Zecche e parassiti sui sentieri in primavera: precauzioni e rischi per la salute

Con l'arrivo della primavera i sentieri si riempiono di colori ma anche di piccoli ospiti indesiderati come zecche e altri parassiti. Vediamo quali sono i rischi di un morso di zecca o di una puntura di insetto e quali soluzioni adottare

8 aprile 2025 - 16:21

Perché zecche e parassiti non vanno sottovalutati

Con l’arrivo della primavera cresce la voglia di rimettersi in cammino: le giornate si fanno sempre più lunghe, le temperature divengono sempre più miti e un gran numero di appassionati tira fuori dagli armadi scarponi e bastoncini, pronti a percorrere nuovi sentieri.

C’è però un pericolo nascosto in questa stagione, ovvero i diversi parassiti che si risvegliano con la bella stagione e possono rappresentare un rischio per escursionisti e amanti della natura.

Un pericolo spesso sottovalutato dagli amanti dell’outdoor, ma che dovrebbe essere tenuto sempre in considerazione per evitare brutti incovenienti.

Zecche, pappataci, pulci e altri insetti ematofagi tornano attivi proprio nei mesi più caldi, quando anche i sentieri sono calpestati da migliaia di appassionati: gli incontri tra uomini e insetti potrebbero non essere piacevoli.

Le zecche, in particolare, non sono soltanto un fastidio: possono infatti veicolare malattie anche gravi come quella di Lyme o, in alcune aree d’Italia (Trentino-Alto Adige, Veneto, Friuli-Venezia Giulia), l’encefalite da zecche (TBE).

Molti escursionisti tendono a ignorare o minimizzare il problema credendo che si tratti di situazioni rare o limitate al regno animale.

In realtà, l’ECDC (European Centre for Disease Prevention and Control) afferma che il numero di casi legati al morso di pappataci è in aumento, questo a causa del cambiamento climatico che ha esteso la stagione di attività di questi parassiti e ha ampliato le zone in cui sono presenti.

Entrare in contatto con la zecca e altri parassiti è quindi oggi molto frequente, perciò è fondamentale sapere dove si possono trovare, come prevenirne il morso e cosa fare in caso di puntura.

Parassiti, dove si trovano: habitat e stagionalità

Le zecche sono parassiti ematofagi, cioè si nutrono di sangue e appartengono alla famiglia degli aracnidi. Sono presenti in tutta Italia, dalle aree collinari fino a quelle montane.

Nel dettaglio, questi parassiti prediligono ambienti umidi e ricchi di vegetazione (sottobosco oppure zone a bordo sentiero), zone ricche di fauna selvatica (caprioli, volpi, roditori), oppure domestica (pecore, cani), ma si trovano anche in aree poco battute o lasciate incolte.

Le specie più diffuse in Italia sono la Ixodes ricinus (zecca dei boschi), e la Rhipicephalus sanguineus (zecca del cane): entrambe sono attive tra la primavera e l’estate, anche se talvolta alcune specie riescono a sopravvivere a temperature più basse.

Altri parassiti da tenere d’occhio sono:

  • Le pulci, che si trovano soprattutto dove sono presenti animali, anche randagi.
  • Ipappataci, ovvero dei piccoli insetti volatili simili a zanzare attivi al crepuscolo nelle zone calde e umide, i quali sono vettori della leishmaniosi.
  • Nono sono da sottovalutare gli acari: possono causare eruzioni cutanee come le punture da larve di trombiculidi, le quali si manifestano attraverso un prurito intenso, gonfiore e irritazione.

Come prevenire le punture: la protezione durante l’escursione

La prevenzione, banale a dirsi, è l’arma più efficace per ridurre il rischio di punture e morsi, specialmente di zecca. Ci sono diverse misure concrete raccomandate da enti sanitari come l’Istituto superiore di sanità e dall’ECDC.

Una buona pratica è quella di scegliere con cura l’abbigliamento: è bene indossare sempre pantaloni lunghi, preferibilmente aderenti alla caviglia, e calze alte, meglio ancora se i pantaloni sono infilati dentro i calzettoni.

Dopodiché, conviene optare per maniche lunghe e tessuti leggeri ma coprenti, e prediligere colori chiari che aiutano a vedere più facilmente eventuali parassiti sul tessuto.

Il cappello con visiera oppure una bandana, poi, sono molto utili nelle zone boschive se si vuole evitare il pericolo di zecche che cadono dall’alto: non è cosa comune ma è sempre possibile che accada.

Per quanto riguarda i repellenti cutanei è consigliato applicarne uno contenente: DEET (almeno al 20%), Icaridina e Permetrina (questa soltanto per trattare abiti e scarpe ma mai la pelle).

Oltre che su sé stessi, è utile che il repellente venga spruzzato anche sulle scarpe, sullo zaino e sul cappello: si tratta di aree che possono fungere da “mezzo di trasporto” per le zecche o altri parassiti.

Anche il comportamento da tenere lungo il sentiero è molto importante: è bene camminare sempre al centro del tracciato, evitando il contatto con l’erba alta, cespugli ed eventuali rami più bassi.

Conviene anche non sedersi sull’erba oppure su pietre ombrose senza l’ausilio di un telo, così come è buona pratica non raccogliere erbe o rami da zone non controllate.

Infine, se si porta un cane con sé meglio proteggerlo con antiparassitari specifici (collari, spot-on, compresse), e controllarlo accuratamente una volta rientrati, in particolare nella zona delle orecchie, delle zampe, e sulla pancia.

I controlli da fare dopo un’escursione

I controlli post-trekking sono fondamentali per identificare e intervenire tempestivamente in caso di parassiti.

  1. Controllo del corpo: Appena rientrati, conviene ispezionare tutto il corpo con attenzione. Le zecche, ad esempio, tendono a insediarsi nelle aree più calde e nascoste (dietro le ginocchia, inguine, ascelle, collo, retro delle orecchie). Meglio fare una doccia il prima possibile, preferibilmente entro due ore (questo gesto non elimina le zecche già attaccate ma può rimuovere quelle ancora libere sulla pelle).
  2. Controllo degli abiti: Non bisognerebbe mai lasciare i vestiti usati in giro, ma conviene lavarli ad almeno 60°, oppure metterli in asciugatrice ad alta temperatura. Meglio ispezionare anche scarpe e zaini.
  3. Rimozione della zecca: Se si dovesse trovare una o più zecche allora bisogna utilizzare una pinzetta a punta fine, oppure uno specifico strumento per questi insetti che si può acquistare in farmacia. Dopodiché, è necessario afferrare la zecca il più possibile vicino alla pelle estraendola lentamente senza torcere È importante non fare uso di alcol, olio, fiamme o sostanze irritanti che potrebbero indurre la zecca a rigurgitare aumentando il rischio di trasmissione. Infine, dopo la rimozione è bene disinfettare bene la zona.

Le malattie comuni e quando rivolgersi al medico

In Italia la malattia di Lyme è la patologia più comune trasmessa dalle zecche. Causata dal batterio Borrelia burgdorferi, questa può manifestarsi con:

  • Eritema migrante (dopo 3/30 giorni);
  • Febbre, affaticamento e dolori muscolari;
  • Nei casi non trattati, complicanze neurologiche o articolari.

Altre malattie meno comuni sono la già citata TBE (Tick-Borne-Encephalitis), un virus endemico, la Rickettsiosi, la anaplasmosi e la babeiosi: si tratta di patologie piuttosto rare anche se segnalate in alcuni regioni.

Quando, dunque, conviene rivolgersi a un medico?

  • Nel caso in cui la testa della zecca o del parassita rimanga nella pelle;
  • In caso di sintomi nei giorni successivi: febbre, dolori articolari, eritema migrante (una macchia rossa in espansione);
  • Se ci si trova in una zona dove è segnalata la presenza di malattia di Lyme o altre patologie come la TBE.

Informazioni utili

In questa pagina del CDC (“Centers for Disease Control and Prevention”) trovate altre informazioni approfondite sulla prevenzione e sul trattamento dei morsi e delle punture di zecche.

 

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