Cammini d’autunno vicino Milano: Via Valeriana, panorami sul Lago d’Iseo

In autunno, il Lago d'Iseo si trasforma in uno spettacolo di colori, e percorrere la Via Valeriana diventa un’esperienza ancora più magica: un cammino affascinante tra natura e storia

14 novembre 2024 - 8:50

Via Valeriana: cammino d’autunno sul Lago d’Iseo

L’Antica Strada Valeriana coniuga simboli diametralmente opposti: colore, vitalità, armoniosità della frequentata riviera del lago d’Iseo e borghi antichi, sobrietà, essenzialità dei pascoli e delle vette delle Prealpi.

Ancora oggi l’antico tracciato romano-medioevale della Via Valeriana attraversa la Valle Camonica e tocca tutti i comuni della Comunità Montana del Sebino Bresciano: è possibile camminare lungo la Via Valeriana seguendo la rotta degli armenti delle storiche transumanze, da Pilzone d’Iseo alle testimonianze dell’arte rupestre di Pisogne.

L’Antica Strada Valeriana è segnalata con una “V” dai colori giallo e marrone e da apposita segnaletica.

 

Prima tappa: Ome – Pilzone d’Iseo

Tempo 4.15 ora / Distanza 15 km / Dislivello + 610 – 615 metri / Difficoltà E

L’estensione dell’Antica Strada Valeriana verso la Franciacorta collega il tratto lacustre del percorso ai territori di Ome e Monticelli Brusati.

Il tracciato dell’Antica Strada Valeriana entra nel territorio di Ome costeggiando il torrente Gandovere per poi deviare in direzione del Maglio Averoldi, caratteristico borgo storico testimone della presenza in zona di antichi mulini, attivi sin dal XII secolo.

Traversata la strada si entra nel Parco delle Querce di Ome e, proseguendo tra prati e vigneti, si raggiungono Fratta e poi Fontana, dove troviamo la chiesa di S. Zenone del XV secolo.

Ph.: Gettyimages/Artem Bolshakov

 

Una breve salita ci porta alla parrocchiale di Monticelli Brusati, presso Parmezzana-Calzana, eretta nel XVIII secolo e dedicata ai SS. Tirso ed Emiliano; si prosegue poi verso nord sino a Foina e Gaina, sul versante sinistro della vallata omonima.

Da Gaina il sentiero segue un’antica strada sino al “Sentiero delle Cascate di Gaina”, percorso attrezzato che risale il letto del torrente.

Dal fondovalle si raggiunge la Piana di San Martino, già in territorio di Iseo, ove troviamo la chiesetta di S. Martino in Prada, risalente all’VIII secolo

Si prosegue in piano sino alla strada comunale che collega Iseo a Polaveno e da questa si imbocca la discesa verso la frazione di Bosine di Iseo.

Dal tornate a monte di Bosine si rientra nel bosco e si raggiunge la chiesetta di S. Fermo sopra Pilzone.

Con una lunga e ripida discesa si arriva alla piazza di Pilzone dove ci si ricollega al percorso storico dell’Antica Strada Valeriana.

 

Seconda tappa: Pilzone d’Iseo – Colpiano

Tempo 1 ora / Distanza 3,5 km / Dislivello + 150 – 30 metri / Difficoltà Facile

Pilzone d’Iseo, situato tra il Montecolo ed il salto roccioso sopra il quale l’occhio attento scorge la sommità del campanile di S. Fermo (lontano dal percorso), è punto di partenza dell’Antica Strada Valeriana.

Nelle vicinanze della chiesa parrocchiale, dedicata ai Santi Pietro e Paolo, si trova piazza Basilio Cittadini da cui si muovono i primi passi per il viaggio nel tempo e nelle bellezze uniche del Sebino bresciano.

Salendo, sulla sinistra, s’imbocca via Volontari del Sangue dove, tra le ultime abitazioni, si aprono panorami sul Montecolo e sul basso Sebino.

Dopo una decina di minuti si attraversa il torrente Vaglio, un modesto corso d’acqua che si origina poco sotto Punta dell’Orto. Da qui inizia un tratto pianeggiante cementato ed attrezzato per la percorrenza dei disabili. Ai lati, esemplari di castagno e nocciolo fanno da cornice alle vedute sulle Prealpi bergamasche e sull’isola lacustre più grande d’Europa, Monte Isola, che accompagnerà per gran parte dell’Antica Strada.

Superata la “Casa Rossa” si attraversa una piccola zona boscata nella quale si possono riconoscere esemplari di carpino nero e roverella. Qui è situata un’area di sosta con panche e tavoli il parcheggio riservato ai disabili.

Ph.: Gettyimages/RodicaCiorba

In stagione, nel sottobosco a lato della carreggiata, si possono riconoscere le bacche rosse del pungitopo, specie frugale e comune sulle Prealpi bresciane.

Poco oltre, in posizione panoramica, la strada s’inserisce su un tornante della rotabile che collega Sulzano a Gazzane e Tassano (h. 0,30).

Si percorre la strada in salita attraversando le case di Gazzane, molte di recente costruzione, che si mescolano con vecchi edifici rurali realizzati con le variegate pietre trasportate sin qui durante le glaciazioni e grazie alle quali è possibile leggere l’articolata storia geologica di tutta la Valcamonica.

Si continua lungo la strada asfaltata che non abbandoneremo fino a Tassano, giungendo presto alla chiesa di S. Fermo, protettore dei contadini (per questo motivo numerose chiese vi sono dedicate), che merita una piccola digressione e da cui si godono meravigliosi panorami su Monte Isola e sulla Corna Trentapassi.

Oltrepassata la valle di Vaiorzo, con i suoi numerosi fusti d’ulivo (Olea europea), si arriva a Tassano. Al borgo vi si accede per mezzo della piccola strada che anticipa da sinistra l’abitato e che conduce d’innanzi alla chiesa dei Santi Faustino e Giovita, già patroni del capoluogo provinciale (h. 1,10).

 

Seconda tappa – Da Tassano (315 m) a Dosso

 

Tempo 1.30 ore / Distanza 4,1 km / Dislivello + 130 – 180 metri / Difficoltà Facile

Lasciando l’abitato di Tassano s’imbocca, a sinistra prima del sottopassaggio, la capezzagna che corre parallela all’ex SS 510 e finalmente l’asfalto lascia il posto alla terra battuta.

Ci si addentra tra piccole vigne ed estesi uliveti che dominano il Sebino, seguendo antiche carrarecce che, in discesa, conducono in una fresca vallecola dove, su di un piccolo ma solido ponte romano, c’è l’attraversamento del torrente Mesagolo.

Ph.: Gettyimages/Andrew_Mayovskyy

Superato il ruscello si sale su mulattiere per entrare nell’antico borgo di Maspiano, tra strette viuzze acciottolate e vecchi portoni consumati dal sole.

Subito si apre la piazza in cui si trova la chiesa dedicata al Santo pellegrino Giacomo, risalente al XVII secolo, con la grossa fontana dai tre zampilli d’acqua fresca, ottimo pretesto per una breve sosta (h. 0,25).

Dalla piazza passa una delle due strade che si uniscono (l’altra è quella che attraversa Tassano) e che permettono di raggiungere S. Maria del Giogo, sullo spartiacque con la Valtrompia. Andando oltre, si segue l’acciottolato per pochi metri e si aggira da valle l’ultima porzione del borgo, risalendo poi ma senza entrarvi.

Superati piccoli filari di vite (Vitis vinifera), alberi di noce (Juglans regia) e prati da sfalcio, si giunge a Gandizzano, caratterizzato dalla Chiesa di S. Maria, risalente al ‘400 e rimaneggiata più volte.

Proseguendo, ci si abbassa lievemente di quota per attraversare il torrente Saletto, che scorre nell’omonima valle. Oltrepassate le rade abitazioni di Gavone, ci si addentra tra le case di Marasino, passando nel centro storico ed accanto alla Pieve di S. Antonio.

Alle spalle di nuovi insediamenti della frazione Conche, si giunge all’attraversamento del torrente Vigolo che trae le sue origini poco sotto Punta Almana, montagna che domina e caratterizza la presente porzione del Sebino bresciano, segno dell’arrivo alla frazione Distone.

Si segue la strada che costeggia la sponda destra del torrente per un centinaio di metri, in discesa, per poi svoltare e ritrovarsi tra gli ulivi, con vista sulla chiesa parrocchiale di Sale Marasino.

Uliveti e qualche abitazione accompagnano l’escursionista fino all’attraversamento, su di un piccolo ponte ad arco in pietra, del corso d’acqua che scende dal Monte Caprello: il torrente Tufo. Non appena superato il ponte, a lato del quale si trova una fontanella, si risale per un breve tratto il torrente. Presto ci s’imbatte nella frazione Dosso, situata in posizione panoramica alle spalle di Sale Marasino (h. 1,30).

 

Seconda tappa – Da Dosso a Colpiano

 

Tempo 1.30 ore / Distanza 4,1 km / Dislivello + 220 – 165 metri / Difficoltà Facile

Inizia qui uno dei tratti più belli ed affascinanti dell’Antica Strada. Dopo un saliscendi, si abbandonano le fitte abitazioni e la risalita su mulattiere si fa decisa, incrociando case rade, già dimore rurali ed ora utilizzate come residenze.

Dopo circa 20 minuti si incontra la strada che collega Distone con Massenzano, congiungendosi alla litoranea nei pressi dell’albergo “Motta”. Si prosegue in direzione dell’alto lago per un breve tratto, fino al superamento delle case di Rango, dove ci si incammina per un viottolo in discesa.

Ph.: Gettyimages / Swen_Stroop

Oltrepassate le case di Piaser, si fa un salto indietro nel tempo attraversando l’antico borgo rurale di Massenzano (h. 0,30), realizzato su di un solido basamento dolomitico e costituito da fitte case in pietra e legno, collegate da corte viuzze acciottolate.

Una breve risalita lungo l’asfalto di via Matteotti fino al primo tornante, e poi l’Antica Strada Valeriana s’inoltra tra muri a secco che sostengono vecchi terrazzamenti.

Qui trovano posto gli estesi uliveti che rendono così celebre il presente tratto di lago e che rivestono un’importanza rilevante nell’economia locale. Nella zona, protetta dai freddi venti di tramontana, crescono anche esemplari di fico d’India (Opuntia ficus indica), ulteriore conferma del clima mediterraneo.

 

Terza tappa: Colpiano – Pisogne

Tempo 2 ore / Distanza 4,8 km / Dislivello + 400 – 50 metri / Difficoltà E

Da Colpiano inizia la salita a Zone, imboccando una via che sembra condurre direttamente in cima alla rocciosa Punta Cunicolo. Gli ambienti nuovi e diversi da quelli incontrati sinora sono più distanti dal lago e meno influenzati dal microclima.

Si attraversa la strada che conduce a Zone e si prosegue tra muretti in pietra ed una singolare strettoia nella roccia. Superando le ultime case, la salita (che insiste sulla sinistra idrografica della valle) si fa decisa.

Un paio di vecchi casolari e s’incrocia nuovamente lastrada che porta a Zone, nei pressi dell’impianto a fune che trasporta la dolomia estratta dalla cava Calarusso, sul Monte Pura, fino allo stabilimento di Marone per la lavorazione. Dopo pochi metri in discesa sull’asfalto, si avanza lungo una mulattiera acciottolata ai cui lati si trovano numerosi esemplari di nocciolo (Corylus avellana) e qualche castagno che hanno sostituito gli ulivi incontrati fino a poco prima, segno evidente del cambiamento di clima.

Ecco apparire, in prossimità di un tornante, le “Piramidi”: grossi “funghi” di terra che testimoniano il passaggio del ghiacciaio dell’Oglio durante la glaciazione würmiana, l’ultima in ordine cronologico.

Il ghiacciaio è penetrato in Val Bagnadore con una lingua laterale, creando una barriera e favorendo così il deposito morenico di materiale fine (sabbia, limo e argilla) e grossolano (massi e ciottoli). L’azione erosiva della pioggia sul deposito morenico isola, a poco a poco, grossi massi di roccia. Tali massi esercitano un’azione protettiva, ad ombrello sul materiale sottostante, fino a modellare una colonna di terra: la piramide. Quando il cappello cade, la piramide si disgrega rapidamente.

Dopo l’affascinate vista su quella che dal 1984 è Riserva Naturale Regionale, l’Antica Strada continua ed attraversa la frazione Cislano dove si trova la chiesa del XV secolo dedicata a S. Giorgio, affrescata all’interno e all’esterno. Nei pressi ci sono un punto di sosta, l’inizio dell’itinerario ad anello per la visita alle piramidi ed il centro visitatori, nonché un ampio parcheggio.

Si riprende il cammino lungo la strada asfaltata per qualche centinaio di metri, per poi piegare a sinistra tra prati in discesa. Occorre prestare molta attenzione alle tracce poiché il sentiero non è marcato. Qui ci si dirige al fondovalle, fino all’alveo del torrente che si attraversa poco più in basso, su di un ponticello in legno.

Una carrareccia risale sul versante opposto, lasciando la cascina di Marse sulla sinistra. Dopo i dolci prati con vista sull’abitato di Zone, ormai prossimo, e sulla Val Vandul, si attraversa la strada che collega la frazione di Cusato. Oltrepassandola, ci si addentra nella Val Rinat, sul cui fondo scorre il torrente che si supererà a breve per ritrovarsi immediatamente tra le case in pietra del centro di Zone (h. 1,50).

 

Terza tappa – Da Zone a S. Bartolomeo

Tempo 2 ore / Distanza 4,1 km / Dislivello + 235 – 355 metri / Difficoltà E

Lasciato il paese in direzione Nord, superato il cimitero, l’Antica Strada abbandona l’asfalto per un acciottolato dal sapore antico che si spinge nella Val Valurbes (h. 0,15).

L’ambiente circostante cambia nuovamente e compaiono le conifere, quali l’abete rosso, detto anche peccio e qualche raro larice mentre ai lati il nocciolo continua ad accompagnare la salita.

Sembra ancora di poter incontrare i viandanti, i pastori ed i mercanti che calcavano le stesse pietre, in un percorso lento ed instancabile che si perde nei secoli. Si è alle pendici del monte Guglielmo, Gölem per i bresciani, meta di numerose ascensioni estive e invernali.

Dall’Antica Strada si gode la vista della cresta Nord-Ovest che va dal monte Agolo a Punta Caravina a Dosso Pedalta. Nella stretta valle, a lato dell’acciottolato, è situata la chiesa del Disgiolo, superata la quale il percorso piega a sinistra. La strada si spiana, si aprono prati sulla destra con al centro la cascina Croce.

È il segnale dell’imminente arrivo al passo Croce di Zone a quota 903 metri, l’altezza più elevata di questo tragitto dell’Antica Strada Valeriana, nonché crocevia di molteplici sentieri e porta sulla Valcamonica.

A questo punto ci si può concedere una piccola sosta sulle panche dell’area attrezzata (h. 1,00).

Imboccata la mulattiera in discesa, che in questo tratto coincide con il sentiero nr 205 del CAI Pisogne, si attraversa un bosco vario e curioso, ricco di numerose specie vegetali che meritano un’osservazione attenta.

Tra queste spicca il castagno a cui fanno da cornice il faggio (Fagus sylvatica), il peccio (paghèr in dialetto bresciano), l’agrifoglio (Ilex aquifolium) e, nello strato arbustivo, il nocciolo. Alcuni esemplari secolari di castagno ed estesi prati annunciano l’arrivo in località Piazze.

Da qui si gode una panoramica sull’austero versante Nord della Corna Trentapassi, sull’abitato di Sedergnò e su San Bartolomeo, prossima meta. Più avanti l’Antica Strada si addentra in una macchia boscata costituita da castagni, betulle (Betula pendula) e pecci.

La discesa, inizialmente su gradoni, è decisa fino al tornante in località “Le Volte”, da cui si gode un ottimo panorama su tutto l’alto Sebino, la Val Cavallina e la Val Borlezza in terra bergamasca.

Una mulattiera nel castagneto guida l’escursionista al successivo tornante dell’Antica Strada da cui, accanto alla grossa fontana, si stacca una stradina che porta alla Chiesa di S. Bartolomeo in località Sedergnò.

Questa chiesa è degna di visita e, nelle immediate vicinanze, trova posto un’attrezzata area di sosta con panche e tavoli, all’ombra di maestosi castagni (h. 1,50).

Terza tappa – Da S. Bartolomeo a Pisogne

Tempo 1 ora / Distanza 3,7 km / Dislivello – 365 metri / Difficoltà E

Dalla fontana sul tornante prosegue la lunga discesa fino a Pisogne. Tra prati e castagni ben curati, superate un paio di baite, si entra nuovamente in un bosco percorrendo un lungo diagonale in leggera discesa. L’Antica Strada diviene sentiero, numerosi rigagnoli d’acqua lo attraversano.

Questa zona, fino a Govine, è particolarmente ricca di ellebori (Helleborus niger), detti bucaneve o stelle di Natale. Solo questo meriterebbe una visita a fine inverno per poterne apprezzare le numerose fioriture. Il sentiero incontra la carrareccia che conduce al “Dosso delle Sane” e la segue verso valle (h. 0,40).

Ph.: Gettyimages/Alessio Panarese

Poco più in basso ci s’imbatte nella Cappella di S. Defendente e la mulattiera da sterrata diviene cementata. Con le prime case di Govine si nota il salto di roccia che l’acqua deve affrontare prima d’incanalarsi nell’alveo del torrente che attraversa le abitazioni e gettarsi nel lago.

Si cammina lungo il lato sinistro del torrente, superando un ponte in pietra, ai lati del quale si trova una vecchia ruota in ferro, un tempo azionata dalle acque.

Da qui si entra, per una strettoia, nel borgo di Govine. Un percorso pedonale conduce alla Chiesa della Natività di Maria del XVI secolo.

Attraversato il torrente Trobiolo, si punta al centro storico di Pisogne, entrandovi attraverso un volto che si apre in Via Mercanti.

Presto ci si trova in centro, in piazza Vescovo Corna Pellegrini. Qui è possibile ammirare, verso monte, la chiesa parrocchiale e, in direzione del lago, la torre campanaria.

Avanzando, si percorre via Antica Valeriana ed uscendo dal centro storico, tra le ultime case di Pisogne, si giunge alla Chiesa S. Maria della Neve con affreschi del Romanino, punto di arrivo o punto di una nuova partenza per il meraviglioso viaggio lungo l’Antica Strada Valeriana (h. 1,10).

 

Informazioni utili

Il sito ufficiale di riferimento del cammino è ricco di informazioni utili sull’itinerario.

Qui si possono scaricare le tracce GPX.

Il percorso è stato suddiviso in tratti percorribili individualmente, almeno da Pilzone d’Iseo a Zone, poiché tutti i punti sono collegati con mezzi pubblici, nelle immediate vicinanze o a pochi minuti di cammino.

I tratti da Zone a Pisogne, invece, vanno percorsi in sequenza poiché l’Antica Strada Valeriana si svolge in territorio montano, non servito da mezzi pubblici e di non facile accesso con mezzi privati.

Comodi per i trasferimenti lungo i tratti dell’Antica Strada sono: il treno, i battelli che collegano l’alto con il basso lago, gli autobus. Il ritorno al luogo di partenza lo si può effettuare con questi mezzi, in modo da avere una visione diversa e particolare dell’articolato ambiente del Sebino bresciano.

Per informazioni e il supporto di una guida ci si può rivolgere agli accompagnatori di media Montagna e Guide Alpine lombarde

 

 

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