Liguria di mare

18 marzo 2020 - 10:05

Regione: Liguria

Provincia: La
Spezia

Lunghezza
dell’itinerario: 29 chilometri

Il
treno è il mezzo migliore per raggiungere le Cinque Terre. Dalla
stazionedi Riomaggiore si attraversa un tunnel pedonale per
raggiungere, in breve, l’approdo naturale del borgo, dove si
affacciano le case color pastello, dai toni di singolare delicatezza,
lisi dalla salsedine.

Il torrente scende al mare, ormai invisibile
coperto com’è da un lungo caruggio che ha rimpiazzato i tanti
ponticelli che univano le due rive del rio. Dal porticciolo ci si
incammina lungo il sentiero più famoso, nonché più romantico delle
Cinque Terre: la Via dell’Amore. In meno di mezz’ora si raggiunge
Manarola, sempre che il sentiero litoraneo non sia
schiaffeggiato dalla mareggiata – evento naturale d’incomparabile
suggestione – perché in tal caso è impercorribile e quindi bisogna
dirottare sulla stazione, in attesa del primo treno utile per il
borgo più dipinto delle “Terre verticali”.

Qui, un dedalo di
strette vie s’insinua tra i muri delle abitazioni disposte a
schiera, sorte alla sinistra del canale del Groppo. Le case, dai
morbidi colori pastello, paiono volersi tuffare in mare; in realtà
sono ben salde alla roccia natia da dove scrutano l’orizzonte in
cerca dei fantasmi saraceni. Il più interessante monumento di
Manarola è la Chiesa parrocchiale di San Lorenzo, costruita nel
Trecento con la pietra dura del posto.

Nel periodo natalizio si
accende il miracolo di Gesù Bambino: è la collina sovrastante
Manarola che brilla di mille luci sistemate da un uomo, Mario
Andreoli, che con pazienza e dedizione ha dato vita ad un presepe
stupendo, che aspetta solo di essere scoperto al calar del sole.
Nuova partenza, nuova destinazione alla volta di Corniglia. I
tanti scalini che separano la stazione ferroviaria dall’abitato
testimoniano il minor legame di Corniglia col mare.

Qui le case sono
basse, e nei carruggi e nelle piazzette il sole a fatica scalda
l’acciottolato. A sorpresa scopriamo però che 2 dei pochi
bagnasciuga delle Cinque Terre si trovano proprio qui: quello
prospiciente la stazione e la suggestiva spiaggia di Guvano. Da non
perdere la Chiesa parrocchiale di San Pietro. Attraverso caruggi,
orti, pendii scoscesi battuti costantemente dai venti di libeccio,
scirocco o maestrale si raggiunge Vernazza, ma l’instabilità
del terreno suggerisce, nuovamente, il trasferimento su binari.

Anche
qui, a Vernazza, la tipologia costruttiva è la stessa di Riomaggiore
e Manarola: il carruggio principale del borgo, nato dalla copertura
del rio Vernazzola, scende verso il mare adunando i pittoreschi
vicoletti collegati da ripide scalinate, logge, vecchi porticati e
portali lavorati.

Il cuore del paese è la piazza dove si affaccia,
con una bellissima torre campanaria, la Chiesa di Santa Margherita di
Antioca, del 1318. Questo borgo, rappresentava un approdo importante
per la Repubblica Marinara di Genova, venne così adeguatemente
fortificato – attraverso Castello Doria (visitabile) – come anche
Monterosso al Mare, sicuro rifugio per le galee della Superba,
costantemente in lotta contro l’antagonista Repubblica Marinara di
Pisa.

A Monterosso al Mare, antica colonia romana, ancora oggi esiste
una paradossale testimonianza dell’antico sistema difensivo: il
campanile merlato della Chiesa di San Giovanni Battista. Infatti, la
torre di guardia, ormai esule dalla sua antica funzione, è stata
incorporata all’interno della parrocchiale del 1300.