climbers walking down a road in a Dolomite mountain landscape after a hard climb with a great panorama view behind them of the Alta Badia mountains
La buona educazione sui sentieri non è sicuramente la prima cosa a cui si pensa quando si organizza un trekking.
Altre sono naturalmente le priorità: cosa mettere nello zaino, come sarà il tempo, come arrivare all’inizio dell’itinerario.
Tuttavia, quando siamo sui sentieri, il mancato rispetto di alcune regole di bon-ton dell’escursionista potrebbe rovinare l’esperienza nostra e di chi incontriamo lungo il cammino.
Vediamo allora quali sono le 8 regole fondamentali di buona educazione da rispettare quando si va sui sentieri.
Ricorda che in tutti gli itinerari di trekking, chi sale ha la precedenza.
Se sei su un sentiero che non dà possibilità di passare sia a chi sale che a chi scende e stai scendendo, fai un passo di lato.
Devi consentire a chi viene su di non interrompere lo sforzo che sta facendo.
Ph.: Gettyimages/Nicola Colombo
Se poi si tratta di sentieri frequentati anche da animali domestici – cavalli. muli etc. – il trekker dovrebbe cedere il passo all’animale.
Se, come purtroppo accade, sullo sterrato transitano anche motociclisti, spetterà a loro cedere invece il passo all’escursionista.
Il sentiero non è l’autostrada. Se davanti a te ci sono escursionisti che vanno a un passo più lento del tuo, sorpassali educatamente (in teoria andrebbe fatto anche in autostrada).
Un bel “buongiorno” da escursionista, per annunciare il tuo arrivo alle spalle, riconcilia te e i tuoi colleghi temporanei di escursione con le buone maniere e l’armonia della natura.
Passa avanti dove il sentiero si allarga, evitando di far fermare chi ti precede.
A meno che chi ti sta davanti, conoscendo le regole del bon ton sui sentieri, non decida di cederti il passo, che è un’altra buona norma quando ci si rende conto che chi arriva da dietro ha un passo più veloce del nostro.
Per gli appassionati di natura e outdoor andare sui sentieri significa immergersi completamente nella natura che ci circonda.
Essere avvolti dai suoni del bosco e dei ruscelli, dal canto degli uccelli, dal fruscio delle foglie al vento sugli alberi, è tutto ciò di cui abbiamo bisogno.
Il volume della voce sui sentieri, specialmente quando si cammina in gruppo, dovrebbe essere modulato.
Evitare che la voce umana diventi la colonna sonora prevalente della camminata è una buona cosa.
Per farla breve: parlare sì, urlare no.
Anche se ti si para davanti una vista meravigliosa, un’altra delle ragioni di godimento per cui si va a fare trekking, trattieni la voglia di urlare dalla gioia. Men che meno è una buona idea portarsi apparecchi tipo mini stereo.
La fauna selvatica può essere spaventata dalla musica riprodotta dagli altoparlanti e questo può avere gravi ripercussioni sulla loro sopravvivenza.
I sentieri sono fatti per essere seguiti. Andare fuori traccia è pericoloso per la tua incolumità.
Anche e soprattutto nelle tracce che non sono chiarissime e pulitissime è fondamentale tenersi lungo la linea di cammino evidente.
Ph.: Gettyimages/diego_cervo
Girolonzare a destra e manca infatti significherà non solo un maggior rischio di perdere la traccia principale e finire nei guai, ma renderà ancora più difficile distinguere il sentiero a chi verrà dopo di noi, finendo per mettere a repentaglio la sicurezza di tutti i trekker.
Chi fa trekking da molti anni, lo sa: uno dei momenti piacevoli dell’escursione è quando s’incontrano altri escursionisti, completamente sconosciuti, e si fa quello che in strada, in città, non si fa mai: ci si saluta.
Un segno di condivisione del cammino, quasi una metafora della vita in cui il sentiero e il passaggio del tempo si confondono.
Siamo sullo stesso sentiero, un po’ come “siamo sulla stessa barca”. Se sei un escursionista alle prime armi, quindi, non fare come in città.
Non ingrugnirti quando incontri qualcuno: salutalo con un sorriso.
Per chi ama i cani, andare per sentieri con il proprio amico a 4 zampe è una delle massime felicità.
Ricorda però che avere un cane deve moltiplicare il tuo senso di responsabilità.
Devi tenerlo al guinzaglio, dove è necessario farlo.
Questo è importante per la sua stessa incolumità, ad esempio se attraversi un territorio dove siano presenti lupi e cinghiali.
Ph.: Gettyimages/Zbynek Pospisil
Inoltre non dimenticare che non tutti amano i cani. Anzi c’è chi li teme e per loro non è un’esperienza piacevole vedersi arrivare, dietro una curva di sentiero, un cane libero che magari ti abbaia.
Sembra di sentirti: “Eh, ma il mio cane non farebbe male a nessuno”.
Questa giustificazione non è accettabile: prima di tutto perché comunque non vale lo spavento di un escursionista.
In secondo luogo perché nessuno può mettere la mano sul fuoco rispetto alla reazione di un cane di fronte a sconosciuti, magari con bambini.
Ah, importante: non lasciare la popò del tuo cane sui sentieri, “perché tanto siamo nella natura”.
Se lo facessero tutti, sarebbe dannoso per l’ambiente.
_ Per saperne di più, puoi leggere questo articolo.
C’è chi ama camminare da solo e chi in gruppo. C’è poi chi ama alternare le due esperienze.
Nessuno ovviamente può giudicare le preferenze personali.
Una cosa è certa: tutte le regole di buona educazione che abbiamo indicato in questo articolo diventano ancora più importanti quando ci si muove in gruppo.
Questo vale innanzitutto per l’attenzione che un gruppo deve porre all’inquinamento acustico, non solo per rispetto degli altri escursionisti, ma anche dell’ambiente.
Per la natura l’impatto di un gruppo di trekker è sempre più delicato di quello di singoli camminatori.
Basti solo pensare all’impatto sulla traccia del sentiero: se il gruppo è davvero grande il rischio di allargarla pericolosamente è reale.
Meglio dunque disporsi in modo da non oltrepassare i limiti del sentiero, con tutti i pericoli che abbiamo già indicato.
In definitiva: si può assolutamente fare trekking in gruppo, ma quanto più il gruppo è grande, tanto più l’approccio sul sentiero deve essere consapevole.
Fare trekking implica innanzitutto avere rispetto dell’ambiente che ci circonda. Mettiamola così: se non lo fate per qualche ideale universale, fatelo egoisticamente.
Se lasciate tracce ingombranti del vostro passaggio, concorrete a deturpare la natura, inducete altri a farlo e, alla fine, renderete meno attrattivo fare trekking.
Infatti: andreste a camminare in un luogo rovinato dal passaggio di escursionisti senza rispetto?
L’idea è quella di non alterare il territorio che visitate, neppure per lasciare dei “romantici” ricordi.
Avete presente chi incide il nome sulla corteccia di un albero? Pensate se lo facessero tutti.
Lungo i sentieri dovrebbe rimanere solo un ricordo di voi: le tracce dei vostri passi, destinate ad essere confuse con quelle degli altri escursionisti che verranno dopo.
In questo articolo spieghiamo come non lasciare tracce quando si percorre un sentiero, per fare dei trekking sostenibili.
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