Lunigiana tra fede e natura: da Vinca a Equi Terme

20 maggio 2019 - 14:15

Le Alpi Apuane costituiscono un patrimonio per la nostra penisola, una ricchezza fatta di natura, arte e storia. Un paesaggio alpino a pochi chilometri dalle spiagge che offre ampie possibilità per tutti coloro che amano le attività outdoor.

LUNIGIANA DELLA FEDE E DEL POTERE

Questo lembo di Toscana era un punto di passaggio fondamentale per chi commerciava e per chi pregava. È così che la via Francigena ha fortemente caratterizzato il territorio sia dal punto di vista naturalistico, sia architettonico.

I passi del Lagastrello, la Cisa, il Cerreto e il Brattello sono punteggiati da manieri ed edifici di culto, tracce indelebili di un passato legato a due elementi fondamentali dell’epoca medioevale: il potere temporale e quello spirituale. Nella provincia di Massa Carrara, diverse famiglie importanti si sono alternate nell’esercizio del potere; tra le più importanti i Cibo e i Malaspina i quali hanno edificato palazzi e castelli che dominano i centri storici e i punti strategici delle vallate.

Tra gli esempi migliori abbiamo il castello di Villa Tresana, il castello del Piagnaro di Pontremoli, il castello di Fosdinovo, Verrucola, e la torre di Malgrate, una delle più alte ed eleganti della Lunigiana. Il passo del Lagastrello era invece controllato dal castello di Bastia. Per chi volesse fare un tuffo nel passato, consigliamo una visita al maniero di Castiglione del Terziere dove sono conservati ricordi autentici di storia fiorentina e lunigianese.

Percorrendo l’antico sentiero della Francigena incontriamo sul nostro cammino numerosi edifici di culto: piccole oasi di riflessione immerse nel verde, come se la natura volesse proteggerle da sguardi indiscreti. La Pieve di Venelia a Monti di Licciana Nardi, l’antica chiesa di Pognana a Fivizzano, la chiesa di San Giorgio a Filattiera e la Pieve di Sorano, sono solo alcuni esempi di un’architettura sobria che si sposa a perfezione con l’ambiente circostante.

Le mura di queste dimore ci riportano alla vera essenza della Lunigiana: la pietra. Le statue stele, di cui si possono ammirare notevoli esemplari al Museo del castello del Piagnaro a Pontremoli, i capitelli delle pievi, le cinte merlate dei castelli, le modeste mura degli aggregati rurali fino agli enigmatici facion, strani volti di pietra posti sui portali delle abitazioni per tenere lontano gli spiriti malvagi, rappresentano uno degli aspetti principali della Valle della Luna.

Oltre ai pellegrini che si recavano a Roma, su questi sterrati camminava la cultura e il sapere tramandato di paese in paese grazie all’opera di stampatori e librai. La Lunigiana è anche la terra dei libri, in particolare il paese di Montereggio, Pontremoli e Fivizzano. All’ingresso del paese di Montereggio, abbarbicato su una montagna, una statua ricorda il sacrificio di coloro che si caricavano le spalle con pesanti ceste di libri per venderli in ogni parte della Toscana e non solo.

L’ITINERARIO: DA VINCA AL SOLCO DI EQUI TERME

Le creste aguzze e innevate del Garnerone e la cima “più formosa” del Monte Sagro dominano la bella vallata in cui, a mo di vedetta, è arroccato il piccolo e caratteristico borgo di Vinca. Prendendo la strada asfaltata verso Equi cominciamo la nostra discesa. Prima di uscire dal borgo, se sarete fortunati, potrete conoscere anche il vecchio Eliseo che con sapienza e maestria lavora il legno nella sua casa-officina. Il sentiero numero 39, si imbocca subito dopo il cimitero al di fuori del paese conducendo dopo un breve tratto ad una chiesetta. Dalla piccola terrazza situata di fronte alla cappella lo sguardo può spaziare su tutta la valle e sugli imponenti balzoni del monte Sagro. Il paesaggio è tipicamente alpestre e le coste delle montagne sono tutte terrazzate, segno di una importante attività agro-pastorale oramai quasi dimenticata.

Dopo mezz’ora di cammino incontriamo i resti della casa San Giorgio, da cui parte un sentiero che conduce all’eremo Maestà di Vinca posto sul fianco di un canale roccioso. Ritornati sul sentiero si prosegue in discesa lungo una mulattiera sino ad incontrare ciò che rimane del Castelluccio, un’antica fortificazione che dominava la vallata e di cui si conservano, soffocate dalla vegetazione, un torrione e le mura. Lasciati i ruderi e continuando per circa mezz’ora giungiamo a quota 340 metri al borgo di Aiola, formato da case che portano ancora inciso sul portale l’anno della loro costruzione. Visitato il paese, in cui nel 1686 i Medici tentarono di aprire una miniera di rame, si prosegue lungo la mulattiera che attraversando un bel castagneto conduce al conosciuto paese di Equi Terme.

Oltre il paese imboccando il sentiero numero 192 ci addentriamo nella suggestiva gola chiamata Solco di Equi e segnata dallo scorrere del fiume Lucido. Il solco termina sotto la maestosa e verticale parete Nord del Pizzo d’Uccello. La bellezza e la forza di questa muraglia di roccia lascia senza parole.

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