La riviera jonica è caratterizzata da lunghe spiagge di sabbia dorata, bagnate da un mare cristallino. Sui trentacinque chilometri di costa è una dominante a tre colori: il blu dell’acqua e del cielo, il giallo dorato della sabbia e il verde intenso della selvaggia macchia mediterranea che in molti casi arriva quasi a lambire le onde.
La costa jonica è un’area caratterizzata da ecosistemi di grande ricchezza, che diventano l’habitat ideale per moltissime specie di uccelli tra cui gru, fenicotteri, cicogne e gallinelle d’acqua. In questa piccolo spazio sfociano cinque fiumi, i quali vanno a creare un’area umida che è un vero paradiso per gli amanti del birdwatching.
Presso la foce del fiume Sinni, è stata istituita anche l’oasi WWF del Bosco Pantano di Policoro, testimonianza di un’antichissima foresta planiziaria di latifoglie che un tempo ricopriva la costa.
Spostiamoci a ovest, incastonato fra tre parchi nazionali, il piccolo fazzoletto di terra lucana che si affaccia sul Mar Tirreno ha un aspetto totalmente differente rispetto alla porzione di costa jonica.
Al posto della sabbia fine, alte scogliere si stagliano sul mare cristallino e piccole calette incastrate nei risvolti rocciosi si arricchiscono di una folta vegetazione tipicamente mediterranea. Alcuni anfratti sono raggiungibili solo dopo aver attraversato ripidi sentieri, contornati da ginestre, fiordalisi, orchidee e fichi d’india.
Maratea è il capoluogo della Lucania tirrenica, una terrazza sul mare immersa nel verde, costruita in una posizione che la preservasse dagli attacchi dei saraceni. Il suo centro è un dedalo di viuzze e stradine che d’estate si animano con mostre, concerti e manifestazioni. Forte di una “flotta” di ben 44 edifici religiosi sparsi per il suo territorio, la cittadina è per questo motivo chiamata “la città delle 44 chiese”.
Tra tutte si distingue per bellezza la basilica di San Biagio, costruita in punta a un promontorio panoramico, sulle vestigia di un antico tempio pagano. Appena al di sopra della basilica svetta la gigantesca statua del Redentore, versione lucana del più famoso Cristo di Rio de Janeiro, alta 22 metri e larga 19.
Testo di Marco Carlone, foto di Archivio Regione Basilicata