

Come si affronta la prima escursione? Consigli utili per novelli escursionisti
Alcuni utili consigli per affrontare un'escursione dopo un periodo di inattività. Fare un'escursione nella natura è infatti un'attività ad alto dispendio energetico: ecco perché è necessario essere preparati prima di mettersi in marcia
Indicazioni utili per il primo trekking
Il trekking sta diventando una delle risposte più frequenti al bisogno di rallentare i ritmi e ritrovare il proprio equilibrio fisico e mentale.
Un’esperienza che va oltre l’attività sportiva, che permette di ritrovare un equilibrio interiore andando alla scoperta di ambienti naturali nuovi e incontaminati.
Un modo di viaggiare per scoprire nuovi territori, magari meno conosciuti e ancora non assaltati dal turismo di massa.
Inoltre, sotto il profilo atletico, si percepisce come un’attività meno intensa e traumatica di una discesa dalla montagna sopra un paio di sci.
Diciamo subito che queste impressioni sono condivisibili solo in linea di massima.
Fare trekking può, infatti, significare tante cose: stiamo facendo un sentiero pianeggiante che dura 3 o 4 ore oppure stiamo percorrendo la via Francigena.
È chiaro come queste due esperienze siano molto diverse e non siano entrambe alla portata di chi, per la prima volta, decide di fare un’escursione in montagna.
Qualcuno potrebbe storcere il naso per il paragone che abbiamo appena fatto: per i più puristi trekking significa, sostanzialmente, fare un viaggio a piedi. Quella in giornata invece è un’escursione.
Nel linguaggio comune, almeno in Italia, trekking ed escursionismo sono sostanzialmente sinonimi. Adesso però, vediamo alcuni consigli utili per affrontare questa esperienza per la prima volta.
Avere la giusta preparazione fisica
Sgombriamo subito il campo da incomprensioni: il trekking è un’attività ad alto consumo energetico, perché ad una minore intensità dello sforzo corrisponde una durata prolungata.
Un impiego particolare del nostro corpo, diverso da quelli di molte altre pratiche, che ha necessità di un percorso di graduale adattamento e allenamento.
La particolarità atletica del trekking spiega perché su un sentiero si possa trovare in difficoltà un ragazzo abituato a correre e a fare palestra e, invece, si possano incontrare persone più in la con gli anni che, in salita, riescono a staccare colleghi escursionisti ben più giovani.
Quindi prima di programmare un week end in montagna è importante fare un percorso di allenamento che porti il nostro fisico ad abituarsi a questi sforzi prolungati nel tempo.
Uno dei migliori allenamenti è iniziare a camminare di più, quotidianamente, anche in città. É molto importante anche allenare il “core”, ovvero il complesso di muscoli che sostengono il nostro corpo.
In questo articolo potete trovare tutti i consigli per allenarvi per un’escursione: dai muscoli coinvolti ai migliori esercizi da fare, anche in casa.
Iniziare piano e aumentare gradualmente
Le prime escursioni non devono essere ardite, proprio per la sua particolarità e per la necessità di abituare il fisico, iniziamo a camminare con gradualità.
In particolare modo se il nostro stile di vita è sedentario, si potrebbe iniziare con un’escursione con un dislivello massimo di 400 metri, senza tratti troppo ripidi, da fare per le prime quattro o cinque volte.
Dopo aver superato questo primo step senza troppa difficoltà si potrà iniziare ad aumentare il dislivello e la durata delle escursioni, sempre con gradualità e senza esagerare.
Tenere il proprio ritmo con costanza
Come abbiamo detto bisogna iniziare con un’escursione leggera per le prime quattro uscite, così da poter gradualmente aumentare la difficoltà.
È chiaro però che queste escursioni non potranno avere cadenza bimestrale o mensile, non ha alcun senso fare una lunga escursione una volta al mese e poi rimanere per settimane in uno stato di inattività.
Per poter passare ad un livello successivo è necessario essere costanti. In primo luogo cerchiamo di fare un’escursione abbastanza lunga ogni weekend, ma parte del lavoro va fatto anche in settimana.
Non dimentichiamoci delle nostre gambe e iniziamo a fare qualche spostamento in più a piedi anche in città, ne guadagneremo in salute fisica, mentale e nel portafoglio.
Imparare a conoscere il proprio passo
Iniziamo a camminare piano, con passo lento e cadenzato, ascoltiamo la nostra respirazione.
Dopo un po’ acceleriamo gradualmente il passo, tenendo un andamento più sostenuto, non appena sentiremo il battito cardiaco aumentare e il fiato scarseggiare rallentiamo di nuovo.
Imparare ad adattare il proprio passo al nostro allenamento, alla lunghezza e alla difficoltà del percorso è una delle competenze principali del buon trekker.
Proprio perché si tratta di attività con uno sforzo prolungato nel tempo è bene dosare le forze e regolarsi costantemente.
L’importanza del ritmo
Si cammina per conoscere, per gustare panorami e il silenzio di ambienti naturali incontaminati.
Fare qualche pausa per contemplare quello che ci circonda e bere un po’ d’acqua è una pratica sacrosanta, ma è meglio non eccedere con i pit stop.
Perché il buon trekker, grazie all’allenamento e alla capacità di regolare il passo, dopo qualche minuto di cammino riesce a trovare un proprio ritmo nel passo, il proprio tempo, quasi stesse suonando una melodia con le gambe.
Troppe pause rischierebbero di interrompere questo spartito.
L’importanza dei bastoncini da trekking
Sentirete molti dire che non sono essenziali, che si può camminare benissimo anche senza.
Ma non è così, i bastoncini hanno numerosi benefici per la camminata, non solo per aiutare il nostro equilibrio ma, soprattutto, per aiutarci a scaricare il peso dello zaino non solo sulla nostra colonna vertebrale.
Il trekking deve emozionare e coinvolgere, è un’esperienza che dona equilibrio e pace interiore, ecco perché è così importante essere preparati quando si inizia.
Perché talvolta gli imprevisti dovuti alla scarsa preparazione potrebbero rovinare quella che dovrebbe essere un’esperienza ricca di suggestioni.
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