Le regole per portare il proprio cane in un’area protetta: le norme e i comportamenti da tenere

28 aprile 2024 - 10:00

Chi ama i cani ama anche portarli con sé sui sentieri. Fare trekking con i propri amici a 4 zampe è un'esperienza che dà un piacere unico, ma va goduta con responsabilità: ecco le regole previste dai principali parchi italiani.

Trekking con i cani: un piacere da godere con responsabilità

Passeggiare a sei zampe migliora la qualità della vita.

Quando camminiamo con il nostro cane siamo allaricerca del suo e del nostro benessere: sono sensazioni che vanno di pari passo.

Però sempre nel rispetto delle regole.

Anche se non ci troviamo in un ambiente urbano, dobbiamo essere al corrente delle norme che disciplinano la conduzione dei cani lungo i sentieri di un’area protetta.

Sia i Parchi Regionali che Nazionali hanno regolamenti che disciplinano la loro fruizione.

I nostri amici a quattro zampe non ne sono esenti, quindi anche noi dobbiamo adottare tutte le precauzioni necessarie ad evitare che il cane arrechi disturbo agli escursionisti e alla fauna locale.

I cani possono entrare nelle aree protette?

Gli Enti parco di solito vietano la conduzione degli animali domestici sui sentieri se privi di guinzaglio, si possono consultare i loro siti web per avere notizie certe in merito.

Alcuni Parchi addirittura hanno la mappa on line per verificare quali sono i percorsi consentiti ai cani.

Ricordatevi che gli stessi itinerari possono essere fruibili in determinati periodi dell’anno e vietati in altri.

Portiamo alcuni esempi pratici: ci sono aree protette dove non è possibile pedalare o camminare in compagnia del nostro “fedelissimo”.

Il Parco della Mandria a Venaria Reale è uno di questi perché dentro i suoi 35 chilometri di recinzione sono presenti cervi, daini, conigli e lepri ai quali i cani recherebbero disturbo.

Inoltre, il nostro cane potrebbe trasmettere o contrarre malattie infettive e parassitarie venendo a contatto con gli animali selvatici del parco naturale.

Altre aree protette dove è imposta questa restrizione, condivisibile seppure spiacevole, sono il Parco regionale della Maremma e il Parco Nazionale dell’Asinara

Cani al guinzaglio: in quali parchi?

I cani possono invece sgambettare al guinzaglio nelle zone denominate B, C e D nei Parchi nazionali dei Monti Sibillini del Gran Sasso e Monti della Laga e nel Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise.

Le normative sono sempre in evoluzione, pertanto suggeriamo di andare a verificare on line i regolamenti aggiornati sui siti dei singoli parchi.

In linea generale, per andare incontro agli escursionisti che amano la natura e le esigenze di conservazione delle aree protette, nei Parchi non è consentito l’accesso con i cani nella zona A (riserva integrale).

Nelle zone denominate B di riserva generale orientata, C e D è previsto l’obbligo del guinzaglio.

Poi ci sono anche norme specifiche per itinerari escursionistici particolari, sempre da verificare sulle pagine web specifiche dei Parchi.

Attenti alle sanzioni e ai cinghiali

Per evitare che gli escursionisti incorrano in severe sanzioni amministrative per disinformazione, sul territorio ci sono sempre apposti cartelli di avviso.

Nei parchi dove il pascolo è una attività affermata, evitate incontri ravvicinati con i cani pastori della zona.

Anche la presenza dei cinghiali comporta seri problemi.

In Liguria, nel Parco Regionale di Portofino si sono già registrati episodi di cani caricati tragicamente da questi suidi.

Questi animali possono avere reazioni pericolose soprattutto quando sono con i cucciolo e si sentono disturbati da cani non assicurati al guinzaglio.

Ci sono poi Parchi dove le norme restrittive per i cani sono dettate dalla altitudine e dalla stagione.

Nel Parco Nazionale delle Alpi Marittime e nel Parco Nazionale del Gran Paradiso, nel periodo estivo l’accesso è consentito solo lungo alcuni sentieri.

Si tratta di percorsi che si trovano sotto ad una certa quota per non recare disturbo a stambecchi e camosci e dal punto di vista sanitario per evitare la trasmissione di malattie virali.

Questo problema ad esempio si presenta sicuramente nel  Parco Naturale Regionale Sirente Velinovista la presenza di lupi e orsi sensibili a malattie infettive e parassitarie.

In fin dei conti il guinzaglio, seppure apparentemente appaia una costrizione alla sua libertà, può rappresentare anche una forma di tutela verso il cane.

Lui stesso potrebbe restare ferito da specie più grandi, ad esempio da un cinghiale poco incline a socializzare.

Comunque, quando nel Parco naturale è stabilita la obbligatorietà del guinzaglio, vigono le stesse regole di un Parco urbano e più in generale nei luoghi aperti al pubblico.

Bisogna sempre condurre il cane con un guinzaglio che non deve superare un metro e mezzo di lunghezza  e bisogna avere una museruola a portata di mano, ops, nello zaino.

Museruola si, museruola no!

Apriamo una parentesi sulla museruola: non è obbligatoria nei luoghi aperti al pubblico (ad esempio, negozi commerciali, dove è sufficiente il guinzaglio.

Bisogna però averla con sé.

Lo è invece per i luoghi pubblici, ad esempio gli uffici e le strutture pubbliche come musei, ufficio postale, anagrafe, ecc.

In un Parco naturale il cane non è tenuto a indossare la museruola, salvo non ci sia una norma specifica stabilita dall’Ente.

Prima abbiamo nominato l’ambiente cittadino, a tal proposito la Legge (GU n.209 del 6-9-2013) e tutti i Regolamenti Comunali, prevedono la rimozione da parte del padrone-conduttore del cane delle deiezioni del proprio animale.

Nasce spontanea una domanda “E con le deiezioni come dobbiamo comportarci in un Parco naturale?”.

Nessuno obbliga a raccogliere le deiezioni del nostro fedele amico, però il buon senso suggerisce di non abbandonarle lungo i sentieri: l’escursionista che ci segue potrebbe non gradire tale “fortuna”.

Inoltre una presenza eccessiva può danneggiare l’ambiente.

A volte è consigliato il guinzaglio seppure non obbligatorio

C’è da considerare un altro aspetto nell’uso del guinzaglio, a prescindere dalle regole dell’Ente parco: ci sono persone che hanno maturato un forte timore dei cani, magari per loro esperienze passate.

E se qualcuno ve lo fa notare cerchiamo di non rispondere banalmente “Ma il mio cane è bravo e non farebbe nulla di male a nessuno”.

Anzi, portate sempre con voi la museruola, non deve essere sempre indossata dal cane, però a seconda delle circostanze potrebbe tornare utile.

Considerate che l’autorità competente sul sentiero potrebbe farne richiesta, fatela indossare al cane se durante il cammino qualcuno mostra timore.

Del resto il piacere di camminare con il nostro cane deve rispettare anche le esigenze degli altri escursionisti; anche per questo gli Enti parco determinano regole e norme di fruizione della loro area protetta.

Noi tutti dobbiamo cercare di aiutare e cooperare con il guardia parco o con il personale di Sorveglianza… che nei propri compiti hanno anche facoltà di sanzionarci se non rispettiamo le regole.

Ricordatevi infine una ordinanza di fondamentale importanza che concerne la tutela dell’incolumità pubblica dalle aggressioni dei cani emessa dal Ministero della Salute il 06 agosto 2013 (pubblicata in Gazzetta Ufficiale il 06 settembre 2013), ossia la c.d. Ordinanza Martini.

Questa norma stabilisce, all’art. 1, che il proprietario (o chi lo conduce) del cane è sempre responsabile del suo controllo.

Riepilogando:

  • il cane può entrare sempre nei Parchi regionali e nazionali, salvo divieti particolari;
  • quando obbligatorio il guinzaglio deve avere una lunghezza di 1,50 metri, non superiore;
  • la museruola non deve essere indossata dal cane, è però obbligatorio portarla con sé;

Ultimissima nota: fate sempre attenzione perché in natura ci sono piante tossiche che potrebbero essere pericolose per la loro salute se ingerite.

Ecco qui un elenco parziale: agrifoglio, anturio, azalea, begonia, bosso, ciclamino, crisantemo, croton, dieffenbachia, edera, elleboro, felce, ficus, filodendro, gelsomino, giacinto, giglio, glicine, mughetto, monstera, narciso, oleandro, ortensia, papavero, primula, stella di natale, spatifillo, tulipano, vischio.

 

Pericolo malattie e parassiti

Ci sono Parchi che impongono norme molto restrittive perché i nostri amici a quattro zampe possono essere vettori di molte pericolose patologie per la fauna selvatica, alcune possono passare dall’animale all’uomo, altre possono essere invece trasmesse  dall’animale in natura al nostro fedelissimo.

L’argomento è trattato in modo esaustivo nell’articolo Vita da cani: regole per il vostro amico a 4 zampe

 

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