Tutti i colori del vento

18 marzo 2020 - 10:05

Regione: Sicilia

Provincia: Trapani

Lunghezza dell’itinerario: 130 chilometri

Il nostro viaggio parte da Marsala, l’antica Lilybeo, città ricca di testimonianze puniche, romane, normanne, arabe e spagnole, tra le quali meritano di essere visitate la Villa Romana con i suoi suggestivi mosaici, la necropoli di età punica, il Battistero cristiano e i resti della cinta muraria, oltre al Duomo, costruito sul preesistente Castello Normanno e al Museo Archeologico del Baglio Anselmi.

Marsala è famosa nel mondo per la produzione del caratteristico vino, la cui tradizione dura da circa 250 anni e di cui si rende necessaria una sosta nelle aziende storiche, per poter ammirare i preziosi cimeli di archeologia industriale e, soprattutto, dedicarsi a memorabili degustazioni. Proseguendo verso nord si intraprende la “via del sale” che limita lo Stagnone di Marsala e il piccolo arcipelago di isole.

Su una di queste si ergono i resti di Mozia, quaranta ettari di storia sospesi sul mare. È una zona dove acqua e terra si confondono e dove, in mezzo agli stagni e ai cumuli di sale, ricoperti di tegole, si incontrano molti mulini a vento, cinque dei quali recentemente ristrutturati, e un’incredibile varietà di uccelli acquatici. Finalmente si giunge a Trapani, antichissima città di origine Sicana (una delle prime popolazioni ad abitare la Sicilia).

Qui si respira la quintessenza del mare, fonte di vita eterna per la città, per la pesca e per la raccolta del corallo; i grandi maestri corollai trapanesi hanno reso celebre la città già dal Cinquecento.

Oggi, nelle botteghe del centro, alcuni giovani artigiani stanno riportando linfa a questa creativa tradizione che sembrava dimenticata.

Passeggiando per queste vie, ci si rende conto della multietnicità e delle stratificazioni culturali e religiose che hanno caratterizzato Trapani nel passato; il quartiere ebraico, con il Palazzo della Giudecca, l’arabeggiante quartiere Casalicchio, la Cattedrale di San Lorenzo, la Chiesa e il Collegio dei Gesuiti. Lasciato il capoluogo, invece di proseguire lungo la costa, si sale a Erice un borgo medioevale di rara bellezza, tra le sue strade “accuratamente selciate” si possono ammirare la Chiesa Matrice, dedicata all’Assunta, il Castello Medievale (XII-XIII sec.) con i resti del tempio dove i Fenici adoravano Astarte, i Greci Afrodite e i Romani Venere, e il Palazzo Municipale, sede di una biblioteca e del Museo Cordici, ricco di reperti archeologici della necropoli ericina, tra cui spicca una testa di Afrodite del IV sec. a.C.

Si torna sulla costa raggiungendo La Tonnara di Bonagia, che oggi è un museo che testimonia l’attività della pesca, e si prosegue ammirando l’imponente figura del Monte Cofano proprio a picco sul mare.

Si può fare una sosta a Custonaci, centro di produzione marmifera tra i più importanti in Italia ed entro breve si giunge a San Vito lo Capo. Il borgo circondato da splendide spiagge, si è sviluppato intorno all’antica fortezza saracena che, in un secondo momento, venne trasformata in santuario (dedicato ovviamente a San Vito); il luogo ideale se volete prendervi un po’ di sole fuori stagione o se desiderate gustare dell’ottimo pesce fresco.

Tra San Vito e Castellammare del Golfo si trova invece una bellissima area naturalistica protetta dalla Riserva Naturale Orientata dello Zingaro, dove minuscoli sentieri si inerpicano sui monti o raggiungono decine di piccole baie. In questi luoghi è facile avvistare falchi pellegrini, piane, gheppi, nibbi reali e altre specie di volatili in via d’estinzione.

Al centro della riserva si trova la grotta preistorica dell’Uzzo, dove sono stati ritrovati i primi insediamenti umani della zona.

Si supera il suggestivo borgo di Scopello con la Tonnara, i faraglioni e le botteghe di artigiani che lavorano la ceramica e si arriva a Castellammare, posizionata al centro dell’omonimo golfo. Castellammare del Golfo è un’interessante cittadina che vive in particolare della produzione agricola e dell’industria conserviera (tonno sott’olio e pesce salato), in età pre-ellenica fu il principale approdo al mare di Erice e Segesta; da visitare la Chiesa Madre Madonna del Soccorso e il Castello di probabili origini arabe.

Lasciando la costa e addentrandosi leggermente nell’entroterra, si raggiunge Alcamo, alle falde del Monte Bonifato, qui si può visitare il Castello dei Conti di Modica, la Chiesa dei Santi Paolo e Bartolomeo e la sontuosa Basilica di Maria Santissima Assunta.

Alcamo è famosa anche per l’omonimo vino bianco Doc che si abbina ai migliori piatti di pesce della tradizione trapanese e siciliana.

Il modo migliore per brindare e concludere questa breve vacanza.

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