Quante volte siamo tornati a casa da una piacevole escursione e, una volta riguardati sullo schermo, i nostri scatti non ha soddisfatto appieno le aspettative? Neve di un bianco accesissimo, “sparato” a mille, che offusca i particolari della foto, o al contrario grandi zone d’ombra che oscurano i volti e le nostre foto ricordo.
Come fare dunque per ottenere scatti soddisfacenti, di ritorno dalle gite sulla neve? Ecco qualche piccolo trucchetto per migliorare le nostre fotografie.
Sulle piste da sci, così come sui sentieri da percorrere con le racchette da neve, prima di scattare la classica foto di gruppo, cerchiamo sempre qualche area priva di alberi e ombre, che potrebbero oscurare alcune aree della foto.
Può sembrare scontato, ma ricordiamoci sempre di inquadrare i nostri soggetti tenendoci il sole alle spalle: in questo modo i raggi colpiranno i soggetti illuminandoli in maniera adeguata, ed eviteremo così di avere i soggetti in ombra.
Allo stesso modo, se stiamo camminando in mezzo al bosco, aspettiamo di trovare uno spiazzo aperto in cui le ombre degli alberi non si estendano sui nostri soggetti, illuminandone solo una porzione.
La neve è un elemento che riflette fortemente la luce e i raggi solari, di conseguenza nelle nostre macchine fotografiche entrerà una grande quantità di luce. Sia che scattiamo con il cellulare che con una macchina fotografica, sarà allora opportuno esporre la nostra foto selezionando il punto di esposizione sulla neve: in questo modo, se scattiamo in modalità automatica, il sensore baserà il tempo di scatto e l’apertura del diaframma in automatico sulla luminosità della neve, evitando così di fare entrare troppa luce con un conseguente effetto fastidioso in cui il bianco rimane troppo luminoso e senza dettagli.
Per chi invece scatta in modalità manuale, regolando da sé diaframma e tempo di scatto, il consiglio è sempre di esporre l’inquadratura prendendo come punto di riferimento il punto più luminoso e sottoesponendo sempre un po’ la neve.
Sveglia antelucana, rapida colazione e via, in salita, verso la vetta. Lungo il percorso, soprattutto se stiamo camminando tra le vallate alpine o appenniniche, sarà molto facile trovare degli scorci scenografici e dei punti panoramici con vista mozzafiato.
Purtroppo però, spesso un punto panoramico non è sufficiente per portare a casa uno scatto soddisfacente: l’impressione è quella che il nostro panorama sia troppo “dispersivo” e l’effetto di chi guarda la foto è di non riuscire a trovare nessun elemento che attiri l’attenzione.
Trovate dunque un elemento che funga da soggetto per attirare l’attenzione: un gruppo di alberi, una roccia particolarmente sinuosa, delle orme di animale, un ruscello, i nostri compagni di escursione… Questo espediente attirerà subito l’attenzione dell’occhio impreziosendo l’inquadratura. Non basta però nemmeno questo: il nostro soggetto andrà posizionato correttamente. Come? Lo vediamo nel prossimo punto!
L’occhio umano è attirato dalle geometrie, dalle forme simmetriche e da un certo equilibrio nella composizione. Tutto ciò porterebbe a pensare che il punto ideale per collocare il nostro soggetto principale sia il centro della foto. E invece no.
L’esperimento è molto semplice: proviamo ad inquadrare un bell’albero e a porlo al centro dell’inquadratura. Dopodiché facciamo lo stesso esperimento decentrando leggermente il nostro albero su un lato a nostra scelta, l’effetto sarà subito differente.
La foto risulterà subito più “armonica” e l’equilibrio generale della foto ne gioverà. Può sembrare contro intuitivo ma… provare per credere.
Stesso discorso per l’orizzonte: cercate sempre di non tenerlo nella metà esatta dell’inquadratura, ma a circa un terzo della foto, a seconda che abbiate delle belle nuvole da inquadrare o qualche elemento interessante nella parte bassa della foto.
Queste sono solo alcune piccole indicazioni, non sono di certo regole ferree. Molto dipende dal livello di esperienza, dai soggetti delle foto e dal tipo di macchina fotografica utilizzata.
La regola principale rimane solo una: divertirsi, sperimentare, provare e riprovare… E non demordere se non riusciamo ad ottenere il risultato sperato dalla prima fotografia!
Testo e foto di Marco Carlone. In apertura, Parco Naturale del Mont Avic. Altre foto cliccando su questo link.