La cresta delle montagne nel Corno alle Scale. Foto Getty Images/ Francesco Bassanelli
Sull’Appennino bolognese i volontari del C.A.I., insieme all’Unione Appennino Bolognese, un gruppo di 24 comuni dell’area metropolitana di Bologna, stanno realizzando un trekking di ben 175 chilometri che ripercorre il fronte della Linea Gotica che attraversava proprio queste montagne.
Una linea fortificata costruita nella seconda guerra mondiale dai tedeschi durante la ritirata verso nord, quando decisero di utilizzare queste vette appenniniche come naturale barriera per bloccare l’avanzata degli alleati.
Dieci tappe che congiungono il Lago Scaffaiolo, nel parco regionale del Corno delle Scale, con Borgo Tossignano, piccolo paese nell’imolese.
Un lungo trekking che, attraverso le aree Naturali del Corno delle Scale, della Vena del Gesso e delle vette dell’Appennino, consentirà di immergersi nella storia che ha segnato queste vallate.
Un progetto finanziato dal G.A.L. Appennino Bolognese, che vede la luce dopo più di vent’anni dalla sua ideazione. La fase operativa prevede la realizzazione di segnaletica dedicata, di collegamenti tra gli itinerari esistenti e di bretelle di raccordo con i comuni che si trovano a valle.
Infatti sono già molti i percorsi che seguono le trincee e le linee di fortificazione nell’Appennino, da molti anni infatti i sentieri della pace richiamano turisti e viaggiatori da tutta Italia, ma ancora mancava il progetto di un grande trekking che unisse tutti i territori attraversati dalla Linea Gotica.
Quando gli Alleati prendono Roma nel 1943 e iniziano la loro marcia di liberazione dell’Italia, le truppe naziste arretrano verso nord, perdendo sempre più terreno. Gli ordini sono però di resistere all’avanzata, ma è impossibile farlo in campo aperto.
L’unica possibilità è sfruttare quella barriera di montagne che parte dalle Alpi Apuane, in Toscana, prosegue con l’Appennino Tosco-Emiliano e si conclude in prossimità dell’Adriatico, nell’Appennino Bolognese.
Su queste vette vengono scavate trincee, costruite fortificazioni, bunker e installate postazioni di artiglieria. Una lunga linea che taglia in due l’Italia e diventa il cuore della battaglia tra Alleati e nazi-fascisti, una frattura che dal Tirreno arriva fino all’Adriatico, in cui si concentrano gli scontri per lunghi mesi.
In questo periodo i soldati di entrambi gli schieramenti creano centinaia di sentieri per raggiungere le fortificazioni e le linee di combattimento, sentieri di battaglia che oggi sono testimonianze di un passato da non ripetere.
I mesi di logoranti battaglie rendono le truppe in ritirata ancora più violente, decine sono stati gli episodi di sangue che hanno segnato queste vallate, culminati in veri e propri eccidi che ancora oggi risuonano nella memoria delle popolazioni: Sant’Anna di Stazzema, Marzabotto e molti altri episodi di atroce violenza.
L’importanza di non dimenticare quel passato ha motivato le comunità locali a valorizzare tutti quegli itinerari che seguono le orme dei soldati che li hanno calpestati ottant’anni fa.
Un ruolo essenziale nell’ideazione e realizzazione del progetto lo ha Vito Paticchia, socio C.A.I. e promotore dell’iniziativa, che al Resto del Carlino ha dichiarato “gran parte del percorso segue gli itinerari che già sono stati valorizzati negli anni passati, il lavoro adesso sta nel collegamento di questi tracciati e nella installazione di una segnaletica dedicata.”
Sulle tempistiche per la fine dei lavori ha poi aggiunto “Considerati i ritardi per il Covid, penso che riusciremo a inaugurarlo ufficialmente il prossimo anno con un cammino collettivo di dieci giorni”.
Il trekking della Linea Gotica diventerà un importante presidio di memoria storica, un sentiero che attraversa delle aree naturalistiche di grande valore paesaggistico, ma che permetterà di riscoprire i segni di una guerra che tanto ha ferito queste località e l’Italia intera.
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