Young girl kayaking in a sea. Active lifestyle and travel concept
Il concetto di trekking, tanto caro a chi ama la natura e la vita all’aria aperta, si addice benissimo anche a chi segue la costa dal lato del mare.
Magari decidndo di fare il periplo di un’isola, sia che si faccia un percorso di poche ore sia che si navighi per diversi giorni.
Che si tratti di camminare, pedalare o, nel nostro caso, di pagaiare, non importa.
Il piacere è sempre lo stesso.
Raggiungere una meta utilizzando esclusivamente le proprie forze senza inquinare, senza lasciare traccia e rispettando la natura.
Nel trekking nautico si utilizza il kayak da mare, un particolare tipo di canoa derivata da quelle che storicamente utilizzavano gli eschimesi per muoversi e cacciare.
È un’imbarcazione semplice ed ecologica.
Ha un ponte chiuso che, unito all’utilizzo del gonnellino para spruzzi, non permette all’acqua di entrare nella canoa.
La sua forma è bassa e affusolata per essere veloce e offrire poca resistenza al vento.
Una pronunciata chiglia permette di mantenere la rotta e di navigare anche tra le onde.
Il kayak può essere realizzato in polietilene, economico, pratico, robusto,
Oppure con materiali compositi quali vetroresina, kevlar, carbonio che permettono una maggiore leggerezza e velocità rispetto alla plastica.
Per la progressione si utilizza una pagaia a doppia pala che può essere di tipo “moderno” con le pale a cucchiaio incrociate realizzate con materiali leggeri.
Ad esempi alluminio e plastica o carbonio, del tipo che si utilizza per l’agonismo.
O anche la tradizionale pagaia di legno groenlandese stretta e lunga, come quella che utilizzavano gli eschimesi.
Il kayak da mare dispone solitamente di almeno 2 gavoni che consentono di stivare tutto quello che serve per un viaggio di più giorni.
Trovano posto indumenti di ricambio, scorte di alimenti e di acqua, accessori vari.
Nel caso si voglia fare del campeggio nautico, anche tenda, sacco a pelo, materassino, fornelletto.
Per quanto riguarda le percorrenze, normalmente se il mare e il vento lo permettono si fanno circa 5 chilometri all’ora.
In un giorno, con un’andatura turistica e facendo lunghe soste, si percorrono circa 30 chilometri anche se, forzando, se ne possono fare molti di più.
Si può cominciare con poche ore di pagaiata per fare brevi esplorazioni.
Tuttavia la gita di più giorni, con campeggio nautico sulle spiagge, è la massima espressione di questo fantastico modo di viaggiare.
La pratica del trekking nautico non richiede capacità particolari e qualsiasi persona in salute che abbia confidenza con l’acqua può affrontare un’escursione; per migliorarsi, fare lunghi percorsi, imparare le manovre di soccorso vanno però imparate tecniche specifiche.
Prima di effettuare un’escursione in kayak, va posta una particolare attenzione nel valutare le condizioni meteo-marine.
Chi va in montagna sa che le condizioni del tempo possono cambiare repentinamente.
In mare il tempo, il vento e il moto ondoso possono cambiare ancora più rapidamente e quindi bisogna essere prudenti e prendere una serie di precauzioni.
Intanto bisogna essere costantemente aggiornati sulle previsioni meteo marine.
In secondo luogo vanno preventivamente verificate le possibili vie di fuga lungo il percorso.
Si deve sapere in anticipo dove c’è possibilità di sbarcare e dove invece questo non è possibile, per esempio nei tratti di costa con scogliere alte o impraticabili.
La cosa più importante è affrontare il mare con le dovute attrezzature, capacità e informazioni.
Per questo è indispensabile rivolgersi a esperti riconosciuti in grado di accompagnare in sicurezza chi si avvicina a questa attività o di istruire chi vuole sviluppare la propria capacità di pagaiare in autonomia.
Quando il mare è impraticabile, bastano uno zainetto e un paio di scarpe robuste per organizzare un’attività alternativa.
Capita spesso infatti, nelle soste durante la navigazione o nelle giornate di mare mosso, di esplorare le coste a piedi, da terra, per raggiungere un’altura panoramica o per addentrarsi nella macchia, tra i suoi fiori e profumi.
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