Che ne dite di approfittare dell’Anno Internazionale delle Foreste per far conoscere ai ragazzi il grande patrimonio di natura, storia e dimensione fiabesca rappresentato, in Italia, dai meravigliosi boschi che coprono gli Appennini e le Alpi e per fortuna ancora qualche paesaggio di pianura?
Il Ministero dell’Ambiente con il progetto “E…state nei parchi 2011” (www.minambiente.it) ha deciso di finanziare con 500 mila euro complessivi, i parchi nazionali e le aree marine protette che vorranno organizzare nella prossima estate progetti di educazione ambientale finalizzato soprattutto alla conoscenza dei boschi attraverso la pratica del trekking, di uno o più giorni. Credo sia una buona occasione per accompagnare i nostri figli a vivere un’esperienza di contatto diretto con la natura che sicuramente sarà utilissima anche per noi adulti.
La sensibilizzazione di tutti verso la necessità improrogabile di tutelare il patrimonio forestale nasce dalla constatazione che nell’immaginario collettivo, nonostante un’aumentata consapevolezza del valore ambientale degli alberi, nelle foreste ma anche in città, questa rimane limitata al ruolo di cattura della anidride carbonica e quindi alle problematiche che rimandano al famoso protocollo di Kyoto. Le foreste però non sono indispensabili all’uomo solo perché ci danno ossigeno e catturano anidride carbonica o perché serbano un enorme patrimonio di biodiversità animale e vegetale, ma rappresentano anche storie millenarie, spesso fiabesche.
I nostri boschi, quasi sempre trasformati dall’uomo, oggi più che mai, arricchendo la bellezza del paesaggio e mitigando le temperature rappresentano luoghi ideali per camminare e ritemprarsi dallo stress psico-fisico provocato dalle nostre caotiche città.
Allora l’invito è di andare a conoscere, durante il 2011, tutti i luoghi dove le foreste raccontano storie, in tanti casi legate al sacro ma anche, spessissimo, al pagano. Proprio questa rivista, qualche anno fa, ha realizzato un video e un bellissimo libro sulle “Foreste Sacre” del Casentino, un luogo fantastico che copre buona parte del crinale appenninico a confine tra Toscana e Romagna. Oggi dalle Foreste del Casentino al bosco di San Francesco ad Assisi, preso in affidamento dal FAI, si può fare un bellissimo viaggio che tocca storia e natura. Come ci ricorda la FAO, ogni giorno, circa 350 chilometri quadrati di foresta vengono distrutti in tutto il mondo. Le maggiori cause di questa perdita di aree forestali sono: la conversione in terreni agricoli, un taglio indiscriminato del legname, una gestione errata della terra.
In Italia, paradossalmente, la copertura vegetale (sempre secondo dati FAO) nonostante i tagli sconsiderati, gli incendi, etc. è in aumento in termini percentuali. Questo dato, che in assoluto sembra positivo, ad un’attenta analisi, appare in tutta la sua criticità perché il problema di fondo è anche la qualità della copertura forestale.
L’aumento della copertura ha varie cause, tra le quali l’abbandono della montagna con le storiche attività di selvicoltura, agricoltura e allevamento, quindi il bosco ha ripreso spazio a vantaggio della produzione di ossigeno ma una gestione irrazionale dei tagli continua a far aumentare i fenomeni di erosione; l’ultimo drammatico del 2009, nel messinese, ne è un esempio significativo. Ormai le storie di tagli poco razionali sono molte ed alcune all’interno di aree di alto pregio naturalistico e paesaggistico; sul Monte Terminillo per realizzare nuovi impianti di discesa si dovrebbero abbattere migliaia e migliaia di faggi in una valle che è la patria dell’escursionismo.
Per fortuna ad oggi questo progetto sembra messo da parte ma non è detto che riparta, anche se tutte le valutazioni economiche, prima che ambientali, sono negative nel medio e lungo termine.
Perché non approfittiamo dell’Anno Internazionale delle Foreste per mettere in campo strumenti legislativi che tutelino di più i boschi e allo stesso tempo prevedano indennizzi più cospicui per quelle comunità locali che devono accettare il mancato taglio? È una proposta che lanciamo alle associazioni ambientaliste e alle istituzioni, dando la nostra disponibilità ad elaborare una soluzione articolata.