Liguria di monti

18 marzo 2020 - 10:06

Regione: Liguria

Provincia:
Imperia

Lunghezza
dell’itinerario: 36 chilometri

Intrapresa
la provinciale che tra Ventimiglia e Bordighera risale la Val
Nervia
,e superati gli abitati di Camporosso, Dolceacqua e
Isolabona, dopo circa 15 km si giunge ad Apricale un luogo
racchiuso tra la montagana e il cielo. Aprico, ombroso, cioè
“esposto al sole” e “immerso nell’ombra”. Sono due
aggettivi di origine latina che diventano toponimi di borghi
collinari diversamente illuminati dal sole a seconda del versante
vallivo su cui sorgono; Apricale è il paese “al sole” per
antonomasia e per capirne il motivo basta raggiungerlo, superando
qualche tornante e fiancheggiando la cima del Monte Bignone
(1299 m), sullo sfondo.

Dopo l’ultima curva ci appare l’immagine
di tante case aggrappate su un crinale scosceso, che paiono quasi
sostenersi l’una all’altra. Apricale conserva ancora i resti
dell’antico Castello della Lucertola distrutto per mano del
Vescovo Agostino Grimaldi nel 1523.

L’entrata era fiancheggiata da
due torri quadrangolari, una delle quali è stata trasformata in
campanile e l’altra è stata adibita ad abitazione privata; dal
secolo scorso il piazzale del castello è stato trasformato in
giardino pensile. Attualmente una piccola parte dell’edificio è
diventata un’area espositiva.

Orari di apertura del Castello e
museo. Estate: 15-19 escluso il lunedì (maggio/giugno), 16-19 /
20-22 (luglio/agosto, la domenica anche 10,30-12). Inverno: 14-18
escluso il lunedì (la domenica anche 10,30-12). Un’altra bella
caratteristica artistica di Apricale sono i dipinti murali sparsi
sulle pareti di numerose case del centro, Municipio in primis.

Dipinti negli anni ‘60 e ‘70, sono piccole visioni di natura,
persone, colori; finestre aperte su mondi di fantasia che raffigurano
scene contadine, la storia del borgo e paesaggi ponentini, allargando
gli orizzonti raccolti dei vicoli in pietra. Lasciata Apricale si
prosegue lungo la provinciale che in breve raggiunge Baiardo.
Immense distese di ulivi, colline fittamente coperte da boschi di
pini e ancora fasce coltivate a vigna: questo è lo scenario che
circonda il piccolo borgo di Baiardo.

Il panorama colpisce ed
emoziona allo stesso tempo spaziando dalle cime più alte delle Alpi
Marittime, fino al mare, verso la Costa Azzurra. Spesso viene
definita come “un’ariosa finestra” sulla Val Nervia e non è un
caso. Avamposto fortificato importante della contea di Ventimiglia
prima e della Repubblica di Genova poi, Baiardo si compone di due
nuclei distinti: il borgo medioevale, racchiuso attorno al castello,
fu abbandonato dopo il terremoto del 1887 e ricostruito più in
basso.

Nella nuova chiesa parrocchiale di San Nicolò di Bari
(costruita nel 1893) è custodito un polittico con la Madonna e i
Santi, firmato da Francesco da Verzate risalente al 1465. Sul
sagrato, nel giorno della Pentecoste, si svolge la Festa della Barca.

Anche qui si produce un ottimo olio extravergine di oliva e si
coltivano fronde verdi; la cucina, semplice ma davvero gustosa, non
ha nulla da invidiare a quella più elaborata: tra i piatti tipici di
Baiardo ricordiamo la torta al brusso (formaggio dal sapore molto
forte), ed il Ciasùn, torta alle erbe, cotta nel forno a legna.
Lasciata Baiardo, si prosegue in direzione di Ceriana lungo la
strada che riporta sulla costa in prossimità della periferia
orientale di Sanremo.