Escursioni a impatto zero: ecco come camminare sui sentieri senza lasciare tracce

Ogni appassionato di trekking dovrebbe imparare a camminare sui sentieri di montagna senza lasciare tracce del suo passaggio. Il turismo outdoor è sempre più diffuso, per questo è fondamentale che ciascuno impari a rispettare i territori: ecco alcuni suggerimenti per camminare a impatto zero

15 settembre 2024 - 11:53

Un buon escursionista cammina nella natura senza lasciare segni del suo passaggio

Se siete tra quelli che amano andare per sentieri a piedi o in bicicletta vi sarete però accorti che è sempre più difficile trovare aree totalmente incontaminate senza tracce dell’uomo.

Insomma anche la natura sta diventando sempre più “affollata”, circostanza testimoniata dal crescente numero di incidenti in montagna, spesso provocati da inesperienza e impreparazione.

Cerchiamo di non fraintendere, un maggior numero di amanti dell’outdoor è senz’altro positivo per molti motivi.

Primo fra tutti una maggiore sensibilità verso la natura e l’ambiente, c’è poi il miglioramento della salute di una popolazione più “mobile” e la riscoperta di una forma di turismo più consapevole e sostenibile.

Dobbiamo però fare uno sforzo importante, quello di non trasformare la montagna in un luogo sporco e affollato.

Capita sempre più spesso di percorrere un sentiero in mezzo ai boschi e trovare almeno una tra queste cose: cartacce, bottiglie di plastica, resti di un fuoco o confezioni di cibo.

Questa è l’unica nota negativa di questo amore per l’outdoor che è cresciuto negli ultimi anni: ma non è qualcosa di irreparabile, si può rimediare, basta un minimo di buona volontà.

Iniziamo col fare un elenco delle cose cui dovrebbe stare attento un trekker responsabile per minimizzare l’impatto del suo passaggio.

 

Rimanere sul sentiero: 

I sentieri di montagna non sono tracce casuali, ma sono stati creati pensando alla stabilità e alla sicurezza del suolo che attraversano, evitando i punti più delicati e pericolosi.

Ecco perché è importante evitare di spingersi all’avventura su crinali o dentro i boschi.

Camminando fuori dal tracciato si potrebbero attraversare ecosistemi delicati oppure aree particolarmente friabili e questo potrebbe danneggiare formazioni rocciose e mettere a rischio l’incolumità di chi si troverà a seguire le vostre tracce.

Ecco perché è sempre meglio evitare anche di seguire tracce e sentieri secondari.

 

Camminare in gruppo si, ma con misura

Il cammino, se fatto in compagnia, aiuta a cementare i rapporti: un’ora passata insieme a camminare senza le distrazioni della modernità vale doppio, è più intensa e vera di molte altre esperienze.

Però una folla di più di dieci persone potrebbe provocare dei danni passando su piccoli sentieri di montagna, meglio sempre rimanere sotto questo numero quando si organizzano dei gruppi.

Se si è in tanti disporsi in fila indiana con non più di due o tre persone affiancate, per così da riuscire a passare tutti sul tracciato del sentiero senza calpestare alte aree limitrofe.

 

Non contaminare le fonti d’acqua

L’acqua è un bene comune ed essenziale, specie nelle aree naturali in cui vive anche la fauna selvatica che le utilizza come fonti di abbeveramento.

L’idea di accamparsi lungo un corso d’acqua potrebbe affascinare, in particolare se dobbiamo passare una notte in tenda.

La nostra presenza però potrebbe infastidire gli animali che, spaventati dalla presenza umana, potrebbero sentirsi minacciati fino a considerare quella fonte d’acqua non più sicura per loro.

Per questo è bene fermarsi sempre a una certa distanza da laghetti e ruscelli, evitando di lasciare troppe tracce del nostro passaggio.

Una cosa da evitare assolutamente è utilizzare il corso d’acqua come lavastoviglie o lavatrice.

Se dobbiamo pulire qualche attrezzatura cerchiamo di prendere un po’ d’acqua e di utilizzarla poi a distanza dal corso d’acqua, così da evitare contaminazioni.+

 

Non raccogliere nulla

Lo abbiamo fatto tutti almeno una volta, non solo in montagna ma anche al mare.

Mai portare via fiori, piante, pietre, rami o sabbia dall’ambiente naturale, questo potrebbe  creare dei danni all’equilibrio delle aree naturali.

Una valle, un bosco o una prateria sono ecosistemi complessi e in un equilibrio che può essere mutato anche da gesti per noi insignificanti, come portare via un fiore.

Inoltre, bisogna ricordare che quel sentiero sarà percorso nell’arco di un anno da centinaia di persone che potrebbero avere la stessa “tentazione”.

 

Anche l’abbigliamento potrebbe contaminare la natura

Sembra paradossale ma si è scoperto che il materiale con cui sono creati alcuni capi di abbigliamento tecnico per l’outdoor e il trekking sono trattati con sostanze chimiche dette PFC (Perfluorocarburi).

Preparati chimici che sono pericolosi non solo per chi indossa i capi di abbigliamento e li lavora ma soprattutto per l’ambiente.

Infatti i PFC sono utilizzati per impermeabilizzare le membrane e sono sostanze molto pericolose per l’ambiente e  gli organismi viventi, infatti si diffondono nell’atmosfera e nell’acqua.

La loro persistenza ne rende difficile la degradazione da parte dei processi naturali, consentendone la diffusione su tutto il globo con una permanenza di diverse centinaia di anni!

Un problema serio che vede coinvolta in prima linea Green Peace che sta portando una battaglia contro quei brand che ancora utilizzano questa sostanza nei loro processi produttivi.

Per vivere a impatto zero è importante scegliere con cura quello che si indossa quando si va nella natura per ridurre il proprio impatto ambientale.

Ovvio che tutto questo riferito ad una persona può avere conseguenze trascurabili, ma se si considerano le centinaia di migliaia di persone che, solo in Italia, si dedicano alle attività outdoor ogni anno, le dimensioni del fenomeno possono esser ben diverse.

Non lasciare rifiuti o resti di cibo

Il significato di nulla in questo caso è letterale, ovviamente nessuno, che abbia a cuore l’ambiente, si sognerebbe di abbandonare sul sentiero cartacce, plastica o le confezioni del cibo.

Molti di più però sottovalutano il pericolo dei residui organici, come bucce di mele o banane (ci mettono 2 mesi per decomporsi),  o resti di cibo lavorato che può essere pericoloso per la fauna selvatica.

Proprio gli animali selvatici, come per esempio gli scoiattoli, non devono mai essere nutriti dagli umani perché il nostro cibo lavorato non è adatto al loro organismo e potrebbe fargli male.

Inoltre, specie nelle aree più frequentate, possono diventare dipendenti e non essere più in grado di procurarsi cibo da soli.

 

Non accendere fuochi

Ogni estate purtroppo i telegiornali sembrano bollettini di guerra, incendi che distruggono ettari di bosco e natura, una delle minacce più gravi per l’ambiente e la biodiversità.

Il fuoco è un elemento naturale potentissimo e difficilmente controllabile.

È molto facile che una piccola fiamma possa crescere improvvisamente, a causa di una folata di vento o di una nostra distrazione.

Le conseguenze di un incendio sono incalcolabili per questo, a meno che non sia strettamente necessario, la cosa migliore è evitare  di accendere fuochi nei boschi.

 

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