20 maggio 2018 - 14:44

Si è liberi in ambienti che non hanno confini di tempo e di spazio, immersi in una natura che avvolge con un abbraccio di profumi ed essenze aromatiche, di paesaggi e dipanorami che rendono eterni i luoghi attraversati.

Gli incontri con la semplice cultura locale e di autentiche sorprese offerte da una cultura agreste in cui il semplice gusto della vita può ancora trovarsi dietro l’angolo di casa, o all’ombra di un castagno, oppure riflesso in un ruscello montano.

Le pendici del Monte Stella, ora sterili, aspre e scoscese, ora dolci, ricche di verde e feconde, sono disseminate dai villaggi più antichi del Cilento.

Luoghi in cui si evidenziano, qui più che altrove, le straordinarie virtù di popolazioni che continuano a tramandare, con piglio e accanimento, i fasti di un glorioso passato e di un vissuto rurale che cerca ostinatamente di resistere all’inesorabile scorrere del tempo.

La vegetazione collinare presenta castagneti che, coprendo i versanti nordorientali, si alternano ai boschi in cui predominano querce, aceri, cerri, ornielli, carpini, ontani, lecci e sorbi.

 

L’itinerario: il Monte Stella

Dall’area attrezzata Acqua del Ceraso (m 600) parte questo itinerario ben indicato dalla segnaletica. Si prosegue per la traccia di un sentiero che sale in un bosco di castagno per guadagnare un’ampia balconata panoramica, fino a giungere in cresta.

Si continua camminando sempre sul crinale, lungo un sentiero dai tratti rocciosi, che in breve porta (m 1025) alla base dei resti dell’antico sito detto Castelluccio che probabilmente era parte dell’antica fortificazione longobarda extra-moenia a difesa della città di Cis-Ælentum, eretta sulle rovine di Lucania, che sorgeva in cima al monte.

Si prosegue lungo l’orlo della falesia in leggero falsopiano poi, all’altezza di una recinzione, la traccia del sentiero comincia a salire inerpicandosi tra la boscaglia a sinistra e le ampie vallate sulla destra.

Giunti presso un bivio (m 1000), alcuni cumuli di pietre accatastati (omini segnavia) determinano l’indicazione che sale a sinistra.

Superati una staccionata in legno, in leggera salita si attraversa un’ampia radura di felci; la pista passa accanto a una grossa pietra isolata (detta “mulacchia”).

Continuando ancora per il crinale si giunge al pianoro sommitale; superato quest’ultimo la traccia si allarga e in pochi minuti sale in direzione della cima della montagna.

L’itinerario raggiunge la vetta da cui si erge (m 1130) la cappella dedita al culto della Madonna della Stella, meta di tradizionali processioni delle congreghe che dai borghi ai piedi della montagna, ogni Venerdì Santo, ascendono fin quassù a testimonianza di antichi pellegrinaggi; ovunque lo sguardo spazia su orizzonti ed ampi panorami.

Informazioni utili:

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