Da qualche tempo questa è una delle domande maggiormente ricorrenti.
Le app “navigatore” sfruttano il GPS interno di tablet e smartphone si stanno diffondendo rapidamente.
Alcune risultano studiate appositamente per il mondo outdoor e comprendono alcune funzioni utili per escursionisti e ciclisti.
Tuttavia l’utilizzo del proprio telefonino in questi casi non è del tutto auspicabile se non per casi sporadici e di breve durata.
Lo smartphone è uno strumento fragile e poco gradisce scrosci di pioggia o cadute in bicicletta.
Un navigatore GPS è costruito appositamente per resistere a urti, fango, pioggia e tutti i maltrattamenti tipici della vita outdoor.
Inoltre l’autonomia media di uno smartphone è molto inferiore a quella di un vero navigatore.
Inooltre il navigatore funziona anche con normali batterie, dunque in caso di escursioni prolungate, anche plurigiornaliere, basta infilare un paio di batterie in più nello zaino.
Sarebbe anzi buona norma cercare di mantenere il proprio telefonino in buono stato, in maniera da potervi fare conto in caso di vera necessità.
Bisogna evitare di trovarsi smarriti nel bosco e anche senza batteria per effettuare una chiamata d’emergenza.
I GPS negli smartphone ottengono buoni risultati in ambito urbano dove per il rilevamento di posizione vengono utilizzate anche altre reti oltre a quella satellitare.
Ph.: Gettyimages/Dolomites-image
Nel bosco o in ambienti non serviti dalla telefonia le potenzialità di questi strumenti possono decadere e la loro precisione non è paragonabile a quella di un moderno navigatore satellitare.
Anche per quanto riguarda la cartografia, vale la pena di muovere un appunto.
La maggioranza delle app utilizza servizi cartografici on-line.
In zone remote o di montagna, al di fuori di una copertura telefonica di buona qualità ci si potrebbe trovare improvvisamente senza possibilità di fruire della cartografia.
Questo non accade con un buon navigatore.