Monte Amiata con le ciaspole: l’anello di Prato delle Macinaie

15 febbraio 2021 - 2:12

Amiata, il monte vulcano

Gettyimages / Elisa Bistocchi / EyeEm

Il Monte Amiata – l’antico vulcano spento – contrasta con il paesaggio tipico delle vicine crete senesi ed è l’unica vera montagna nel sud dellaToscana.

A un passo da importanti città d’arte – Siena, Arezzo, Orvieto, Perugia – il monte ha da sempre segnato la vita e l’ecosistema dei territori circostanti.

Bagno Vignoni, Gettyimages/Alessandro Ciolini

Le pendici del monte-vulcano sono ricche di piccoli borghi che custodiscono antiche tradizioni enogastronomiche e che raccontano con i loro monumenti storie di civiltà millenaria.

Le sorgenti termali Bagni San Filippo, Bagno Vignoni, San Casciano dei Bagni ci ricordano la natura vulcanica della montagna.

Con l’arrivo dell’inverno, l’Amiata diventa un piccolo paradiso silenzioso, sia per gli appassionati di sci di fondo che per chi ama camminare sulla neve con le ciaspole.

L’anello di Prato delle Macinaie

Seppure si tratta di un percorso abbastanza breve, l’anello del Prato delle Macinaie è tra i più noti agli appassionati di escursionismo invernale.

Consente di esplorare tutti i versanti del Monte Amiata, immergendosi nelle faggete che d’inverno si coprono del magico colore della neve.

Non è raro imbattersi nelle tracce di animali del bosco: cervi, daini e caprioli, oppure, se si è particolarmente fortunati, addirittura scorgerli.

Attenzione al dislivello totale in salita, circa 400 metri: sulle ciaspole non è pochissimo ed è meglio quindi avere un buon stato di forma.

Ricordate che sulle racchette da neve si procede molto più lentamente che sugli scarponi.

 

L’itinerario ad anello

Gettyimages / Beatrice Mancini / EyeEm

 

Si parte da Prato delle Macinaie tenendosi a distanza, sulla sinistra, dalla pista che scende dalla vetta, quel tanto che basta per non sentire gli schiamazzi degli sciatori.

Si sale tra i faggi e le enormi pietre arrotondate ricoperte di neve: a parte le tracce di qualche animale o di pochi fuoripista non si incontra nessuno.

Giunti alla grande croce di vetta dell’Amiata nelle giornate limpide lo sguardo spazia fino al Gran Sasso, a sud, e fino ai monti della Sardegna e della Corsica a ovest.

Se non c’è troppa neve si può fare una breve deviazione per arrivare alle rocce poste a ovest della croce, dove il panorama è ancora più aperto.

Per scendere ci mettiamo ancora sul lato sinistro di una pista, quella che porta al Prato della Contessa.

Poco più in basso della vetta incontriamo le tracce di un sentiero con una vecchia staccionata in legno: questa è la via che venne usata per portare i pezzi della croce in vetta.

Arrivati a Prato della Contessa deviamo a destra tenendosi a monte della strada asfaltata che riporta al Prato delle Macinaie, dove completiamo il nostro anello.