Fulmini in montagna: come gestire il rischio nelle escursioni e nelle salite alpinistiche
Durante la stagione estiva, aumenta la frequenza delle escursioni e delle salite alpinistiche in alta quota.
Quando il meteo è instabile, i fulmini rappresentano un pericoloda non sottovalutare.
Per garantire la sicurezza di tutti gli appassionati di montagna, il Collegio Nazionale Guide Alpine ha intervistato Giacomo Poletti, ingegnere ambientale e docente di meteorologia per il Collegio Guide Alpine del Trentino da oltre 13 anni, per fornire consigli utili su come riconoscere le condizioni meteorologiche pericolose, le misure preventive da adottare e le strategie di comportamento in caso di temporali improvvisi.
Poletti sottolinea: “La corretta informazione e preparazione sul tema dei fulmini è fondamentale per prevenire incidenti in montagna.”
Perché le aree montane sono più soggette ai fulmini
Secondo Giacomo Poletti, le aree montane sono più soggette alla caduta di fulmini per almeno tre motivi principali.
In primo luogo, rocce e versanti si riscaldano sotto il sole più dell’aria circostante, innescando moti convettivi che favoriscono la formazione di temporali.
“Questo fenomeno è particolarmente evidente nelle giornate estive, quando le temperature possono raggiungere picchi molto elevati,” spiega Poletti.
In secondo luogo, l’effetto di sollevamento forzato dei venti causato dai monti aumenta la probabilità di temporali.
“I venti vengono spinti verso l’alto quando incontrano i rilievi, favorendo la formazione di nubi temporalesche,” aggiunge.
Infine, le vette montane, essendo più vicine alla base delle nubi, diventano punti frequentemente colpiti dai fulmini: “La minor distanza tra la cima delle montagne e la base delle nuvole temporalesche rende queste aree particolarmente vulnerabili.”
Come si formano i fulmini
I fulmini si formano attraverso vari processi all’interno delle nubi.
L’aria ascendente all’interno delle nubi trasporta piccole particelle di acqua o ghiaccio verso l’alto, dove collidono con gocce di grandine più pesanti che cadono verso il basso.
“Queste collisioni separano le cariche elettriche, accumulando cariche negative in basso e positive in alto nella nube,” spiega Poletti.
“Quando il campo elettrico diventa sufficientemente forte, si verifica una scarica elettrica tra la nube e il suolo, producendo il classico fulmine nube-terra.” Altri tipi di fulmini includono quelli intranube e nube-nube.
“I fulmini intranube si verificano all’interno della stessa nube, mentre i fulmini nube-nube avvengono tra nubi vicine. Tutte queste scariche sono potenzialmente pericolose per chi si trova in alta quota.”
Segnali precursori del rischio di fulmini
Esistono segnali che indicano l’imminente rischio di fulmini, ma spesso si manifestano con poco anticipo. “Pochi istanti prima dello scoccare del fulmine, si possono avvertire crepitii nell’aria o ronzii dalle attrezzature metalliche,” spiega Poletti.
“In certi casi, i capelli possono elettrizzarsi e sollevarsi.” Inoltre, da oggetti elevati o appuntiti come croci, pali o alberi, possono fuoriuscire getti e bagliori di aria luminescente, spesso azzurrognola, ionizzata (i cosiddetti fuochi di Sant’Elmo).
“Questi segnali indicano un rischio imminente, e bisogna abbassarsi immediatamente di quota e evitare di essere il punto più alto nei dintorni,” consiglia Poletti. “La nostra attrezzatura non deve mai risultare l’oggetto più elevato dell’area.”
Comportamenti da adottare durante un temporale
Se ci si trova all’aperto durante un temporale, è fondamentale non essere il punto più alto nei dintorni e non stare vicino a oggetti elevati.
Poletti consiglia di abbassarsi velocemente di quota, abbandonare creste e cime e trovare riparo in punti depressi o concavi.
“Accovacciarsi a riccio e tenere i piedi uniti può proteggere dal potenziale elettrico,” suggerisce.
“Questa posizione riduce il rischio di folgorazione in caso di fulmine nelle vicinanze.” È importante anche evitare di fermarsi sotto alberi isolati o elevati, poiché questi possono attirare i fulmini. “Se si è in gruppo, è consigliabile separarsi per ridurre il rischio complessivo.”
Dove trovare e come scegliere un riparo
Cercare riparo in cavità naturali o artificiali è una buona strategia, ma bisogna evitare di sostare agli imbocchi o di appoggiarsi alle pareti.
“Le grotte o i rifugi naturali offrono una protezione, ma è importante non sostare agli ingressi per evitare di creare un arco elettrico,” spiega Poletti.
“Sedersi sullo zaino all’interno della cavità può essere una buona soluzione.”
Se si trova riparo in un’auto o in un edificio, è importante non toccare parti metalliche e staccare i cavi dalle prese.
“Le auto proteggono grazie all’effetto gabbia di Faraday,” afferma Poletti. “Anche negli edifici, evitare di usare rubinetti e staccare apparecchi elettrici può prevenire incidenti.”
Miti da sfatare sui fulmini
Contrariamente a quanto si pensa, oggetti metallici e smartphone non attirano i fulmini, ma possono scaldarsi in caso di fulminazione.
“È meglio metterli nello zaino per evitare ustioni,” consiglia Poletti. “Il pericolo di fulmine cessa quando non si sentono più tuoni per almeno mezz’ora.”
Poletti sfata anche il mito che i moschettoni o gli oggetti metallici attirino i fulmini: “Non è vero, ma questi oggetti possono scaldarsi per effetto Joule e causare ustioni se attraversati da correnti vaganti.”
Primo soccorso in caso di colpo di fulmine
Se qualcuno viene colpito da un fulmine, è fondamentale prestare soccorso immediato.
“Il corpo non immagazzina corrente elettrica, quindi la vittima va soccorsa subito,” spiega Poletti. “Chiamare il 112 e seguire le indicazioni per il massaggio cardiaco e la respirazione bocca a bocca è essenziale.”
Le scariche elettriche possono causare contrazioni muscolari violente, fratture, arresti cardiaci e ustioni. “È importante agire rapidamente per aumentare le possibilità di sopravvivenza.”
Statistiche sugli incidenti causati dai fulmini
In Italia, i morti per fulmini sono diminuiti significativamente, passando da 40/50 all’anno negli anni ’80 a 10/15 attuali, grazie a una maggiore attenzione alle previsioni meteo e al miglioramento tecnologico degli impianti elettrici.
“Sulle Alpi, i casi di fulminazione mortale sono meno di 10 all’anno, ma le lesioni non mortali sono molto più numerose,” riferisce Poletti.
“Questi dati evidenziano l’importanza di una corretta informazione e preparazione per prevenire incidenti in montagna.”
Frequenza dei fulmini nelle aree montane
I temporali sono più frequenti durante i mesi estivi, con un picco a luglio.
Le fulminazioni sono più comuni nelle ore pomeridiane e serali. “Con il progredire della stagione calda, i temporali tendono a spostarsi verso il centro delle catene montuose,” spiega Poletti.
“A settembre, l’instabilità diminuisce con l’arrivo delle prime inversioni termiche.” Tuttavia, Poletti avverte che è possibile incontrare temporali in montagna durante tutto l’anno, incluso l’inverno, soprattutto quando i mari sono più caldi della norma.
Influenza del cambiamento climatico
Il cambiamento climatico sta aumentando l’intensità dei temporali e il diametro medio dei chicchi di grandine.
Sebbene la frequenza dei temporali non sia chiaramente aumentata, le condizioni meteorologiche più estreme portano a temporali più intensi.
“È lecito aspettarsi temporali più estesi durante più mesi dell’anno,” afferma Poletti. “L’aumento delle temperature e dell’umidità disponibile nell’aria contribuisce a fenomeni temporaleschi più violenti e frequenti.”
Previsioni meteorologiche e risorse utili
Per prevedere i temporali, è consigliabile consultare i bollettini regionali e prodotti sperimentali come pretemp.altervista.org e estofex.org.
“Questi siti offrono previsioni in termini di probabilità, con mappe e testi che descrivono la situazione per il giorno successivo,” spiega Poletti.
“Nel breve termine, i radar meteo e i siti che riportano la caduta di fulmini in diretta, come lightningmaps.org e blitzortung.org, sono strumenti preziosi per la sicurezza in montagna.”
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