Rear view of two hikers joined by safety line in snowy mountains
Inverni più miti, con nevicate più intermittenti e forti sbalzi di temperatura rendono le montagne più pericolose.
Il maggiore pericolo associato alla montagna invernale è quello del distacco delle valanghe, ma il cambiamento climatico ha reso il panorama dei rischi molto più complesso.
Per questo adesso è importante approcciarsi alla montagna invernale con una giusta preparazione e con attrezzature adeguate.
Le Guide Alpine Italiane hanno esposto alcune importanti regole ed accortezze da adottare prima di affrontare escursioni in ambienti invernali e innevati in sicurezza.
Le valanghe, le scivolate e le cadute su pendii di neve ghiacciata non sono una novità ma, negli ultimi anni, è molto più difficile prevedere le condizioni del manto nevoso.
In questi inverni che alternano temperature miti, quasi primaverili anche ad alta quota, con rapidi cali termici è frequente imbattersi in pendii di neve ghiacciata, in passato piuttosto anomali nella stagione fredda.
Quando la neve subisce forti scossoni termici con picchi di caldo e di freddo ravvicinati, si possono creare problemi di stabilità.
Infatti il manto nevoso non gradisce i cambiamenti veloci, siano essi meccanici o termici .
Un’ondata di caldo anomalo a inizio inverno, che magari portano piogge anche ad alta quota, può trasformare un manto nevoso freddo in uno primaverile, creando seri problemi di neve bagnata atipici per la stagione invernale.
Le valanghe continuano ad essere un pericolo da valutare attentamente.
Gli autunni sempre più miti hanno portato il problema delle valanghe da slittamento a quote più alte, ma permangono anche i rischi delle valanghe a lastroni asciutti.
Insomma la situazione in alta quota si è fatto oggi più complessa.
Oggi, ancor più che in passato, è molto importante leggere i bollettini nivometeorologici, riconoscere eventuali segnali di pericolo e adottare azioni adeguate alla situazione del momento.
Negli ultimi anni c’è stato un aumento di escursionisti che praticano la montagna invernale senza la giusta attenzione e preparazione, magari attirati da inverni miti e alte temperature.
La presenza di lastre ghiacciate, o pendii di neve dura, è spesso causa di scivolate anche mortali, evitabili con la giusta attrezzatura e un minimo di formazione.
La prima accortezza da prendere è quella di utilizzare l’attrezzatura adeguata.
Oltre ad un abbigliamento tecnico, fatto da guscio tecnico e scarponi invernali, è importante avere i ramponi da neve sempre nello zaino, fondamentali per affrontare pendii di neve dura, creste o lastre di ghiaccio.
Anche trekker più esperti talvolta sottovalutano i nuovi rischi della montagna che derivano dai cambiamenti climatici.
La crisi climatica, che sta colpendo duramente gli ambienti montani, impone di valutare attentamente le condizioni delle montagne, senza fare troppo affidamento a precedenti esperienze negli stessi ambienti.
Secondo le Guide Alpine, un altro pericolo recente deriva dai social media, che spesso diventano veicoli di messaggi sbagliati e superficiali.
“L’emulazione, la competizione e la ricerca di qualche “like” in più, possono indurre alcune persone a spingersi oltre i propri limiti fino a ritrovarsi in situazioni pericolose” spiegano le Guide Alpine.
Come e quanto i cambiamenti climatici incidano sulle montagne è una questione centrale per le attività delle Guide Alpine, che vivono quotidianamente l’alta quota e da sempre adeguano pratiche e prassi alle condizioni effettive.
Il tema è oggetto di frequenti confronti a livello internazionale: a fine maggio, per esempio, l’Alto Adige ha ospitato un meeting delle Guide alpine UIAGM (l’unione internazionale che raggruppa le associazioni nazionali delle Guide alpine) durante il quale è stato affrontata proprio la tematica dei pericoli della montagna estiva nell’era del global warming.
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