GPS e trekking: 8 pericolosi errori da non fare durante un’escursione
Il GPS è sempre più utilizzato tra gli escursionisti. Se ne conoscono i pregi, ma spesso se ne scordano i limiti. Vediamo quali sono gli errori da non fare, per evitare di mettere a repentaglio la propria sicurezza
GPS: un compagno di viaggio utile, ma con alcuni limiti
Un ricevitore GPS – o un’app GPS per smartphone – è un potente dispositivo di navigazioneche può tornare molto utile nel trekking.
Tuttavia, per fare bene ciò per cui è nato ed essere utile a chi fa trekking, va configurato e utilizzato correttamente.
Presenta infatti alcuni limiti di cui bisogna essere ben consapevoli.
Ecco allora gli 8 errori più frequenti che si fanno con il GPS e che devono essere evitati, per scongiurare brutte soprese mentre si è in cammino.
1. Il tuo primo GPS: non usarlo la prima volta in un trekking lungo o difficile
Utilizzare per la prima volta il GPS può essere complicato e occorre un po’ di pratica per diventare sufficientemente esperti.
Prima di avventurarti in escursioni con alto livello di difficoltà, quindi, leggi il libretto di istruzioni e inizia a usarlo in posti che conosci bene, anche in città.
Portarsi dietro un GPS che non sai come usare è inutile, quindi esercitati, esercitati, esercitati, finché non potrai dire di padroneggiarlo.
2. Mappe in scala 1:100000? Non se fai trekking
Le mappe di base in scala 1:100000, spesso incluse con i ricevitori GPS, non hanno dettagli sufficienti per essere utili durante un’escursione.
Vanno bene per un viaggio in auto, ma non per fare trekking.
Per le escursioni il dettaglio più adeguato è quello 1:25000.
3. Non pensare che mappa e bussola non servano più
Il GPS non sostituisce mappa e bussola.
Se dimentichi di spegnere il GPS e le batterie si scaricano o perdi la connessione satellitare, devi comunque essere in grado di trovare il sentiero. Non solo.
Una mappa rende anche più facile visualizzare dove sei diretto perché è molto più grande dello schermo di piccole dimensioni del tuo GPS.
4. Un “piano di viaggio”? Sempre
Se organizzi un trekking in un’area che non conosci, pianifica un percorso creando waypoint che desideri toccare durante la tua escursione e inseriscili sul tuo GPS.
Avere un percorso pianificato ti consentirà di stimare quanto tempo impiegherai a percorrerlo, particolarmente importante per programmare il ritorno.
Questo vale a maggior ragione quando si fanno trekking in solitaria.
In questo caso potresti lasciare la tua traccia a qualcuno.
Nel caso ci fossero dei problemi, saprebbe dove indirizzare le ricerche per trovarti.
5. L’ovvio: non scordare di controllare la tua posizione
Sembra banale, ma non lo è.
A volte si passa dall’eccesso di controllare ogni secondo la posizione a quello opposto di non farlo mai.
Insomma, se hai il GPS usalo e fallo con regolarità lungo il cammino.
Per farlo, deve essere a portata di mano, non in fondo allo zaino.
Se controlli con frequenza regolare, anche se non ossessiva, avrai anche il vantaggio, nel caso in cui il GPS smetta di funzionare, di ricordare l’ultimo punto in cui ti trovavi.
6. Non fidarti troppo dell’accuratezza del tuo GPS
Sebbene molte unità GPS siano certificate per essere precise entro pochi metri, l’accuratezza non può essere garantita al 100%.
Questo è il motivo per cui è importante portare una mappa e controllare regolarmente la tua posizione su di essa.
Le unità GPS spesso sovrastimano anche la distanza percorsa e il dislivello, motivo per cui le misure riportate dal tuo GPS spesso non corrispondono alla tua mappa.
7. Non scordare le batterie di riserva
Le unità GPS possono consumare le batterie molto rapidamente.
È meglio portarsi batterie di riserva, nel caso in cui quelle principali si esauriscano durante un’escursione.
La riduzione della luminosità dello schermo e la disattivazione delle funzioni non utilizzate possono prolungare notevolmente la durata della batteria.
8. Non seguire ciecamente le indicazioni in “linea d’aria”
Anche se un GPS ti indicherà la giusta direzione per andare da un waypoint all’altro, questo potrebbe non essere il percorso più efficiente o facile da seguire.
La fitta vegetazione e altre caratteristiche del terreno potrebbero rappresentare un ostacolo insormontabile, ma non rilevato dal dispositivo.
Un’altra buona ragione per avere con sé una mappa cartacea.
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