Thoughtful young female hiker wearing down jacket and knit hat looking away while standing against mountain
L’abbigliamento è la prima attrezzatura a cui prestare attenzione quando si decide di andare in montagna.
Per il trekking e le altre attività outdoor un corretto abbigliamento è essenziale per vivere esperienze piacevoli ed evitare inconvenienti.
Il tempo dei maglioni di lana, delle camice di flanella e dei calzettoni della nonna, è finito da un pezzo. Ormai questi capi potrebbero benissimo entrare a far parte dell’elenco delle cose che l’escursionista non dovrebbe mai indossare.
Oggi la tecnologia ci mette a disposizione fibre, tessuti e membrane che garantiscono un comfort ben più elevato.
L’abbigliamento tecnico contemporaneo ha fatto passi straordinari verso il suo fine ultimo che potremmo riassumere nella parola “termicità”.
Ovvero la capacità di mantenere attorno al nostro corpo una temperatura e un microclima costantemente confortevoli, indipendentemente dallo sforzo fisico che stiamo compiendo e dalle condizioni meteorologiche esterne.
> Leggi anche: le previsioni meteorologiche dell’escursionista
Per raggiungere questo obiettivo le case produttrici hanno lavorato su tre qualità fondamentali:
_ Traspirabilità: dalla maglietta intima alla giacca impermeabile passando per gli strati termici intermedi, tutto l’abbigliamento contemporaneo è pensato come una filiera, che consente di portare verso l’esterno l’umidità che il nostro corpo produce durante il movimento;
_ Leggerezza: a parità di prestazioni il peso (e pure il volume) dei capi odierni è ben più ridotto rispetto a quello dei capi che si utilizzavano anche solo 20 o 15 anni fa;
_ Impermeabilità: softshell o hardshell che siano, le moderne giacche da montagna offrono una protezione eccellente da pioggia e vento, pur consentendo al nostro corpo di “respirare” e non annegare in un bagno di sudore.
Semplificando potremmo dire che ciascuna delle qualità sopra elencate rappresenta la caratteristica prevalente dei diversi strati del leggendario vestiario a cipolla.
LO STRATO INTIMO:
L’intimo o base-layer, sia che venga utilizzato da solo (in climi caldi) sia in abbinamento con altri strati, deve essere prima di tutto traspirante.
La sua funzione primaria è quella di allontanare dalla pelle l’umidità prodotta durante il movimento (aiutando così a disperdere il calore in eccesso).
Per questo i capi intimi vengono fabbricati con fibre idrofughe, che non assorbono le goccioline di sudore e asciugano molto rapidamente,
Ovviamente la classica e amatissima t-shirt in cotone non fa parte di questa categoria.
_ Leggi anche: abbigliamento intimo tecnico o base layer
LO STRATO TERMICO:
Lo strato termico o mid-layer può essere costituito da uno o più capi (a seconda delle condizioni ambientali), ma ha una sola parola d’ordine: leggerezza!
L’effetto termoisolante che un tempo si otteneva con i maglioni di lana, oggi lo si può avere con un buon pile da 400 grammi.
Magia della fibre in poliestere e affini, che creano un “tessuto” soffice, morbido, voluminoso ma altamente comprimibile, in grado di creare dei “cuscinetti” d’aria che fungono da isolante termico.
Il bello è che questi capi sono anch’essi idrofughi, quindi anche quando si bagnano non si inzuppano e non aumentano di peso. Inoltre necessitano di poco tempo per asciugare.
_ Leggi anche: lo strato termico intermedio, pile e maglioni
GIACCHE E GUSCI, LO STRATO ESTERNO:
I gusci o outer-layer sono lo strato più esterno della cipolla e la loro qualità principe è quella dell’impermeabilità, che non significa però “tenuta stagna”!
Un buon guscio, infatti, deve essere impermeabile solo in un verso, cioè dall’esterno verso l’interno, bloccando l’intrusione dell’acqua o dell’aria fredda all’interno della nostra “cipolla”.
Massima traspirabilità è invece richiesta in senso inverso: le gocce di sudore devono poter attraversare il guscio e disperdersi all’esterno, altrimenti la cipolla si trasformerebbe in una micidiale “pentola a pressione”!
Questa doppia funzione viene egregiamente svolta dalle membrane con cui vengono rivestiti i moderni gusci.
_ Leggi anche: le migliori giacche per la montagna
La premessa è d’obbligo: se sperate di riuscire a non sudare mai, a non patire mai neppure un po’ di caldo o un po’ di freddo… cambiate sport!
Anche utilizzando i capi di abbigliamento più performanti, “tamponare” ogni variazione climatica e di sforzo fisico per rimanere sempre nelle condizioni di perfetto comfort è probabilmente un obiettivo utopistico.
Possiamo però adottare qualche accorgimento per gestire al meglio queste “fluttuazioni”:
_ Alla partenza dell’escursione non fidatevi della temperatura che percepite appena scesi dall’auto (o comunque provenendo da una condizione di inattività fisica). Partite un po’ più leggeri e vedrete che vi basteranno poche decine di metri per “entrare in temperatura”;
_ In cresta o su terreni esposti al vento, anche d’estate, è meglio indossare qualche strato sopra a quello intimo, per proteggersi dal wind-chill (l’abbassamento della temperatura percepita), questo a costo di patire un po’ di caldo nei tratti con assenza di vento;
_ Con la pioggia prima di indossare il guscio alleggerite l’abbigliamento termico: meno strati deve attraversare il sudore per arrivare all’esterno minore sarà l’effetto “pentola a pressione”;
_ Organizza la disposizione dei capi nello zaino: più velocemente riuscirai a indossare e togliere i diversi strati di abbigliamento minore sarà il disagio per la perdita di calore e di tempo (Approfondimenti: Come preparare lo zaino in 6 mosse).
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