Una vista delle Pale di San Martino
In un mare tranquillo e poco profondo enormi colonie di microrganismi marini si moltiplicarono fino a costruire scogliere di oltre mille metri d’altezza.
Dopo l’emersione, queste barriere calcaree furono modellate dagli agenti atmosferici fino a definire le forme aguzze e tormentate che oggi caratterizzano il panorama.
Si sale con gli impianti Colverde-Rosetta, e dalla stazione a monte in breve si raggiunge il Rifugio Pedrotti alla Rosetta (2581 m), crocevia dei numerosi itinerari che attraversano l’altopiano delle Pale.
Un grande “deserto” di roccia che si estende per ben 50 chilometri quadrati. In direzione sud, sul sentiero 708-709, con vari saliscendi si arriva al Passo Pradidali Basso (2658 m), quindi fino al ghiacciaio della Fradusta e al lago che è alla base.
Durante tutta la traversata sono visibili a est numerosi gruppi dolomitici quali il Civetta, l’Antelao, le Tofane, il Pelmo, mentre il lato nord è costituito dalla catena settentrionale delle Pale, con le sue cime più alte: il Cimon, la Vezzana, i Bureloni, il Focobon, Campìdo e le alte vallate dei Cantoni, delle Galline, delle Comele, di Val Strutt e di Valgrande.
Il ghiacciaio della Fradusta ha subito negli ultimi anni un’impressionante riduzione, ma offre ancora un notevole fascino nel contrasto con la morena circostante e con le ondulazioni rocciose dell’altopiano.
Da qui, su tracce di sentiero, si raggiunge il segnavia 707 della forcella del Miel, e seguendolo si ritorna al Rifugio Rosetta (Tel. 0439.68249/68308) e alla funivia.