Dopo una robusta colazione indonesiana partiamo per la nostra prossima meta: il Jieng Plateau, una delle zone meno abitate dell’isola di Java.
Il viaggio è lungo ma il paesaggio che mi godo dal finestrino fa scorrere veloce il tempo; i caotici villaggi indonesiani lasciano spazio a enormi piantagioni di caffè e sullo sfondo incomincio a intravedere l’imponente sagoma del Vulcano Kawa Jien.
Il suo cratere contiene al suo interno uno dei più estesi laghi acidi del mondo. Dentro il vulcano si ammira un’esplosione di colori che lascia senza parole: le acque verde smeraldo del lago e il giallo dei grossi depositi di zolfo situati sui fianchi della caldera creano contrasti cromatici irreali.
Lungo il tragitto incontriamo uomini e donne che portano enormi carichi di zolfo sulle spalle; avevo visto diversi servizi su questi portatori che per poche rupie portano fino a 90 chili di zolfo per 20 chilometri.
I più robusti riescono a fare questo tragitto anche 2-3 volte al giorno, ma a causa degli sforzi sovraumani e dei gas acidi che respirano giornalmente la vita media di questa gente è di soli 35-40 anni.
I portatori di zolfo del Kawa Jien
Una tazza del famoso caffè di Java e siamo pronti per riprendere il nostro frenetico viaggio: dalla base del vulcano una strada ripida e tortuosa ci porta dritto in picchiata nella parte più meridionale di Java e finalmente dopo giorni tra templi, città caotiche, foreste e vulcani vediamo l’oceano davanti a noi!
Dedichiamo l’ultimo giorno nell’isola di Java alla scoperta del parco nazionale di Baluran: il paesaggio è totalmente diverso da tutti gli altri vulcani visti in precedenza, sembra di essere nella savana africana.
Il grosso cono spento del vulcano Baluran sullo sfondo, la steppa abitata da colonie di cobra, i rifugi del famoso cervo di Baluran e numerosi specie volatili sono le particolarità di questo magnifico parco.
Dopo qualche ora di cammino arriviamo in una piccola spiaggia abitata da una grossa colonia di scimmie, e finalmente possiamo fare il nostro primo tuffo dentro l’Oceano Indiano, dove scopriamo un altro mondo in “multicolor”: enormi distese di corallo e pesci di ogni foggia e colore!
Sul traghetto che ci porterà nell’isola di Bali la mia mente vaga e penso ai momenti più belli di questa prima parte del viaggio: ai templi nascosti nella foresta, agli imponenti e fumanti vulcani, ma quello che mi rimane più impresso, come capita spesso nei miei viaggi, è il lato umano.
Camminando nel parco di Baluran
Uno dei motti indonesiani è “Bhinneka Tunggal Ika”, che vuol dire “uniti nella diversità”: infatti, pur essendo il più grande paese musulmano al mondo, al suo interno riescono a convivere pacificamente culture e religioni differenti.
La popolazione indonesiana, e soprattutto quella Javanese, è di una gentilezza imbarazzante, ogni persona è sempre pronta a darti indicazioni e consigli senza mai chiedere nulla in cambio e soprattutto sempre pronta a regalarti un sorriso.
Kawa Ijen: situato nella bellissima zona di Ijen Plateau (dove si trovano le più grosse piantagioni di caffè del paese); all’interno del cratere si trova uno del laghi acidi più grandi al mondo.
Colori scintillanti sul Kawa Jien
La cima (2368 metri) si raggiunge in circa 1 ora e mezza dalla stazione del parco di Pos Paltuding; da qui un ripido sentierino porta fino al lago acido e ai grossi depositi di zolfo, lunga la discesa bisogna prestare molta attenzione ai forti gas sulfurei (dislivello 800 metri, 3 ore circa il percorso completo.
Trasporti: Sempol, ultimo centro abitato prima del vulcano, è difficilmente raggiungibile con mezzi pubblici, mentre è facile trovare minibus privati da Bondowoso o Banyuwangi).
Baluran: Il parco nazionale di Baluran dove si trova l’omonimo cratere ospita una serie estramemente varia di ecosistemi, nella vasta savana si trovano il cervo di Timor, scimmie, cinghiali, leopardi, cobra e una bella barriera corallina.
Dentro il parco si trovano semplici bungalow dove si puo pernottare. Trasporti: da Banyuwangi il parco si può raggiungere in soli 30 minuti con mezzi pubblici o privati.
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