Le incisioni rupestri del Roccerè, risalenti all’Età del Ferro, sono la testimonianza più antica dell’epopea umana nel Saluzzese. I secoli a seguire hanno riservatoa queste valli altre eccellenze.
Alcune si perdono nella leggenda, come la storia di Griselda, pastorella divenuta principessa, ripresa da Boccaccio nella X Novella del Decameron. Altre lasciarono segni profondi, come il Marchesato, che per cinque secoli visse tra delicati equilibri con Francia e Savoia. Nato nel 1135 con Manfredo I, che chiamò i Cistercensi a fondare l’Abbazia di Staffarda, vide signori come Tommaso III, autore del poema “Le chevalier errant”, e Ludovico II, sotto il quale il Marchesato raggiunse il culmine dello splendore.
Tra le testimonianze di quel tempo restano gli affreschi della sala Baronale del castello della Manta (1416-1426), che raffigurano proprio vicende del poema di Tommaso III. Ugualmente suggestiva la parrocchiale di Elva (val Maira), che custodisce gli affreschi di Hans Clemer: dipinti tra il ‘400 e il ‘500, raffigurano storie della Vergine e del bambin Gesù (pareti) e della Crocefissione (abside).
Anche Saluzzo conserva tesori di quegli anni, come la Casa Cavassa. Da ricordare infine la Repubblica degli Escartons, una straordinaria esperienza democratica che interessò le alte valli Varaita, Susa e Chisone, il Queyras e Briançon: ogni comunità eleggeva rappresentanti all’Assemblée de l’Escarton ed ogni Escarton inviava delegati all’Escarton General. La repubblica durò dal 1343 al 1713, quando il Trattato di Utrecht la divise tra Francia e Piemonte.
AREE PROTETTE INTRISE DI ATMOSFERE MAGICHE
Aspetto comune delle aree protette delle valli saluzzesi è proprio la leggenda, l’atmosfera da “Signore degli Anelli”. Abbondanti licheni rendono inquietante il bosco dell’Alevè (Val Varaita), un rarissimo caso di bosco puro di cembro, con esemplari secolari. Gli insoliti “ciciu ‘d pera” di Villar S.Costanzo, grossi massi in punta a torrioni di detriti, forme generate dall’erosione pluviale, sembrano guerrieri pronti a scagliarsi contro Sauron. La principessa degli Elfi pare uscire dalle nebbie che avvolgono le sorgenti del grande fiume, all’ombra del Re di Pietra.
L’ITINERARIO: VAL VARAITA, IL MONTE ROCCERÈ
L’escursione raggiunge la zona di Roccias Fenestre, straordinario sito che raccoglie migliaia di incisioni coppelliformi risalenti all’età del Ferro; il luogo, descritto per la prima volta da R. Baldi nel 1991, è poco conosciuto e meriterebbe una valorizzazione come parco archeologico.
Dal Colle della Ciabra si risale la dorsale nord-ovest del Roccerè, seguendo un sentiero evidente ma non segnato, fino alla croce di vetta. Dal punto culminante si scende con percorso libero lungo il versante che si affaccia sulla bassa Valle Maira, in pieno sole; perdendo 20-30 metri di quota si raggiungono alcune rocce piatte che costituiscono il bordo di un precipizio. Fin dalla vetta si incontrano numerose coppelle: le rocce più basse, al limite del burrone, ospitano uno straordinario antropomorfo.