GPS per il trekking e la mountain bike: 9 domande e risposte
Quanto conta la differenza di prezzo tra i modelli? Quanta memoria deve avere un buon GPS? Perché non basta il navigatore dello smartphone? Open source o cartografia a pagamento? Tutto quello che c'è da sapere per orientarsi consapevolmente nella scelta del navigatore satellitare per il trekking e l'outdoor.
Numerosi appassionati ci chiedono informazioni e consigli per acquistare il navigatore o per utilizzarlo al meglio.
Proviamo a raccogliere in queste pagine le 9 piùcuriose, interessanti o pressanti domande sul mondo GPS nel trekking e nella mountain bike.
1 – La differenza di prezzo: come faccio a scegliere il modello più adatto a me?
La più banale ma anche la più ricorrente tra le domande che ci vengono poste.
Sebbene oggi la grande maggioranza dei navigatori satellitari condivida gran parte delle funzioni e delle capacità, ogni modello è normalmente ben profilato per incontrare le necessità di un certo tipo di utenza.
Le differenze non si fermano alla dimensione del display o alla quantità di memoria.
Alcuni modelli sono dotati di hardware più performanti.
Ad esempio possono ottimizzare lo scorrimento a video della cartografia mentre si è in movimento, o essere più veloci nell’effettuare ricerche nell’ambito degli archivi interni di dati altri hanno funzioni specifiche legate all’allenamento.
Molti modelli apparentemente simili si differenziano anche per dotazioni importanti.
Tra queste ad esempio il fatto di avere una bussola interna oppure di fare riferimento per l’orientamento al solo rilevamento GPS come nei modelli più semplici
Alcuni modelli più recenti sono anche in grado di utilizzare sia la costellazione di satelliti GPS sia i GLONASS, offrendo un più veloce e preciso posizionamento anche nelle situazioni maggiormente difficili.
Le differenze di prezzo che si notano scorrendo i listini e guardando le vetrine non sono arbitrarie.
Una volta deciso infatti il modello che ci interessa, questo può essere proposto in diverse declinazioni.
Con o senza macchina fotografica, con o senza bussola o con diverse dotazioni di memoria interna etc. etc.
Scegliere un navigatore senza aver esperienza di come si usano e di come funzionano non è semplice, soprattutto perché non si ha una visione chiara di quali siano le funzioni che ci possono venire utili.
Dovendo partire da zero in autonomia, crediamo che il modo migliore per scegliere uno strumento sia quello di partire dalla propria attività principale.
Si tratta di guidare un’auto, trekking, ciclismo e via dicendo, oppure allenamento sportivo?
Occorrerà acquistare uno strumento orientato per quella specifica destinazione d’uso.
2 – Lo stesso modello viene proposto con diverse dotazioni di memoria, di quanta memoria ho bisogno?
Per rispondere correttamente a questa domanda bisogna prima chiedersi che cosa dovrà contenere questa memoria.
La quantità di memoria non è un problema per quanto riguarda la memorizzazione di tracce, rotte e waypoints.
I limiti di memorizzazione per questo tipo di informazione sono infatti notevoli per un qualsiasi uso.
La memoria interna disponibile che è invece utilizzata pesantemente per l’archiviazione di cartografia.
Come farsi un’idea di quanta cartografia ci possa stare all’interno del nostro navigatore?
Basti pensare che la carta stradale completa dell’Europa occidentale occupa poco più di 2Gb.
Paradossalmente 2Gb di memoria sono anche quelli necessari per contenere la cartografia TrekMap Italia V3Pro.
Ovviamente questo dipende dalla quantità di informazioni che una cartografia contiene, vale però anche la pena di osservare due dettagli.
Innanzitutto le cartografie specifiche, come appunto quelle sentieristiche.
Si acquistano direttamente su scheda di memoria, dunque non vanno a “intasare” la memoria interna dello strumento, al tempo stesso quante volte ci potrà servire di avere caricato sul nostro navigatore un territorio così grande?
Normalmente, sia che si tratti di un’escursione giornaliera, sia che si tratti di una vacanza itinerante, magari in camper, difficilmente avremmo necessità di caricare sul nostro strumento più di due o tre nazioni per volta.
Questo detto, va anche ricordato che i vari software che ci consentono via PC di selezionare quali mappe installare sul nostro navigatore, permettono di caricare soltanto le porzioni di cartografia che ci interessano.
Potremo, in vista di un viaggio, precaricare sul nostro strumento una cartografia stradale base per raggiungere la nostra meta.
E poi installare una cartografia molto dettagliata, dedicata al trekking e MTB solo relativamente al comprensorio che intendiamo esplorare con maggiore attenzione.
3 – Posso usare il GPS dello smartphone, perché mai dovrei comprarmi un vero navigatore?
Da qualche tempo questa è una delle domande maggiormente ricorrenti.
Le app “navigatore” sfruttano il GPS interno di tablet e smartphone si stanno diffondendo rapidamente.
Alcune risultano studiate appositamente per il mondo outdoor e comprendono alcune funzioni utili per escursionisti e ciclisti.
Tuttavia l’utilizzo del proprio telefonino in questi casi non è del tutto auspicabile se non per casi sporadici e di breve durata.
Lo smartphone è uno strumento fragile e poco gradisce scrosci di pioggia o cadute in bicicletta.
Un navigatore GPS è costruito appositamente per resistere a urti, fango, pioggia e tutti i maltrattamenti tipici della vita outdoor.
Inoltre l’autonomia media di uno smartphone è molto inferiore a quella di un vero navigatore.
Inooltre il navigatore funziona anche con normali batterie, dunque in caso di escursioni prolungate, anche plurigiornaliere, basta infilare un paio di batterie in più nello zaino.
Sarebbe anzi buona norma cercare di mantenere il proprio telefonino in buono stato, in maniera da potervi fare conto in caso di vera necessità.
Bisogna evitare di trovarsi smarriti nel bosco e anche senza batteria per effettuare una chiamata d’emergenza.
I GPS negli smartphone ottengono buoni risultati in ambito urbano dove per il rilevamento di posizione vengono utilizzate anche altre reti oltre a quella satellitare.
Nel bosco o in ambienti non serviti dalla telefonia le potenzialità di questi strumenti possono decadere e la loro precisione non è paragonabile a quella di un moderno navigatore satellitare.
Anche per quanto riguarda la cartografia, vale la pena di muovere un appunto.
La maggioranza delle app utilizza servizi cartografici on-line.
In zone remote o di montagna, al di fuori di una copertura telefonica di buona qualità ci si potrebbe trovare improvvisamente senza possibilità di fruire della cartografia.
Questo non accade con un buon navigatore.
4 – Open source o cartografia a pagamento?
Garmin distribuisce cartografia di alta qualità dedicata ai propri navigatori.
Questo vuol dire che è realizzata in maniera da ottimizzare la fruibilità a display e che all’interno di questi prodotti vi sono dei contenuti aggiuntivi specifici per i diversi tipi di utilizzo.
Questo ha un costo, ma i risultati in termini di soddisfazione nell’utilizzo molto elevati.
Informazioni sulle strade, sui sensi di percorrenza, sui sentieri, sui toponimi e sulle risorse presenti nel territorio, ad esempio, sono sempre molto esatte.
E, soprattutto, sono rappresentate in cartografia in maniera da essere facilmente leggibili a qualsiasi scala di visualizzazione.
Così non è ancora per i molti prodotti Open Source disponibili.
5 – Mi sto allenando in maniera sistematica: mi conviene acquistare uno strumento dedicato all’allenamento?
Tutti i nuovi modelli di navigatore dedicati alla vita all’aria aperta sono compatibili con i vari sensori quali fascia cardio, sensore di pedalata e via dicendo.
Quelli specificatamente dedicati all’attività sportiva associano direttamente le funzionalità legate al rilevamento della posizione a quelle di gestione e controllo del proprio allenamento.
Sono dotati di funzioni specifiche che permettono, sulla base ad esempio di un percorso, di far risaltare la nostra attuale prestazione rispetto agli obiettivi di allenamento preimpostati.
Va da sé che questi tipi di strumento risultano meno polivalenti.
Il loro scopo non è più quello di aiutarci nell’orientamento, bensì quello di controllare il nostro procedere.
Permettono di valutare tempi di percorrenza, stato di affaticamento, raggiungimento di obiettivi nell’allenamento.
Sono strumenti specifici che rappresentano un ottimo investimento proprio nel momento in cui la tua sistematicità nell’allenamento rende necessario poter valutare in maniera ottimale i tuoi progressi.
6 – Sul mio Garmin Oregon ho scoperto la funzione “ media waypoint”, a cosa serve?
Normalmente ci fidiamo della sensibilità del nostro navigatore e del risultato dell’attivazione della correzione WAAS/EGNOS.
Quando registriamo un waypoint, sappiamo che possiamo contenere l’errore in un “intorno” sufficiente ad individuare quel punto nel caso dovessimo ritornarci.
Il concetto base: se giunti a destinazione secondo le indicazioni del navigatore, non dovessimo trovarci con precisione alla meta, saremmo comunque in grado di scorgerla nel giro di qualche decina di metri.
In realtà potrei raccontare tanti aneddoti relativi a casi in cui ritrovare un punto esatto non è stato così semplice.
Il Garmin Oregon, che si pone come prodotto di taglio elevato, offre la funzione media waypoint per consentire all’utente di creare waypoint molto più precisi.
Il sistema, attivata la funzione, e in base alle opzioni scelte, genera waypoint tendenzialmente privo di molti errori istantanei che possono inficiare la normale prassi di waypoint marking.
Vi sono due opzioni: la prima propone di lasciare lo strumento fermo sul posto da 5 a 10 minuti (la durata prevista viene indicata) per ottenere una lettura frutto di molteplici rilevamenti successivi.
La seconda opzione propone di ritornare più volte sul posto per rilevare la posizione.
Se la prima opzione punta sull’effettuare numerose misurazioni al fine di ridurre l’errore, la seconda punta sull’effettuare la medesima misurazione ma con diverse costellazioni di satelliti presenti.
7 – Sul mio vecchio navigatore potevo importare tracce di itinerari già fatti. Sul nuovo navigatore non funziona più, come faccio?
Tentare di ripercorrere una traccia così come registrata, grezza, potrebbe anche portare esiti inattesi.
Infatti durante il rilevamento è possibile che singolarmente siano state registrate posizioni errate a causa, ad esempio, di problemi di ricezione dovuti al contesto ambientale.
In altri casi la traccia potrebbe contenere delle porzioni di percorso inutili, registrate mentre si cercava di trovare quale fosse il sentiero giusto e ci si aggirava per mezz’ora in maniera disordinata.
Analogamente, anche periodi prolungati di sosta con il navigatore acceso, possono aver dato origine a tratti “confusi” nel registro di traccia.
Per questo motivo consiglio sempre di creare a tavolino dei nuovi percorsi partendo eventualmente da itinerari registrati.
Attualmente la modalità per trasformare comunque una traccia in percorso è quella di ricorrere a BaseCamp, che permette di trasformare una traccia in rotta controllando a video il risultato ottenuto.
La rotta può essere poi caricata sul navigatore.
In realtà nulla ci vieta di utilizzare la traccia semplicemente come “elemento grafico” all’interno della cartografia.
Occorre controllare periodicamente la nostra posizione relativamente ad essa ma senza utilizzare le funzioni di “routing”.
Questa è una tecnica che utilizziamo quando le tracce di partenza sono molto lunghe e quando abbiamo necessità di aggiungere alla cartografia residente nuovi sentieri e di itinerari frutto di scouting.
La possibilità di colorare diversamente a display le diverse tracce risulta in questi casi molto utile.
8 – Sul mio GPS come faccio a creare un itinerario che passi per alcuni punti che decido io?
Innanzitutto conviene definire una serie di waypoint chiave che rappresentano i punti per i quali vogliamo passare obbligatoriamente.
Fatto questo basterà selezionare la funzione “pianifica percorso”, selezionare la funzione “crea nuovo percorso” e selezionare nell’ordine che vogliamo i diversi waypoint chiave.
In alternativa è anche possibile evitare la creazione a priori di waypoint.
Si vanno ad indicare direttamente sulla mappa questi punti durante la creazione del percorso oppure utilizzando come punti-chiave POI o waypoint già residenti in memoria.
Meglio creare prima i waypoint in maniera da posizionarli con esattezza dove più conviene, a differenza che si tratti di bivi, punti che vogliamo visitare durante il percorso.
9 – Vorrei le immagini satellitari sul mio Garmin Oregon. Sono come quelle di Google Earth? Che livello di dettaglio è disponibile?
Il servizio Garmin BirdsEye si può acquistare on-line.
Offre la possibilità di scaricare sul proprio GPS immagini satellitari a veri colori di quasi tutto il pianeta (alcune piccole aree non sono coperte ed alcune possono avere un dettaglio più limitato).
Per farsi un’idea del livello di dettaglio e della copertura si può fare riferimento alle immagini satellitari Bing Maps di Microsoft.
Il vantaggio è che attraverso il software BaseCamp, si può scegliere al volo una porzione di territorio ed in pochi secondi avere disponibili sia a Pc sia sul navigatore le immagini satellitari ad essa relative.
La risoluzione di queste immagini talvolta non è sufficiente a distinguere i sentieri pedonali sul terreno.
Strade sterrate e piste sono invece ben distinguibili, tuttavia in fase di progettazione di un itinerario risulta, per alcuni punti specifici, molto utile poter comprendere l’ambiente nel quale ci si troverà.
La consultazione di queste immagini renderà facile creare dei punti di riferimento grazie a elementi (case, rocce, infrastrutture) che possono non essere presenti nelle normali carte topografiche.
Testo di Massimo Ravara