Nuovo PNRR, il turismo sostenibile e la mobilità attiva
Il piano Next Generation EU ha nella rivoluzione verde e nella sostenibilità due importanti pilastri, che devono essere presenti anche nei piani di investimento dei singolistati membri.
Nell’ultima bozza del Piano Nazionale di Resistenza e Resilienza che il Governo ha presentato a gennaio al Parlamento sono presenti diverse e importanti voci su questo tema.
Guardando le singole misure manca però ancora un sufficiente livello di approfondimento e di organicità nelle proposte.
In particolare per quanto riguarda la mobilità attiva e il turismo sostenibile, temi invece fondamentali per una conversione ecologica del paese.
Il piano italiano è articolato in 6 missioni principali, ciascuna delle quali è ramificata in 16 componenti, a loro volta dettagliate in 48 linee di intervento.
A livello generale appare immediatamente chiara l’impronta green del progetto, già a livello di misure generali infatti sono chiaramente indicati gli obiettivi della rivoluzione verde e della transizione ecologica (Misura n. 2) e delle infrastrutture per una mobilità sostenibile (Misura n. 3).
Gli obiettivi sembrano chiari e in linea con le indicazioni fornite dall’Unione Europea, che impongono che circa il 30% delle risorse del Recovery Plan siano impiegate per il green new deal e per la sostenibilità.
Mancano ancora dettagli e organicità
Le prime problematiche nascono quando si inizia a scendere nel dettaglio del P.N.R.R. e si analizzano le misure più specifiche che dovrebbero prevedere le azioni necessarie a raggiungere gli obiettivi.
I problemi maggiori sono la mancanza di un sufficiente livello di dettaglio e soprattutto un quadro poco organico, proprio in ambito di mobilità attiva e di turismo sostenibile.
Si parla degli investimenti in ciclovie e greenways, dello sviluppo dei cammini storici e del turismo sostenibile, si parla dei borghi e del loro ruolo per la rinascita delle aree interne, ma le azioni sono presenti in parti diverse del documento senza che siano previsti progetti tra loro coordinati.
Analizzando nello specifico le diverse misure notiamo che nella numero 1, dedicata alla digitalizzazione, all’innovazione, alla competitività e alla cultura, si trovano le indicazioni sugli interventi necessari al rilancio del turismo sostenibile e allo sviluppo dei territori rurali.
Il turismo sostenibile ed esperienziale però è strettamente collegato allo sviluppo di ciclovie turistiche, questa voce però è presente nella Missione 2, che riguarda la transizione ecologica e la rivoluzione verde.
In questa parte del piano è stabilita la necessità di creare un Piano Nazionale Ciclovie che preveda la manutenzione delle attuali reti ciclabili e la creazione di percorsi e infrastrutture ciclopedonali urbane ed extraurbane.
Inoltre, sempre in questa Componente, è previsto il rafforzamento del trasporto ferroviario locale.
Per trovare le disposizioni programmatiche sul turismo legato ai borghi, alla cultura e al mondo dei cammini, bisogna tornare a leggere la Missione 1. La terza Componente cita infatti un obiettivo fondamentale per la sostenibilità del turismo, ovvero la promozione di forme di turismo lento e sostenibile, attraverso anche un vero e proprio Piano dei Cammini.
Le azioni dedicate allo sviluppo delle infrastrutture per una mobilità sostenibile sono elencate invece nella Missione 3. Qui però non trova spazio il mondo delle ciclovie e del trasporto locale, ma gran parte degli interventi sono legati all’alta velocità e al trasporto marittimo e aereo.
Più spazio per la mobilità attiva e il turismo sostenibile, ma tutto è ancora troppo generale
Tutti gli interventi, che abbiamo rapidamente elencato, vanno sicuramente nella giusta direzione, rispetto alle prime bozze è stato dato più spazio al turismo lento e sostenibile, al mondo dei cammini e delle ciclovie, ma ci sono ancora dei miglioramenti da fare.
Le misure però sono ancora poco approfondite e, soprattutto, non hanno una sistemazione organica, troppi temi strettamente collegati tra loro sono invece trattati in parti diverse del piano.
Le associazioni ambientaliste, che hanno incontrato il Presidente Draghi durante le consultazioni, hanno accolto con favore la bozza di P.N.R.R. ma hanno evidenziato però la necessità di una revisione della struttura del piano.
Gli interventi sulla mobilità attiva, il turismo sostenibile e il trasporto ferroviario locale devono essere tra loro collegati e coordinati, altrimenti il rischio è che non si riescano a concretizzare i progetti messi su carta.
Il Premier Draghi, nel discorso di presentazione del programma di Governo al Parlamento, ha già espresso però la necessità di lavorare immediatamente al Recovery Plan italiano per migliorare gli aspetti che ancora non vanno e per dare maggiore concretezza alle azioni previste.