Le regole per diventare un viaggiatore lento: ritrovare il piacere della scoperta
Il turismo lento è la risposta all’over tourism: differenze tra turista e viaggiatore
Molte persone quando pensano alla vacanza, estiva o invernale che sia, hannouna sola idea in testa, quella di poter finalmente riposare.
Magari sdraiati in un lettino o magari tra i locali di qualche località nota. Non siamo certo ipocriti, è una prospettiva che ha il suo fascino.
Ogni anno infatti migliaia di persone si danno appuntamento sulle coste della Toscana e della Sardegna, oppure nel centro di Cortina d’Ampezzo o Courmayeur.
Sono i turisti, in questi luoghi cercano il riposo totale, per loro vacanza significa letteralmente assenza di qual si voglia stimolo fisico e mentale, con l’unico obiettivo di avere un po’ di meritato riposo.
I viaggiatori cercano stimoli e scoperta
Ci sono i turisti si, ma ci sono anche i viaggiatori. O meglio, quelli che conosciamo meglio noi, i viaggiatori lenti.
Quando all’orizzonte si intravede qualche giorno di ferie, la prima cosa che fanno è informarsi per cercare nuovi territori da scoprire, possibilmente fuori dalle grandi rotte turistiche.
Il viaggiatore ha necessità di riposo, certo, ma principalmente dalla frenesia della vita quotidiana, da un mondo iperconnesso che non lascia più pause e spazi.
Per questo è alla continua ricerca di lentezza, per ritrovare una connessione con se stesso.
Al vero viaggiatore non piace saltare da un punto ad un altro prendendo un aereo, non piace la “toccata e fuga”, ma preferisce attraversare i territori, ha bisogno di assaporare il gusto della scoperta inaspettata.
Il suo mezzo di trasporto preferito sono le proprie gambe, magari con uno zaino in spalla, con l’ausilio di una bicicletta o un treno, magari di una di quelle linee che attraversano aree incontaminate in Italia ed Europa.
Le regole fondamentali del viaggiatore lento
1) Eliminare il rumore di fondo
Nel nostro quotidiano siamo costantemente bombardati da migliaia di messaggi e stimoli, che provengono dai diversi canali con cui relazioniamo.
I social network, lo smartphone, la tv e i continui messaggi su What’s App trasformano i nostri device in fastidiosi mostri che trillano e suonano ogni secondo, che sono progettati per essere sticky, ovvero appiccicosi.
Il primo passo è proprio riuscire a staccarsi da questi dispositivi, magari perché il nostro viaggio attraverserà aree in cui c’è poco segnale e in cui Wi-Fi è solo una chimera.
Queste destinazioni, che permettono ancora di rimanere un po’ disconnessi, sono un nirvana per ogni viaggiatore lento alla ricerca di esperienze autentiche.
2) Riscoprire il piacere dell’incontro
Siamo sempre connessi con ogni parte del mondo, tanto che non abbiamo più il piacere di parlare con le persone che incontriamo per strada o nelle scale.
L’incontro invece rappresenta una delle componenti principali del viaggio lento, l’occasione per scoprire storie e racconti che permettono di comprendere la vera anima dei luoghi visitati.
Fermarsi a cena in una locanda frequentata dagli abitanti della zona, ascoltarne le storie e le esperienze di vita, magari scoprendo che ci sono altri mondi, vicini sulla carta ma lontani e sconosciuti nei fatti.
La possibilità di imparare qualcosa o di prendere ispirazione da chi ha fatto scelte di vita diverse dalla nostra è così importante da meritare un piccolo aiuto, l’incontro va propiziato e cercato.
Cerchiamo l’osteria meno nota, fermiamoci un’ora di più a parlare con le persone, ascoltiamo quello che hanno da dire e spogliamoci di ogni spirito di prevaricazione, impariamo ad ascoltare.
3) L’imprevisto è un occasione:
Il turista maledice la coincidenza persa, il volo in ritardo, il giorno di sciopero dei treni o dei voli.
Il viaggiatore lento no, perché ogni passo fatto in un borgo, in un paesino o attraverso le colline fa parte del bagaglio di esperienze che si riporterà a casa.
Se, arrivato in stazione, si accorge che il treno è stato cancellato probabilmente reagirà con un sorriso pensando di avere il tempo di visitare quella chiesetta, quel borgo o di percorrere quel sentiero che non era riuscito a fare proprio per la partenza ravvicinata.
Questa è una regola aurea, l’imprevisto fa parte del viaggio ed è uno dei fattori principali di ogni nuova scoperta
. Arrabbiarsi non serve a nulla, imparare a trasformare una circostanza negativa è una di quelle doti che il viaggio può insegnare.
4) Imparare a rinunciare al superfluo
Questo tipo di viaggio, durante il quale si diventa un po’ viandanti, avrà bisogno di un bagaglio leggero che, nella maggioranza dei casi, si tradurrà in uno zaino da tenere in spalla.
I limiti di spazio e di peso imporranno delle rinunce in fase di preparazione, un ragionamento su cosa davvero sarà utile e cosa no.
Questa è una fase delicata e rappresenta uno spartiacque rispetto al turista che, probabilmente, per tre giorni di vacanza non potrà fare a meno di una valigia piena di cambi d’abito degna della più esigente pop star.
Il viaggiatore no, ha bisogno di qualcosa di un po’ più tecnico per gli spostamenti, un paio di scarpe leggere da trekking, e di qualcosa di più confortevole per le serate passate in compagnia.
Le camicie e le scarpe eleganti saranno solo un ricordo da lasciare a casa, nell’armadio, proprio a fianco alla valigetta del lavoro.
5) Il viaggio è un’esperienza essenzialmente interiore:
Oggi il viaggio è uno strumento per affermare se stessi sugli altri, si fa un viaggio come si acquisterebbe un prodotto esclusivo, per far vedere che si può.
Gli esperti di marketing sanno bene che il turista prima ancora del relax visita un territorio per mostrarlo sui social, prediligendo la località nota e i suoi scorci immortalati in mille post.
Proprio per questo nelle più frequentate destinazioni proliferano installazioni fotografabili come panchine giganti, scritte scolpite o strani monumenti.
Ci sono turisti che visitano città, territori e località con il solo scopo di scattare la foto nel luogo simbolo, riconoscibile da tutti, per mostrare il prezioso scatto agli amici.
Degna rappresentazione di un mondo in cui l’apparenza la fa da padrona.
Il viaggiatore vuole conoscere l’anima autentica di ogni luogo visitato, vuole entrare in connessione con i territori e l’ambiente che lo circonda, per comprendere meglio realtà diverse e tornare arricchito di storie nuove.
Per questo è importante osservare e attivare tutti i sensi, entrare in connessione con quello che ci circonda e solo dopo scattare una foto.
6) Imparare ad ascoltare il silenzio
Certo, il viaggiatore si troverà ad immergersi in centri storici, mercati tradizionali e feste di paese, dove la gioia, i suoni e i colori faranno bella mostra di se coinvolgendo l’osservatore.
Ma chi viaggia lentamente si troverà spesso a camminare nella natura, in scenari dominati da un silenzio “parlante”.
Occasioni preziose per ascoltare il rumore del bosco, del vento che muove le fronde del bosco oppure di qualche animale selvatico che cammina nel sottobosco.
Un catalogo di suoni al quale non siamo abituati e che un po’ ci spaventa, perché la natura non ci giudica.
Ci lascia il compito di rimanere soli con noi stessi per fare i conti con i giorni passati e quelli futuri. Questa è una delle esperienze più significative di questi viaggi.
Dopo aver ascoltato i (propri) silenzi si può tornare davvero cambiati e più consapevoli.
Non importa dove, può essere il cammino di Santiago, le montagne del Perù oppure magari a un paio d’ore di treno da casa, conta solo il come.
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