto suggestivi. È proprio in quest’area che si conservano infatti le cosiddette “calchére”, antiche fornaci che in passato venivano utilizzate per la produzione della calce.

Hanno forma di tino, la base con un diametro che varia dai 3 ai 5 metri, e un’altezza dai 2 ai 4 metri, mentre la muratura portante è costituita da pietre resistenti al fuoco: la zona dell’Alto Garda ne conta circa 170.

Esse si trovano generalmente in prossimità del greto di un fiume o di un torrente oppure lungo i pendii di una valle. In passato, le calchére erano considerate una vera e propria fonte di ricchezza, in quanto l’utilizzo della calce era molto diffuso, non solo nel campo dell’edilizia ma anche in agricoltura (per la preparazione della poltiglia bordolese) e nell’industria (per la produzione di carta paglia).

Il Museo Civico di Riva del Garda (TN) avviò nel 1990 il recupero di queste costruzioni storiche, grazie ad un progetto di valorizzazione ambientale che fu adottato successivamente anche nel Garda bresciano con l’obiettivo di creare percorsi suggestivi che, attraverso pannelli didattici, potessero condurre la gente a riscoprire le calchére restaurate.

Uno dei percorsi consigliati agli escursionisti con un po’ di esperienza e di allenamento è l’itinerario che parte da Limone sul Garda per raggiungere la baita Bonaventura, eretta nel 1975 dal Gruppo ANA (Associazione Nazionale Alpini) di Limone sui ruderi di una costruzione militare della Prima Guerra Mondiale.

Sono numerosi gli itinerari che permettono di ammirare la natura della zona e delle testimonianze storiche e di godere di viste panoramiche da cartolina.

Presso gli uffici di Informazioni Turistiche della zona è possibile farsi consigliare l’itinerario più adatto per scoprire gli affascinanti paesaggi naturali e dell’uomo, e vivere passo dopo passo la storia scritta dalla gente nella natura.

 

L’itinerario

Uno dei percorsi consigliati agli escursionisti con un po’ di esperienza e di allenamento è l’itinerario che parte da Limone sul Garda per raggiungere la baita Bonaventura, eretta nel 1975 dal Gruppo ANA (Associazione Nazionale Alpini) di Limone sui ruderi di una costruzione militare della Prima Guerra Mondiale.

Partendo da Limone, si percorre la mulattiera di ciottoli lungo la Valle del Sìngol. In questo primo tratto si trovano numerose sorgenti d’acqua e proprio qui è possibile ammirare le calchére sparse per la vallata in prossimità del torrente.

Si prosegue verso la cima della Mughéra, che gode di uno straordinario panorama sul lago e sulla penisola di Sirmione. Salendo verso la località Fortini si giungerà a destinazione.

Dalla stazione degli autobus, sulla strada Gardesana, di fronte al bar Turista, si procede lungo via Caldogno superando le località Molino e Milanesa; dopo il ponticello sul torrente, inizia la mulattiera, contrassegnata con il nr. 101.

Dopo l’erta del Murél si abbandona la mulattiera e, al bivio (m 750), si continua a destra, ancora sul nr. 101, per la baita Bonaventura Segala.

Il sentiero sale prima abbastanza deciso, poi più dolcemente, in una vegetazione piuttosto fitta; in prossimità di Cima Mughéra (m 1161), deviando provvisoriamente a destra per un centinaio di metri, si può arrivare ad un poggio, da cui si gode di uno stupendo panorama su Limone e sul lago.

Ritornati sull’itinerario, si arriva alla strada militare nr. 422 del CAI-SAT, seguendo la direzione che verso Sud porta a Passo Guìl (m 1210), dove si prende il nr. 421; dopo poco, si arriva alla baita Segala, località Fortini (m 1250).

Il ritorno a Limone può avvenire lungo altri sentieri, che portano a malga Dalò, in località Pré (sentieri nr. 120-103 lungo Val Piana e nr. 104-118-103 a Nord del dosso della Ravizzola); sempre in discesa lungo il nr. 101 si torna al punto di partenza.

 

 

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