Vivere sotto il vulcano

18 marzo 2020 - 10:12

Il mare e la montagna. Sciare d’inverno e nuotare d’estate, nello spazio di pochi chilometri. Tutto questo al centro del Mediterraneo. Non è un sogno o –peggio – un delirio di fine anno.
Un luogo così in Italia esiste davvero: è Nicolosi, a pochi chilometri dal mare ma alle falde dell’Etna, il capriccioso e affascinante gigante di fuoco che attira ogni anno visitatori rapiti dalla favola del vulcano e studiosi di tutto il mondo che cercano di comprendere le imprevedibili bizzarrie della montagna più famosa di Sicilia. Un luogo e un territorio dal fascino imponente e incontaminato, lontano, come si dice, dai luoghi comuni. E certo, non c’è luogo meno comune di un vulcano.

La storia: all’ombra del gigante
L’origine e lo sviluppo di Nicolosi sono legati a doppio filo alla vita del vulcano. Da sempre gli abitanti di questo territorio hanno cercato di convivere con il gigante, innanzitutto individuando le aree sulle pendici meno esposte ai rischi di eruzione e di colate. Già durante la dominazione araba è documentata l’esistenza di trazzere, antiche vie armentizie, legate quindi all’economia del territorio, che avrebbero reso più facile l’ascesa al vulcano. Solo con i Normanni si cominciò a progettare e costruire edifici più complessi – chiese e piccoli monasteri – in posizione più ardita, prova tecnica della struttura, più grande e artisticamente rilevante, che di lì a poco sarebbe stato costruita, destinata a diventare uno dei simboli del paese: il Monastero di San Nicola all’Arena.

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