Trekking in primavera: 9 consigli per godersi il sentiero evitando problemi
Ebbene sì: anche la primavera, con la sua esplosione di vita, non è tutta - è proprio il caso di dire - rose e fiori. Vediamo come godersi un trekking tra i colori e i profumi della bella stagione affrontando le piccole e grandi insidie della natura che si risveglia.
Trekking in primavera: consigli per camminare quando la natura si risveglia
La primavera segna il ritorno alla vita della natura, con tutti i suoi profumi e colori
Esegna anche il ritorno sui sentieri degli appassionati di trekking.
Per camminare, si tratta di una delle stagioni migliori e più emozionanti.
Non solo perché finalmente si torna a fare trekking dopo la lunga pausa invernale, ma anche perché le temperature miti, non troppo calde né troppo fredde, sono ideali per fare escursioni.
Inoltre la primavera consente di percorrere itinerari in luoghi bellissimi lontano dalle folle estive, come nel caso di tanti trekking vista mare.
Tuttavia, come sanno bene i trekker esperti, la primavera non è solo – è proprio il caso di dire – rose e fiori.
Vediamo 9 consigli fondamentali per godere appieno della bellezza del trekking di primavera stando attenti anche alle controindicazioni.
1 – Controlla il giro vita alla fine dell’inverno
Per molti escursionisti l’inverno rappresenta una pausa nelle attività outdoor.
Quelli che si dilettano sulle ciaspole, per quanto in aumento, sono infatti ancora una piccola percentuale di trekker.
La maggioranza, quindi, riprende a camminare solo in primavera.
E poi, diciamocelo: tra feste, cene e cenoni spesso non smaltiti, il rischio di arrivare alla bella stagione non esattamente in forma è abbastanza alto.
Se quindi sei tra quelli che ricominciano a camminare solo con in questi giorni, cerca di fare un reality-check.
In che condizioni di forma ti trovi?
Hai fatto attività fisica durante l’inverno?
Hai resistito alle tentazioni delle feste oppure ti porti ancora addosso 5 chili in più di quelli che dovresti avere?
Ricorda che affrontare i sentieri è un’attività che richiede un certo grado di preparazione fisica.
Sii sincero con te stesso sulle tue condizioni e scegli di conseguenza il trekking più adatto.
2 – I sentieri cambiano, preparati all’imprevedibile
Una delle prime cose che si desidera fare con la primavera è camminare sui sentieri più familiari, magari quelli vicino casa.
Tutti i sentieri però, anche quelli che crediamo di conoscere meglio, sono soggetti alle intemperie e a tutte le modifiche che il meteo decide di apportare.
Ovviamente questo è tanto più vero d’inverno e ancora di più quando si tratta di sentieri che per tre mesi sono stati sotto la neve.
Non solo: fino a primavera o addirittura all’estate, difficilmente sarà compiuta un’adeguata manutenzione delle tracce.
Per tutte queste ragioni diventa fondamentale prendere informazioni sul sentiero che s’intende affrontare all’inizio della primavera, sul suo stato di manutenzione e su eventuali interruzioni.
Non date per scontato che in primavera troverete lo stesso sentiero che avete lasciato in autunno.
3 – Controlla il meteo e il guardaroba
La primavera per definizione è forse la stagione più imprevedibile dell’anno, per quanto riguarda le condizioni meteorologiche.
Inoltre, la differenza di temperatura salendo di quota può ancora essere significativa.
Controllare il meteo e scegliere un abbigliamento adeguato all’imprevedibilità della stagione diventa quindi fondamentale, per evitare di finire nei guai.
Ad esempio: tra le pozzanghere di fango dopo l’acquazzone, le ghette potrebbero ancora avere la loro utilità.
_ In questo articolo tutto quello che c’è da sapere sulle app meteo per il trekking
4 – Primavera: No al cotone (come e più che nelle altre stagioni)
Il cotone non è il miglior materiale possibile per quanto riguarda il trekking.
A maggior ragione quando si tratti di trekking in primavera.
In questa stagione, non è impossibile ritrovarsi nel mezzo di un acquazzone, e a quel punto maledirete il giorno in cui avete scelto di indossare indumenti di cotone.
Nei casi peggiori potreste anche rischiare l’ipotermia.
Più in generale, il cotone è poco adatto alle escursioni, anche quelle brevi in giornata, perché trattiene il sudore espellendo il calore.
Il rischio è quello di ritrovarsi inzuppati e senza la percezione della reale temperatura esterna.
_ In questo articolo un approfondimento sulla scelta dei migliori tessuti per il trekking
5 – Checklist: riprendi le buone, vecchie regole di organizzazione del trekking
Se sei tra quelli che camminano solo in primavera ed estate e magari neanche tanto frequentemente, diventa fondamentale fare una checklist delle cose da portarsi dietro.
Preparare lo zaino è un’arte e una lunga interruzione come quella invernale e autunnale può farti arrivare un po’ arrugginito alla ripresa delle attività.
Prima di partire per i tuoi trekking primaverili, riprendi quindi la buona pratica di verificare bene il tuo corredo da trekker.
Esagerare per eccesso o per difetto potrebbe farti finire nei guai o, nella migliore delle ipotesi, rovinare l’esperienza di trekking.
_ In questo articolo scopriamo i segreti per fare la checklist ottimale delle cose da mettere nello zaino
6 – Alimentazione per il trekking di primavera: potresti avere più fame di quanto pensi
In primavera può capitare di camminare in luoghi dove la temperatura può essere significativamente più bassa da quelli in cui si vive.
Questo aspetto influisce anche sull’alimentazione, sia su quella a casa che su quella durante l’escursione.
Se quindi ormai le temperature dell’inverno sono alle spalle, ricorda che potresti trovarti in situazioni nelle quali il tuo corpo potrebbe avere una maggiore richiesta energetica.
Comportati di conseguenza nella scelta degli alimenti da portarti dietro.
_ In questo articolo potete trovare una guida completa all’alimentazione per il trekking
7 – Ricorda che in primavera l’allergia può rovinarti il trekking
Chi soffre di allergia al polline sa perfettamente di cosa parliamo.
Le reazioni allergiche sono tali da poter davvero rovinare un’escursione e, in alcuni casi, mettere a rischio la salute.
Chi patisce starnuti, occhi arrossati, mal di gola in primavera, di solito conosce il momento della stagione in cui questi sintomi compaiono e sa a quali piante e pollini associarli.
Il problema è che spesso per fare trekking ci si sposta, a volte in luoghi dove i pollini sono diversi, e questo può alleviare o aggravare i sintomi.
Per alcuni ad esempio che soffrono tantissimo fare trekking in appennino, sulle Alpi non patiscono nulla, e viceversa.
Conoscere i propri punti deboli in materia di allergia è quindi fondamentale.
Tuttavia in alcuni casi si scopre sul campo di essere allergici a un certo tipo di polline e di solito è una pessima scoperta.
Per questo è sempre una buona idea portarsi degli antistaminici: quelli di ultima generazione sono ottimi è non provocano l’effetto sedativo di quelli di vecchia generazione.
_Su questo sito si può controllare l’andamento del polline nelle varie regioni
_ In questo articolo tutto quello che c’è da sapere per dare scacco matto ai pollini
8 – Testa la tua attrezzatura
La primavera è il momento ideale per testare la nuova attrezzatura: bastoncini da trekking, tenda, materassini, sacchi a pelo, scarpe.
Se non lo fai ora arriverai al culmine della bella stagione con attrezzatura non sufficientemente rodata e testata sulle tue esigenze.
Ovviamente questo non significa che devi fare test spericolati e senza senso come provare una Tshirt adatta alle temperature di luglio quando in quota fanno ancora 8 gradi.
Intendiamo dire che è bene familiarizzare subito con la nuova attrezzatura, così che al culmine della stagione buona per il trekking non dovrai più sperimentare o trovare brutte sorprese.
9 – Rispetta i sentieri e non lasciare tracce del tuo passaggio
L’ultimo fondamentale consiglio dovrebbe essere considerato quasi un obbligo morale per chiunque ami la natura.
In primavera i sentieri sono esposti al clima pazzerello e, anche in una bella giornata di sole, potreste trovarvi a percorrere una traccia tra pozzanghere di fango.
Questo è il momento in cui la traccia è particolarmente fragile e il comportamento di chi ci cammina può segnarne il destino e anche la sicurezza di chi verrà dopo.
Aggirare una piccola pozzanghera può forse evitarvi un piccolo fastidio, ma se lo fanno tutti può cancellare o confondere la traccia e mettere a rischio chi camminerà dopo.
Ricordiamo sempre che camminare nella natura è un privilegio che, per essere conservato, richiede rispetto dei sentieri e di chi camminerà dopo di noi.
_ Per conoscere tutte le regole della buona educazione sui sentieri, leggi questo articolo
_ Scopri tutti i nostri consigli
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