Milano, Naviglio Grande in bicicletta: guida all’itinerario cicloturistico lungo il canale
Bicicletta e natura a due passi da Milano: il Naviglio Grande
I lavori del naviglio iniziarono nel 1172 quando parecchi uomini, con la nuda forza delle braccia e il soloausilio di picconi, incominciarono gli scavi.
Il Naviglio Grande con le sue piste ciclabili collega la città di Milano con il Parco del Ticino.
Verso la fine degli anni ottanta la realizzazione di queste piste lungo l’alzaia è stato uno dei primi obiettivi del Parco.
Negli successivi sono state poi rinfoltite le zone boscose limitrofe, sono stati installati tabelloni didattici, create aree di sosta e posizionati cartelli segnaletici.
Oggi il “Grande” ritorna al passato e rinasce con la navigazione turistica e i vari approdi che consentono l’imbarco nei paesi che attraversa.
Partenza dalla Darsena di Porta Ticinese
Si iniziadalla Darsena di Porta Ticinese, lungo l’alzaia, fiancheggiando i locali della vita notturna per superare il trafficato ponte e prendere la sponda destra.
Si pedala attraverso Corsico, Trezzano e Buccinasco sino a Gaggiano, ove le case colorate si specchiano nelle acque immettendoci in un ambiente agricolo che ci accompagnerà sino a Castelletto di Abbiategrasso: qui inizia il tratto più bello nel Parco.
Giunti a Cassinetta di Lugagnano spicca la cinquecentesca villa Visconti Maineri, e, sul lato opposto, la villa Krentzlin e la statua di S. Carlo.
Si prosegue sino a Robecco, in vista dell’imbarcadero della Sirenella di Gromo di Ternengo, di villa Gandini, del ponte pedonale e dei torrioni di villa Archinto.
Pedalando per alcuni minuti si attraversa il ponte di Robecco e, subito a destra, si prosegue sull’alzaia fino al Ponte Vecchio di Magenta dove, nella villa Castiglioni, è situata la sede del Parco.
Superato il ponte, subito sulla sinistra dopo Ponte Nuovo di Magenta si giunge al paesino di Boffalora Sopra Ticino, il cui centro storico è adagiato sul Naviglio.
Natura incontaminata a due passi da Milano
Poco dopo arriviamo a Bernate Ticino, dove spicca la canonica di S. Giorgio, costruita probabilmente tra il 1450 e il 1500. Sulla destra si vede uno dei tratti più caratteristici, con le abitazioni che lambiscono le acque.
Spunta la sagoma della torre della cava di Rubone: siamo in vista di Castelletto di Cuggiono, dominato da villa Clerici, dalle due torrette e dalla maestosa scalinata che arriva al Naviglio.
Contiguo alla villa si nota il vecchio lavatoio che Ermanno Olmi utilizzò come imbarcadero nel film “L’albero degli zoccoli”.
Superato l’antico approdo di una cava, con ancora i vecchi barconi, si prosegue in una zona di vegetazione molto folta. Superate case e cascine si giunge alla centrale elettrica di Turbigo.
Si continua sulle alzaie fino alle rive del canale che risale sino a Nosate e, dopo uno sterrato, a Tornavento.
Il momento di massimo splendore del Naviglio Grande coincise con la costruzione del Duomo di Milano.
Per quasi cinque secoli, dal 1386 al 1913, sulle sue acque si effettuò il trasporto dei marmi per la fabbrica del Duomo.
Dalle cave di Candoglia, presso il lago Maggiore, su tipici barconi i marmi giungevano alla darsena di Porta Ticinese e, quindi, al centro di Milano. Al ritorno risalivano la corrente in lunghi convogli trainati da cavalli e, più recentemente, da trattori.
Informazioni utili:
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