Pericoli di una ciaspolata: gli errori e i rischi più comuni sulla neve
Camminare sulla neve richiedere prudenza e preparazione
Ogni escursione, in qualunque stagione, va affrontata con la giusta dose di prudenza.
Questo è vero per itrekking dalla primavera all’autunno, ma ancora di più per le escursioni sulla neve.
A prima vista le ciaspolate sembrano somigliare alle camminate che si fanno nel resto dell’anno. In realtà le cose non stanno così.
L’inverno riduce il margine di errore che ti puoi permettere durante un’escursione.
La neve, per quanto magica e bellissima, aggiunge una serie di incognite di cui un escursionista responsabile non può non tenere conto, per l’incolumità propria e di chi lo accompagna.
Ecco allora 5 errori da non commettere, se vuoi goderti appieno e in sicurezza la tua esperienza sui sentieri di neve.
1. Non avere l’abbigliamento adeguato alle condizioni meteo
Ricorda che la natura è amica nella misura in cui la rispetti, soprattutto in inverno.
Rispettarla significa innanzitutto sapere che la neve e il freddo possono metterti a rischio, se li affronti in modo inadeguato o temerario.
Se durante le escursioni della buona stagione puoi commettere errori nell’abbigliamento senza avere troppe conseguenze, quando cammini nella neve rischi molto di più.
La scelta deve essere fatta per capi possibilmente “tecnici” specifici per l’inverno.
Attenzione in particolare alle ghette da trekking, dalle calze da montagna e dagli scarponi invernali.
Nella peggiore delle ipotesi, potresti incorrere in uno stato di pericolosa ipotermia.
Si tratta di una condizione che richiede intervento medico e che, nel caso di ciaspolata in solitaria, può farti perdere conoscenza, mettendo a rischio la tua vita.
Ricorda, quindi, che per ciaspolare in sicurezza occorre:
- scegliere un abbigliamento adeguato
- controllare il meteo nell’area dell’escursione, ad esempio utilizzando il servizio meteo dell’Aeronautica Militare
2. Non tenere conto della fatica di camminare sulla neve
Uno degli inconvenienti più spiacevoli in cui si può incorrere è quello di trovarsi ad affrontare un pendio ripido, pensando che abbia lo stesso livello di difficoltà rispetto ad un’ascesa in un’escursione estiva o primaverile.
In realtà non è così: le cadute sui pendii sono tra gli incidenti più comuni per gli appassionati di racchette da neve.
Questo per due ragioni: in primo luogo le ciaspole non hanno, di solito, la trazione necessaria ad affrontare un pendio e in secondo luogo se scivoli, puoi finire facilmente contro qualche roccia e farti davvero male.
Come fare?
Puoi dotarti di ramponi per affrontare la parte ripida del pendio e di bastoncini da trekking per aiutarti a superare la parte difficile.
Ricorda, però: se, studiando l’itinerario, ti accorgi che ha insidie che richiedono competenze alpinistiche e tu non ne hai, lascia perdere e trovane un altro alla tua portata.
Oppure chiedi consiglio ad una guida sul territorio.
3. Fare troppo affidamento sulla segnaletica dell’itinerario
La neve copre i sentieri tradizionali e può nascondere anche la segnaletica, quindi non ci vuole molto a capire che non potrai contare troppo su quella.
Avventurarsi su un itinerario innevato senza avere informazioni sul fatto che vi siano chiari punti di riferimento (una pista da sci, una strada forestale) o una segnaletica pensata apposta per le ciaspole, è molto pericoloso.
Perdersi sui sentieri di neve è davvero un attimo.
Non solo.
Potresti pensare che sul manto nevoso, se ti perdessi, potresti facilmente tornare sui tuoi passi, seguendo le impronte sulla neve.
Niente affatto: se, ad esempio, cominciasse a nevicare, le tue orme scomparirebbero insieme al sentiero.
E se perdi il sentiero, ti potresti ritrovare a scendere di quota e affrontare pendii difficili da risalire.
Insomma, un bel guaio. Conviene allora studiare bene l’itinerario che vuoi affrontare.
Se si tratta di percorsi pensati per i ciaspolatori, la segnaletica sarà a prova di neve.
Meglio comunque avere uno smartphone GPS o uno smartwatch GPS che ti dica sempre dove ti trovi.
Aggiungi anche un caricabatterie portatile, perché il GPS consuma non poco.
E ricorda: se hai anche il solo minimo dubbio, rivolgiti ad una guida locale.
4. In inverno il sole tramonta presto
Una regola fondamentale di tutti i trekking è calcolare il tempo necessario a percorrere un itinerario all’andata e al ritorno, per evitare di farsi cogliere impreparati dal calare delle tenebre.
Questa regola diventa un imperativo nel caso delle escursioni sulle ciaspole.
I più inesperti dimenticano questo banale dato di fatto: in inverno le ore di luce sono meno che nella bella stagione.
Non solo. Se anche ricordi questo particolare, non dimenticarne un altro: l’andatura sulle ciaspole è più lenta di quella dei trekking tradizionali.
Quindi: calcola bene i tempi dell’escursione sbagliando per eccesso piuttosto che per difetto e metti nello zaino una lampada frontale o una torcia.
Se avessi bisogno di luce, non sarebbe una buona idea usare quella dello smartphone, perché finiresti per scaricare la batteria.
5. Sottovalutare il rischio valanghe
Non credere che le valanghe siano affare solo di alpinisti o appassionati di scialpinismo.
In realtà, se ci sono pendii e se c’è neve, il rischio maggiore o minore di valanga c’è sempre.
Essere investiti da una valanga mette a rischio la vita.
Sia perché si può finire seppelliti sotto la neve, sia perché può trascinare verso le rocce, oppure portare con se detriti pericolosi.
Una volta saputo questo, che fare?
Intanto, informarsi bene sulla zona dove si vuole camminare con le ciaspole.
I bollettini valanghe locali e il servizio Meteomont dell’Arma dei Carabinieri già rappresentano un presidio importante.
Utile poi cercare informazioni sulla tendenza alle valanghe in quella zona, e se si hanno dubbi è sempre meglio contattare guide locali.
Se hai in mente di ciaspolare lontano dalle piste, in quel caso diventa obbligatorio il kit di sicurezza, composto da radiotrasmettitore, pala e sonda.
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