19 marzo 2020 - 13:58

La magia dell’autunno sta proprio nel suo costante divenire

Per gli appassionati di trekking e fotografia naturalistica il congedo della bella stagione mostra una esplosione di colori caldi e forti. Affidiamo pertanto agli alberi una sorprendente chiave di lettura cromatica, giocando con i colori e la fantasia.

Da un punto di vista fotografico, l’autunno è una stagione particolare, non solo per i magnifici colori degli alberi, ma anche per la tipologia della luce: dura, bassa e radente.

Questo tipo di luce rende evidente la materia e la forma degli oggetti.

Il suo opposto è la luce diffusa, quella delle giornate nuvolose, con il sole velato, quando le ombre sono pressoché assenti e consentono ottimi scatti di ritratto, con illuminazione naturale, senza la comparsa di ombre antiestetiche sotto le arcate sopracciliari e nei dintorni del naso.

Un’ombra lunga, invece, è una delle caratteristiche primarie della luce autunnale, nelle giornate soleggiate. Scattare immagini di paesaggio in autunno, soprattutto negli orari precedenti il tramonto o seguenti l’alba, significa avere foto molto definite, con i vari elementi molto nitidi.

Casa Tassara, presso il Passo del Faiallo, vestita dalla magica luce dell’autunno (Ph Enrico Bottino)

Il soggetto principale per chi cammina in montagna, in autunno, è il bosco, nelle sue varie sfaccettature. È semplice considerare gli alberi come il punto d’interesse principale, ma anche i particolari, come foglie e cortecce, diventano soggetti interessanti.

Nelle giornate di sole, essendo la luce forte e intensa, è necessario prestare particolare attenzione alle inquadrature che comprendono il sole, in quanto, spesso, si può incorrere in una sottoesposizione. Si può sovraesporre, quindi, leggermente in ripresa, oppure correggere l’esposizione in post produzione, soprattutto se si scatta utilizzando il formato raw.

Attenzione a non schiarire, però, eccessivamente l’ombra, ottenendo poi immagini piatte, eliminando la contrapposizione luce e ombra, molto descrittiva della stagione.

Ph Cesare Re

Oltre a immagini di alberi singoli, i tipici larici e faggi di montagna, non sono da sottovalutare le foto d’insieme, dove si comprendono, in inquadratura, molte parti di bosco. La maggior difficoltà in queste immagini consiste nella misurazione dell’esposizione, vista la presenza di luci e ombre.

In questo tipo di foto, si misura l’esposizione sulle alte luci, ovvero sulle parti più luminose dell’immagine. Avremo così le parti illuminate ben esposte e le ombre, a volte, un po’ più scure e sature, a volte addirittura nere.

Un’idea per foto diverse? Metersi radenti al terreno e usare un grandangolo abbastanza spinto (Ph Enrico Bottino)

In post, sarà poi possibile schiarirle a piacere, a seconda del risultato che si desidera ottenere; scattando in raw sarà possibile aprire le ombre anche di due stop. Per finire, non sono da sottovalutare neanche giornate nuvolose, magari con un po’ di nebbia, un altro elemento caratteristico e peculiare dell’autunno.

Atmosfere autunnali (Ph Cesare Re)

La luce dura dell’autunno: approfondimenti

Autunno a parte, gli alberi sono soggetti che stimolano sempre la creatività del fotografo. Nuove idee, nuove tecniche fotografiche, nuove situazioni di luce: in questo articolo brevi suggerimenti per trovare le situazioni ambientali più interessanti per fotografare i boschi.

Fotografare gli alberi

Durante la stagione autunnale la luce è molto incisa e dura. Anche in questo servizio il fotografo professionista Cesare Re rivela qualche malizia per immortalare i larici nella loro stupenda veste autunnale.

Fotografare i larici

In genere a inizio novembre le faggete offrono bellissimi colori, pertanto ci concentriamo anche sul faggio, uno degli alberi più eleganti e slanciati, dominatore del piano montano dagli 800 metri slm a quote superiori.

Fotografare i faggi

 

Foliage in Val Sorba (Ph Cesare Re)

 

Testo e foto di Cesare Re

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