Provati per voi: test di laboratorio e outdoor

19 marzo 2020 - 13:37

Il risutato delle nostre escursioni dipende dall’allenamento, dalla corretta e scrupolosa pianificazione della gita e dalle performance offerte dall’attrezzatura che ci supporta nelle nostre camminate.

L’affidabilità delle aziende outdoor è ormai nota a tutti, la maggioranza di loro per ogni prodotto in vendita allega i certificati di conformità e le garanzie necessarie al momento dell’acquisto. Ma per arrivare alla distribuzione commerciale dei migliori prodotti possibili per il trekking la strada è lunga: alla fase iniziale di ricerca, progettazione e produzione fanno seguito vari test in laboratorio. Questo però non è ancora sufficiente per l’immissione dei prodotti sul mercato: infatti il fattore umano è impriscindibile, ai dati oggettivi ottenuti in laboratorio tramite sensori, computer e numeri, deve seguire la prova all’aperto, in situazioni reali, dove si prova la vestibilità, la resistenza dei tessuti allo sfregamento, la solidità delle zip, la resistenza delle cuciture, addirittura il lavaggio e asciugatura dei capi tecnici.

Quindi le aziende più autorevoli nel mondo dell’outdoor e i proprietari di brevetti storici e affermati, GoreTex® in primis, sanno che per avere successo devono riscuotere la fiducia degli appassionati delle attività sportive e questa credibilità viene raggiunta attraverso la serietà del servizio e la validità di un processo di controllo della qualità unico nel settore. Vediamo allora i metodi adottati per minimizzare i rischi in ambiente outdoor e  proteggere l’interesse dei consumatori attraverso una serie di test di laboratorio che iniziano a replicare l’applicazione per cui il prodotto è destinato.

Serietà e rispondenza alle attese

Ogni nuovo modello outdoor viene sottoposto ai test di laboratorio che simulano le condizioni estreme sul campo, per verificarne le performance anche alle condizioni più estreme; solo così gusci, scarponi, zaini e i nostri migliori compagni di escursione possono essere messi in commercio, conformi agli elevati standard di qualità e prestazioni che le aziende dichiarano.

Ad essere testato non è solo l’articolo outdoor – e quindi la struttura, ad esempio le cuciture, oppure la termosaldatura delle cerniere – ma anche gli elementi che lo compongono: i tessuti, gli strati isolanti, la membrana e le fodere, che devono soprattutto garantire una perfetta traspirabilità, resistenza e una protezione ottimale contro la pioggia e il vento.

Ad esempio, nei laboratorio i simulatori di cammino della GoreTex verificano l’impermeabilità della tomaia e della fodera GoreTex® degli scarponi: se i sensori per l’umidità inseriti nelle calzature – che compiono fino a 200.000 passi in una vasca d’acqua – percepiscono l’umidità la prova s’interrompe. La fonte della perdita di impermeabilità può essere dovuta alla tomaia ma anche alle cuciture, ai lacci, a minimi particolari. Ricordiamoci che i test di laboratorio vengono realizzati in condizioni estreme, altamente improbabili nella normalità della pratica escursionistica.

La valutazione dello standard d’impermeabilità dipende anche dai risultati ottenuti dal test della centrifuga: la pressione esercitata contro le pareti della calzatura riempita d’acqua, mostra se ci sono eventuali passaggi attraverso la tomaia. Oltre all’impermeabilità, in laboratorio viene testato anche il grado di traspirabilità e comfort climatico.

Anche per l’abbigliamento il principio non cambia: ad esempio, le fibre tecniche in laboratorio vengono strofinate a temperature estreme per ore e giorni su diversi supporti, come lana e carta vetro, per testarne la resistenza. Gli stessi laminati delle giacche vengono maltrattati – azioni di strofinamento, allungamento, arricciamento – per verificarne a distanza di tempo l’impermeabilità all’acqua e al vento. Quest’ultima caratteristica, tipica dei gusci outdoor, viene testata anche sottoponendo i capi a pioggia persistente e a diversa intensità grazie a erogatori di acqua posizionati nelle cabine di collaudo.

Un altro strumento adottato per verificare il grado di resistenza dei tessuti alla penetrazione di acqua è il Branca Water Proof 35S (BWP) che si basa sul metodo della pressione idrostatica che trova largo uso nei laboratori tessili di prova ed in particolare nel settore dei tessuti tecnici sportivi; su un lato della provetta viene esercitata una pressione a crescita costante, nel momento che l’acqua penetra nel tessuto in 3 punti critici diversi vengono registrati i dati in mm di H2O (la pressione alla quale l’acqua penetra nel primo, secondo e terzo punto del tessuto). Naturalmente, quanto è maggiore l’impermeabilità all’acqua del tessuto tanto migliore è la qualità del capo.

Sempre in laboratorio si può testare anche la traspirabilità e permeabilità al sudore dei tessuti; ad esempio, nel caso dei guanti si pompa vapore acqueo bollente al loro interno e in base al peso prima e dopo il trattamento si verifica se e quante molecole di H2O hanno oltrepassato la membrana.

Il parametro “peso” testimonia anche l’impermeabilità del prodotto: se il valore è alto significa che il tessuto si è impregnato d’acqua, quindi minore è l’impermeabilità.

Un capo outdoor per definirsi confortevole, oltre a garantire traspirabilità e impermeabilità, deve trattenere il giusto equilibrio termico, questo parametro però non è percepibile dai sensori ma è più soggettivo, quindi è un giudizio legato soprattutto alle persone che partecipano ai test in condizioni reali. Del resto, come abbiamo introdotto all’inizio dell’articolo, per avere una conoscenza approfondita del prodotto, riscontrandone eventuali punti deboli, è necessario fare i test anche sul campo, in condizioni reali.

Quindi, se un pile o un guscio passano prima al vaglio degli ingegneri – in laboratorio basandosi su dati oggettivi – lo step successivo è l’opinione degli esperti e degli atleti che provano i prodotti valutandone le performance “sulla pelle”: il loro giudizio è fondamentale prima che l’azienda accenda il semaforo verde per immetterli sul mercato. Comodità, vestibilità e prestazioni dipenderanno pertanto dagli ambienti e dalle attività dove il capo outdoor viene provato. Insomma, non tutto può essere misurato su un monitor, le prove di laboratorio sono necessarie, anzi, indispensabili, però sentirsi adosso il pile o calzare lo scarpone da provare… è tutt’altra cosa!

Se volete essere voi a testare scarponi, bastoncini, tende o altro, potete farlo proponendovi come tester ad aziende che prevedono questa politica che coinvolga in prima persona anche i consumatori. Ad esempio, presentandovi in un centro Decathlon potete farne richiesta esibendo un documento. Per maggiori informazioni rivolgitevi al personale di vendita del negozio Decathlon più vicino: https://www.decathlon.it/prova-prodotti.html  Avrete così la possibilità d’indossare i modelli, ad esempio vestiario, marciare per una cinquantina di chilometri ed esprimere le vostre opinioni attraverso la compilazione di un questionario dettagliato sulla comodità, vestibilità e prestazioni del modello testato.

Ultima nota: la licenza d’uso di determinati brevetti non viene concessa a tutte la aziende, ma solo a quelle che possono garantire il rispetto dei  severi standard di qualità. Ad esempio, l’uso del laminato GoreTex® è concesso solo dopo il collaudo del prototipo del prodotto. In passato GoreTex aveva ritirato la licenza d’uso ad alcune aziende perché scarponi e capi di abbigliamento tecnico non rispettavano gli standard di prestazione – tipo impermeabilità, restistenza e traspirabilità – a causa della non corretta lavorazione delle membrane (ad esempio, nelle termosaldature cambia l’abbinamento nastro – tessuto in base alla diversa consistenza di quest’ultimo e sono necessari macchine specifiche e distinte). Questo perché il marchio GoreTex® garantisce non solo per il suo tessuto ma anche per i prodotti finiti per l’abbigliamento, le calzature e gli accessori outdoor.

Il tutto per garantire l’eccellenza assoluta nel prodotto finale e minimizzare i rischi del consumatore quando si trova sul sentiero.

Testo di Enrico Bottino

 

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