Fibre artificiali e sintetiche: le micro-fibre per i capi tecnici outdoor

19 marzo 2020 - 15:25

La ricerca scientifica e il progresso tecnologico hanno consentito l’evoluzione delle fibre tessili con l’immissione di quelle artificiali e sintetiche. Prendiamo in esame le micro-fibre dal diametro di pochi micron.

Traspirabilità, impermeabilità all’acqua e al vento sono caratteristiche di un capo tecnico che si possono ottenere dall’unione di membrane microporose (Gore-Tex, Powertex, H2No, DryVent, OutDry, Windstopper, eVent, ecc) laminate al tessuto tessile naturale, artificiale o sintetico di supporto.

Le stesse caratteristiche, seppure con performance diverse per gli indumenti trattati, si possono ottenere spalmando sui tessuti un rivestimento sintetico di natura polimerica (PVC o PVU).

Terza e ultima possibilità per ottenere nei capi tecnici traspirazione e idrorepellenza è data non da una membrana ultrasottile ma dalla compattezza di micro-fibre dal diametro di pochi micron (ottenuti da poliammidi o poliesteri), ad alta densità, che esercitano un’azione puramente tessile. Sono filati morbidi, leggeri che non trattengono l’umidità e permettono la traspirazione.

Un esempio di fibre artificiali è dato dal PrimaLoft, l’alcantara, il tactel, ma non solo.

 

Fibre artificiali: il PrimaLoft®

Questa micro-fibra di poliestere, piccola quanto una frazione del diametro di un capello, nata negli Stati Uniti negli anni ’80, è altamente isolante – anche quando piove è idrorepellente – e consente al corpo di mantenere il proprio calore anche in assenza di attività aerobica.

Per questo motivo il PrimaLoft® viene utilizzato come imbottitura nei gusci, sacchi a pelo, calzature e guanti di Salewa, Adidas, PeakPerformance, The North Face, Odlo, Dainese e altri produttori terzi che hanno sviluppato una partnership con PrimaLoft per avvantaggiarsi di questa tecnologia. È una scelta ideale in caso di basse temperature. 

Altro beneficio che arriva dal PrimaLoft® per le nostre escursioni invernali è la leggerezza e morbidezza: non è azzardato affermare che questa nuova alternativa sintetica imita la sofficità e la comprimibilità della piuma d’oca.

Inoltre, grazie ad una eccellente comprimibilità, gli indumenti che adottano il PrimaLoft® per le lunghe escursioni invernali si prestano ad essere riposti senza problemi in uno zaino poco capiente. Minimo ingombro, minimo peso, massimo risultato!

A ciò si aggiunge la resistenza al vento, superiore alla piuma d’oca che è il materiale che più somiglia al PrimaLoft Sport. Ormai abbiamo instillato sufficiente curiosità per scoprire i segreti di questa microfibra sintetica ultra-sottile e multi-diametro, che crea una struttura eccezionalmente morbida e resistente all’acqua.

Il PrimaLoft® è tessuto sintetico che esercita esclusivamente un’azione fisica, ma vediamo come funziona: il PrimaLoft® sfrutta il principio che non c’è maggior isolante dell’aria, quindi la densità delle sue fibre ultra-sottili creano una tensione superficiale compatta, formata da sacche d’aria che intrappolano il calore e lasciano all’esterno il freddo.

Nemmeno l’acqua può intaccare questa struttura perfetta, anzi, l’altro pregio del PrimaLoft® è quello di mantenere l’imbottitura asciutta e conservare intatto il proprio potere isolante anche in caso di pioggia: conserva il 98% del proprio calore anche se bagnato.

Naturalmente,  la struttura del capo tecnico deve essere adeguata alle prerogative di questa magica micro-fibra: finiture e cerniere devono essere idrorepellenti.

Per finire, particolare non certo trascurabile legandosi a indumenti specifici per attività intensa e prolungata come l’escursionismo, il tessuto in PrimaLoft® è traspirante, questo agevola la diffusione del vapore acqueo dall’interno verso l’esterno.

In base alle esigenze di utilizzo si possono scegliere diversi tipi di PrimaLoft®: se vogliamo un prodotto traspirante e impermeabile, ma anche leggero e comprimibile scegliamo Primaloft® Infinity.

Se vogliamo spingerci oltre, desiderando un capo di maggiore leggerezza, traspirazione e velocità di asciugatura allo ci viene in soccorso il Primaloft® Sport.

Di questo tessuto abbiamo anche una versione d’imbottitura ecologica (PrimaLoft® Gold Insulation Eco) ed una che predilige una maggiore vestibilità (Silver Insulation Hi-Loft) grazie a ultra fibre di due diverse dimensioni: un tipo per offrire efficacia termica e comprimibilità (se bagnata conserva l’85% del proprio potere isolante anziché il 98%), la seconda per aumentare la morbidezza.

 

Fibre artificiali: Polarlite

Polarlite è un tipo di pile sintetico sviluppato da SALEWA®, leggero e facilmente comprimibile nello zaino. Questa microfibra sintetica garantisce un isolamento eccezionale, allontanando l’umidità e conservando il corpo caldo.

Salewa integra Polarlite nelle giacche in felpa, come fodera interna per le giacche soft-shell e hard-shell, anche come intimo perché grazie alla sua morbidezza può essere indossato direttamente sulla pelle. Questa micro fibra è anche leggera e veloce da asciugare.

 

Fibre artificiali: Schoeller

Lo Scholler è costituito da fibre sintetiche che trasmettono una elevata e permanente elasticità, un alto livello di comfort, resistenza agli strappi e all’usura, pregi che lo rendono adatto soprattutto nella scelta dei pantaloni, grazie anche al fatto di essere accogliente e morbido sulla pelle. Questo tessuto elastico, idrorepellente e anti-vento consente comunque anche uno scambio d’aria dinamico abbastanza buono dall’interno verso l’esterno.

 

Fibre artificiali: Polartec®

Il capo di abbigliamento più famoso al mondo realizzato con tessuto sintetico Polartec – costituito da un filo di poliestere continuo arricciato con un procedimento che ne determina alcuni vantaggi particolari – è il  pile per le più svariate esigenze e per ogni stagione.

Il pile è leggero, tiene caldo anche se bagnato, si asciuga molto più rapidamente rispetto a qualsiasi fibra naturale, quindi è un capo tecnico per tutte le evenienze, che va bene sia in inverno sia in primavera, differenziandosi per la maggiore o minore protezione dal freddo (protezione 100 per la primavera, protezione 300 per temperature più rigide).

Questi sono prodotti che garantiscono impermeabilità,  protezione e isolamento termico, pur conservando un buon livello di traspirabilità. È utilizzato per maglie, berretti, guanti e interno di giacche pesanti.

Polartec da qualche anno offre anche tessuti laminati per capi d’abbigliamento diversi: Soft Shells, più leggeri e traspiranti ma meno protetti dall’acqua, oppure Hard Shells con la perfetta protezione dalle intemperie, resistenza al vento e all’acqua. In particolare Polartec® NeoShell® ha il suo punto di forza nella eccezionale traspirabilità!

Infatti, mentre gli strati shell tradizionali richiedono la formazione di calore e di pressione all’interno dell’indumento per attivare il funzionamento della membrana, Polartec® NeoShell® traspira attivamente, grazie a una membrana realizzata con fibre pari a un micron.

Nell’ambito dei tessuti Polartec si hanno differenti gradi di impermeabilità, protezione, isolamento termico e livello di traspirabilità. Volendo diversificare possiamo fare questa suddivisione:

  • Polartec® NeoShell® per tessuti Hard Shells adatti per i mesi invernali;
  • Polartec Power Shield® per tessuti Soft Shells adatti anche per i mesi primaverili – estivi o per attività intense.
  • Polartec Power Shield® Pro sviluppato per offrire una maggiore resistenza all’acqua.

Nylon

Questa fibra sintetica che appartiene alla famiglia dei polimeri sintetici, usata in combinazione con altri tessuti naturali o sintetici trasmette leggerezza, elasticità e al tempo stesso resistenza meccanica all’abrasione e agli strappi; inoltre, seppure in forma ridotta rispetto ad altre membrane tecniche, è idrorepellente, anti-vento e asciuga rapidamente.

La poliammide sintetica ha però il difetto di non essere traspirante, di avere scarsa capacità termoisolante e non è indicato per attività intense che provocano emissione di tanto sudore perché la sua bassa capacità di assorbimento dell’acqua rende i tessuti umidi e inadatti per capi tecnici estivi.

Il Nylon possiamo definirlo il capostipite delle fibre sintetiche: il suo filo, sottile e morbido al tatto, venne ottenuto per la prima volta nel 1935 dalla multinazionale Du Pont come valida alternativa alla seta.

Ufficialmente denominato Nylon tre anni dopo, venne introdotto sul mercato e apprezzato dalle donne per fini estetici (basta nominare le collant…); solo durante il conflitto bellico la produzione venne dirottata per la tessitura dei paracaduti dei soldati americani.

Oggi il Nylon, onnipresente nella maggior parte degli abiti, con le sue varie declinazioni ha monopolizzato l’industria tessile perché abbinato ad altre fibre naturali o sintetiche (classico il connubio nylon-elestan).

In linea generale, per i motivi specificati a inizio testo, il nylon non è indicato per attività intense che provocano emissione di tanto sudore.

Le caratteristiche della Poliammide dipendono comunque da diversi fattori: spessore del materiale, lavorazione e modalità di tessitura, abbinamento ad altre fibre.

Dal punto di vista ecologico va detto che la produzione di Nylon crea ossido di azoto, un gas a effetto serra 310 volte più potente dell’anidride carbonica.

Segnaliamo però l’Econyl, un poliammide ecologico ottenuto dagli scarti dell’industria tessile, oppure l’italianissimo NewLife di nuova generazione, ottenuto dal riciclo delle bottiglie di plastica.

Polipropilene

Questa fibra mantiene la temperatura corporea, ma soprattutto allontana il sudore dalla pelle, mantenendola asciutta, grazie al principio idrofugo che impedisce al tessuto di assorbire liquidi e umidità, trasferendoli invece verso l’esterno.

Questo principio funziona ovviamente se tutti gli strati di abbigliamento indossato seguono lo stesso meccanismo.

È la base della maglieria intima tecnica e di magliette. Le ultime “release” di questo filato, con opportuni trattamenti, hanno anche ovviato al fastidioso odore di “usato” che le caratterizzava…

 

Elastan

 

Un esempio di fibra mista prodotta sinteticamente e utilizzata per gli abiti è l’Elastan che, come indica il nome, ha l’elasticità in altezza tra le sue principali proprietà!

Per questo lo troviamo praticamente ovunque. Soffice e duttile, estensibile ed elastico, forte e ad asciugatura rapida, questa fibra è apprezzata soprattutto per i pantaloni.

Conosciuta anche come Lycre o Spandex, questo filato elastico prodotto e brevettato da Du Pont, può allungarsi fino a sette volte la misura originale. Per attribuire maggiore vestibilità e renderli più confortevoli, gli indumenti vengono miscelati per dare l’elasticità necessaria a rendere l’abbigliamento confortevole.

Questa fibra poliuretanica è usata in quantità minima, dal 2 al 20%, in appoggio ad altre fibre sintetiche (ad esempio, poliestere) o naturali di origine vegetale (cotone, canapa, lino…) o animale (lana e seta).

L’introduzione di questa tecnofibra ha letteralmente rivoluzionato molti settori dell’industria tessile.

Oltre all’Elastan, ci sono altre fibre sintetiche di poliuretano (in genere presente in una quantità dell’85%) utilizzate per elasticizzare i tessuti dei nostri indumenti outdoor, soprattutto i capi attillati.

Dal punto di vista ambientale, l’Elastan contribuisce all’inquinamento poiché fa parte delle tante fibre sintetiche non biodegradabili e come aggravante non è nemmeno riciclabile perché le miscele di tessuti contenenti spandex sono difficili da riciclare!

Purtroppo spesso e volentieri i consumatori vengono ingannati, credono di acquistare un prodotto naturale atossico quando invece non è così.

Ritorno al passato: i tessuti 20 anni fa…

Il mondo outdoor cambia, si evolve e con esso i capi tecnici che consentono di affrontare al meglio la nostra attività preferita. Seppure con tante contraddizioni – in primis le problematiche ambientali – la storia evidenzia che l’innovazione tecnologica ha migliorato le prestazioni dei capi tecnici e dell’equipaggiamento che ci accompagna durante le nostre escursioni.

La missione dei principali brand legati alle attività all’aria aperta è quella di mettersi al servizio dei clienti offrendo prodotti sempre più performanti e, siamo sinceri, belli da vedere. In questo capitolo, un po’ anche per gioco, ho voluto pubblicare qui di seguito una recensione di Mario Pinoli del 1998: scopriamo così che alcuni prodotti che oggi sono sinonimo di qualità e sicurezza esistevano già venti anni fa!

Naturalmente tra memoria e storia c’è stato un processo di valorizzazione (il brand) e miglioramento (il prodotto) che hanno segnato il successo di alcune aziende che in tutti questi anni hanno rappresentato un elemento di crescita e sviluppo dei capi tecnici outdoor.

Quindi in questo capitolo ci soffermiamo su elementi del passato che, peraltro, confermano di costituire un’eredità importante, strumenti di eccellenza nella realtà outdoor di oggi. In trent’anni di passione per l’escursionismo e la fotografia ho avuto la fortuna e l’onore di vivere tutti questi cambiamenti e credo che rileggere recensioni come quella che ho inserito qui sotto possa essere utile non solo per soddisfare la nostra curiosità ma anche per riconoscere il lavoro delle migliaia di persone che hanno a vario titolo operato nel mondo dell’outdoor.

Testo di Enrico Bottino

 

 

Pelle da robot (giugno 1998)

di  Mario Pinoli 

I tessuti tecnologici sono ormai entrati a tutti i livelli nel nostro mondo quotidiano, che sia della moda o delle attività outdoor. I protagonisti di questa evoluzione sono i tessuti intelligenti, le stoffe dei robot, i cyborg-tessuti, quell’insieme di fibre tecnologiche che sostituiscono silenziosamente nei nostri armadi le fibre naturali.

La loro apparizione non è propriamente di questi ultimi giorni del secolo: nel 1938 il colosso chimico Du Pont de Nemours inventa il Nylon, il capostipite delle fibre tecnologiche. Il prodotto inizialmente viene applicato in senso pratico ed industriale ed impiegato per la produzione di lenze da pesca, setole, paracaduti e cinghie per il traino degli alianti nella Seconda Guerra Mondiale.

La vera rivoluzione del Nylon si verifica però dopo la guerra: nascono le calze di Nylon, che diventano in tutto il mondo uno dei capi più popolari ed ambiti del guardaroba femminile. In un momento storico nel quale le risorse erano molto limitate, il nylon venne utilizzato in numerosi settori dell’abbigliamento e delle applicazioni domestiche, per merito delle sue caratteristiche di resistenza e facilità di manutenzione.

La seconda pelle tecnologica 

Negli anni successivi nacquero in seguito altre fibre tessili sintetiche, come il poliestere e gli acrilici, con una conseguente saturazione del mercato ed un utilizzo dei vari materiali in aree che non erano sempre congeniali al prodotto. Molti ricorderanno le appiccicose camicie di nylon degli anni ’60 o le lunghe notti insonni trascorse in scomode lenzuola di nylon.

“Sintetico” divenne per molti sinonimo di “scarso valore”. Ma 30 anni di ricerca e sviluppo nei laboratori delle grandi aziende chimiche e tessili, come Du Pont, Malden Mills, W.L. Gore e 3M hanno rivoluzionato questo concetto, portando nei défilé e nelle vetrine più prestigiose Lycra Tactel, Terinda, Kevlar, Polartec, Terreel, Gore-Tex, ecc …

La rivoluzione della “seconda pelle tecnologica” è decollata in questi ultimi anni dal mondo dello sport. I ricercatori si sono concentrati su un’idea fissa: creare un tessuto che limiti il comportamento della pelle umana. Nascono così le fibre climatiche, che come l’epidermide, devono essere leggere, avere potere di termoregolazione e quindi di protezione termica, ma allo stesso tempo essere impermeabili e traspiranti. Una “mission” non facile. Aziende come l’americana W.L. Gore l!e Associates, produttrice del famoso Gore-Tex, istituiscono dei laboratori di ricerca avanzatissimi dotati di “climatic chambers”, dove atleti e tester, ricoperti di sensori ambientali, indossano per ore, camminando o correndo in svariate condizioni di temperatura e umidità, i tessuti prototipo.

Nasce il concetto di layering

Milioni di dati vengono immagazzinati per ‘elaborare e progettare le caratteristiche dei tessuti ed i loro abbinamenti. Si crea così il concetto di “layering”, o vestirsi a strati. Ovvio, niente di nuovo in teoria; da sempre gli esseri umani si sono protetti dalle intemperie con sovrapposizioni di pelli, stoffe e tessuti. I Vikinghi conquistatori con strati di pelliccia ripetuti, gli alpinisti con strati di lana, cotone e gabardine.

Quando Irvine e Mallory attaccarono nel 1908 là montagna delle montagne, Mt. Everest of course, il loro abbigliamento era costituito da spessi completi di gabardine di lana. Sulla pelle, per proteggersi dei terrificanti venti di quota himalayani, gli alpinisti portavano ruvidi mutandoni e maglie di lana, ispidi compagni intimi che, probabilmente, gelavano intrisi di sudore diventando rigidi come le lunghe corde di canapa utilizzate per la scalata.

Il nuovo progetto di layerlng è però qualcosa di molto, molto di più: una specie di “cipolla tecnologica“, un vero e proprio Body Climate System, come lo chiamano gli americani della Malden Mills, i maggiori produttori al mondo del pile, una delle fibre tecnologiche più note ed utilizzate.

Il “layering” è un abbinamento coordinato di tessuti a diverso spessore e comportamento, che crea un ottimale equilibrio di transizione tra i vari elementi, mantenendo Il calore, facilitando la traspirazione corporea e garantendo anche una veloce e benefica asciugatura dei capi. Il concetto è diventato imperante in tutti gli sport, e non c’è più attività sportiva esercitata nell’outdoor, dallo sci al trekking, dal ciclismo alla pesca a mosca, in cui esso non sia ampiamente declinato.

I basic concept del moderno vestirsi a strati sono così schematizzabili.

Sulla pelle deve esserci un intimo termico o underwear tecnico per il controllo dell’umidità, per il comfort e per mantenere condizioni di asciutto a contatto con la pelle. Poi bisogna indossare uno strato intermedio, lo strato termico, che deve fornire isolamento abbinato alla massima traspirabilità per il controllo della temperatura. Infine ci vuole un terzo strato di protezione esterna da qualsiasi condizione climatica, dotato anche di proprietà di traspirazione, per il controllo degli elementi atmosferici. Si è così generata, la progettualità e la produzione di intere collezioni, che comprendono, pile, pantaloni, t-shirt, felpe, pantacollant, fino a reggiseni e bermuda, realizzati in poliestere e polipropilene con diversa mano e spessore, in modo da creare infinite combinazioni valide a tutte le latitudini.

Sono poi stati creati tessuti altamente tecnologici ed è proprio di questi che vogliamo trattare in una rassegna glossarlo per orizzontarci nelle scelte. Per realizzare questa panoramica abbiamo raggruppato I vari tessuti e le varie fibre In base all’azienda produttrice, elencandoli separatamente e fornendone una breve descrizione.

Iniziamo con i materiali della DuPont DeNemours, azienda leader mondiale nella creazione di prodotti tessili. Da quando nel 1938 inventò il Nyoln, la DuPont si è dedicata in modo continuo alla ricerca ed allo sviluppo incrementando i livelli di performance e creando nuove opportunità di innovazione per i tessuti ed i capi.

Seguono i materiali della W.L. GORE, della 3M, della POLARTEC, della MALDEN MILLS, del TRIPLE POINT CERAMIC utilizzato da Lowe Alpine, del SYMAPTEX, del MECPOR, dei materiali SCHOELLER.

DUPONT

La DuPont ha creato un’ampia serie di materiali per il mondo dello sport, che sono ampiamente uillzzati nel mondo del trekking e dell’outdoor in generale. Questo colosso della chimica ha una particolare attenzione per il nostro mondo e i suoi materiali si trovano negli zaini, nell’abbigliamento e nelle attrezzature.

  • CoolMax

Performances: è un tessuto studiato per mantenere il corpo asciutto e confortevole riducendo Il fenomeno del surriscaldamento; non si incolla sulla pelle, è traspirante. Costituzione: è  realizzato in fibra di poliestere Dacron, ha la caratteristica di essere costituito da una fibra a quattro canali che hanno una superficie maggiore del 20% rispetto alle classiche fibre a sezione tonda.

  • Cordura

Performances: è un tessuto di elevata resistenza e durata molto leggero e di facile manutenzione. Rappresenta ormai uno standard di resistenza.

Costituzione: è formato da fibre di uno specifico nylon creato da DuPont.

Utilizzo: viene usato per realizzare zaini, tenute da trekking e alpinismo, calzature da trekking.

  • Kevlar

Performances: ha un elevato rapporto peso/resistenza meccanica, un’ottima resistenza all’usura ed alla fatica ed una maggiore resistenza agli urti ed all’abrasione. Costituzione: è un materiale composito formato da una resina pararamidica ad alta resistenza con la quale si producono filamenti che vengono intessuti nei prodotti tessili. Utilizzo: usato per rinforzi su giacche da montagna, per zaini, come materiale costituente tomaie per calzature da trekking, alpinismo e sci-telemark; nelle biciclette e nello sci.

  • Lycra

Performances: è una fibra elastica, leggerissima, che garantisce comfort nelle attività aerobiche; comprimendo le fasce muscolari riduce l’oscillazione del muscoli e aumentando la consapevolezza corporea accentua la risposta muscolare, migliorando così la precisione di movimento. Costituzione: è una fibra elastica specifica brevettata da DuPont. Utilizzo: abbigliamento da fondo, da running, da ciclismo, da canoa.

  • Micro-Loft

Performances: materiale che garantisce isolamento termico. Costituzione: realizzato in poliestere Micro-Loft. Utilizzo: utilizzato per imbottiture termiche all’interno di giacche e sacchi-letto.

  • Tactel

Performances: è famiglia di tessuti con performances diverse; la robustezza abbinata ad una mano morbida e naturale, coniugate a loro volta con leggerezza e ampia versatilità di utilizzo. Costituzione: si tratta di un nylon distinto in famiglie contraddistinte da vario spessore. Utilizzo: il Tactel per outdoor è diviso in T. Texturals per tessuti robusti con una mano morbida; T. Aquator per comfort nello sport attivo e nell’intimo attraverso la gestione dell’umidità; TJ Micro e multisoft per creare tessuti molto sottili e resistenti per abbigliamento outdoor; viene utilizzato per completi da spedizione, giacche da sci-alpinismo, da sci-estremo e da montagna.

  • Terinda

Performances: materiale leggero e molto resistente all’abrasione e all’usura, confortevole e ben modellabile intorno al corpo. Costituzione: realizzato da filamenti di poliestere Dacron, un filamento trenta volte più sottile del capello umano. Utilizzo: per capi d’abbigliamento da trekking, pantaloni, tute sportive, per abbigliamento da running.

  • Thermastat

Performances: è un materiale termico che si scalda rapidamente ma al tempo stesso impedisce qualsiasi sensazione di surriscaldamento e umidità, eliminando rapidamente l’umidità dal corpo. Costituzione: è realizzato con speciali fibre cave DuPont Thermastat. Utilizzo: ideale per abbigliamento da outdoor invernale (sci fondo, sei, alpinismo, trekking) è utilizzato per giacche, felpe, calze, guanti. Si usa anche come fodera interna per guanti e per giacche, da abbinare ad altri tessuti termici.

  • Thermolite

Performances: è un materiale termico, ideale per garantire isolamento e termicità anche alle temperature più basse. Costituzione: realizzato in fibra poliestere DuPont. Utilizzo: viene usato per imbottiture termiche in abbigliamento da montagna e per guanti da montagna e da sci.

3M

La 3M produce, oltre ad una svariata gamma di prodotti industriali noti in tutto il mondo, 3 prodotti che sono utilizzati nell’abbigliamento e negli accessori da trekking. Si tratta di Thinsulate, Scotchlite e Scotchgard. Ecco le caratteristiche e gli utilizzi.

  • Thinsulate

Performances: è un materiale in microfibre che garantisce isolamento termico una volta e mezzo rispetto al piumino d’oca e quasi il doppio rispetto alle ovatte sintetiche; è traspirante e facile da lavare. Costituzione: 65% poliolefine, 35% poliestere. Utilizzo: come imbottiture nelle giacche da montagna, nei guanti da sci, nelle pedule da trekking, nei sacco letto.

  • Scotchlite

Performances: sono tessuti e transfers retroriflettenti che, applicati su capi di abbigliamento, riflettono i raggi luminosi in una direzione prossima a quella da cui provengono; rendono visibile a distanza colui che li indossa. Costituzione: sono costituiti da supporti in poliestere o misto cotone e poliestere spalmati su un lato con una resina flessibile in cui affondano parzialmente migliaia di microsfere di vetro ad elevato indice di rifrazione. Utilizzo: sono applicati su diversi articoli da outdoor, come giacche, calzature sportive, zaini, borse da bicicletta, abbigl1amento da ciclismo.

  • Scotchgard

Performances: è un sistema di protezione applicato a tessuti e pelli, che crea una barriera invisibile che Impedisce allo sporco di penetrare nel tessuti e nelle pelli, ma non ostacola la traspirazione; l’azione antimacchia è efficace e resistente anche a lavaggi ed abrasione. Costituzione: è un trattamento di fissaggio chimico applicato in fase produttiva. Utilizzo: è applicato su giacche impermeabili, e su pelli per calzature in nabuk e scamosciato.

 

GORE

Della Gore abbiamo già parlato più volte su queste pagine con l’illustrazione della filosofia dell’azienda e della sua produzione. Scendiamo un po’ più in dettaglio ora nell’universo Gore con la descrizione del Gore Tex, il più famoso dei prodotti e degli altri che stanno via via diventando più noti. Ma quali sono i prodotti Gore per l’outdoor? Il Gore Tex Innanzitutto, poi Windstopper, ActlVent e Dryloft.

  • Goretex

Non tutti sanno che Gore Tex non è una sola membrana ma una famiglia di membrane, che accoppiate in modo differente con lo strato esterno protettivo (ad esempio di Nylon) e con la fodera, presentano varie performances e applicazioni. Sono cinque le categorie di applicazione del Gore Tex

Gore Tex Z-Liner: il Gore Tex è montato come membrana libera tra lo strato esterno e la fodera; è un’applicazione utilizzata per capi con contenuto di design, dove il look è importante.

Gore Tex Thermo Dry: la membrana è abbinata a un materiale non tessuto dotato di elevato potere isolante ed è inserita tra lo strato esterno e la fodera.

Gore Tex Light: la membrana GoreTex è direttamente laminata alla fodera interna; è una costruzione molto leggera e permette di creare capi leggeri e compressibili; lo strato esterno è libero e permette lavorazioni anche in stile fashion.

Gore Tex a 2 strati: la membrana Gore Tex è laminata internamente allo strato esterno; è una costruzione solida che si usa per le applicazioni funzionali e sportive.

Gore Tax a 3 strati: la membrana Gore Tex è laminata allo strato esterno ed alla fodera e I tre strati sono fermamente legati tra di loro; è la costruzione più solida e viene applicata per capi che devono sopportare difficili condizioni d’uso, come giacche da montagna, da vela o da motociclismo.

Performances: il Gore Tex è estremamente idrorepellente e traspirante, e offre protezione rispetto al vento. Costituzione: in politetrafluoroetilene espanso o PTFE. Utilizzo: in tutto l’abbigliamento per l’outdoor, nelle calzature da trekking, nelle tende, negli zaini…

  • Windstopper

Performances: impermeabile al vento in modo da evitarne l’effetto raffreddante, e altamente traspirante in modo da consentire una rapida evaporazione mantenendo il corpo più asciutto; non è impermeabile. Costituzione: membrana Windstopper. Utilizzo: viene utilizzato per copricapi, guanti, giacche, giubbotti, maglie, felpe, pile e pantaloni, ottimale per ciclismo e sport praticati in clima fresco, freddo e ventoso.

  • Activent

Performances: è un tessuto antivento resistente all’acqua ma non totalmente impermeabile; per contro è estremamente traspirante ed è quindi ottimale per sport aerobici. Costituzione: membrana Activent, che viene applicata senza cuciture nastrate. Utilizzo: viene utilizzato per abbigliamento per trek giornalieri, a piedi o con gli sci, e per gli sport aerobici come fondo, corsa, ciclismo.

  • Dryloft

Performances: è un tessuto protettivo isolante che protegge le imbottiture altamente termiche dagli agenti atmosferici e dall’accumulo interno di umidità, per condizioni molto fredde e ventose, con o senza neve. Costituzione: tessuto DryLoftmembrana Activent, che viene applicata senza cuciture termosaldate. Utilizzo: viene utilizzato per escursioni, trekking, arrampicate e alpinismo anche ad alta quota ed in climi freddi e nevosi, per lo sci e per viaggi d’avventura nei luoghi freddi.

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