Dalla Malga Caldea, in val d’Avio, si sale lungo i numerosi tornanti della carrozzabile asfaltata, chiusa al traffico, sino al laghetto d’Avio. Si percorre la riva orografica sinistra del lago d’Avio (m 1900) e del seguente lago Benedetto (m 1929), sino alla bella e impetuosa cascata.
Il lago di Venerocolo
Si sale alla Malga Lavedole (m 2044), in un bel pianoro. Si guada il torrente e si risale la ripida e faticosa val Veneròcolo su sentiero, in parte lastricato, sino alla chiesa della Madonna dell’Adamello e, poco dopo, su sentiero pianeggiante, sino al rifugio Garibaldi, sulle rive del lago Veneròcolo, sovrastato dalla poderosa piramide della cima dell’Adamello.
Per proseguire verso il ghiacciaio si attraversa la diga e si cammina su sentiero, tra le pietraie. Si perviene ad un bivio, dove si ignora il percorso per il Passo Brizio, e si continua sul sentiero dell’Adamello, per deviare, quasi subito, verso sinistra, in zona morenica. Si punta verso l’evidentissima cima dell’Adamello, ai piedi della quale si trova il ghiacciaio (attenzione a crepacci e massi instabili).
Il geologo Boris Mosconi si muove con disinvoltura sulla morena del ghiacciaio del Veneròcolo, una zona che conosce molto bene e che sta studiando per conto del Dipartimento di Scienze della Terra “Ardito Desio” dell’Università degli Studi di Milano.
Lo scopo del progetto è quello di misurare lo spessore del ghiacciaio. Le rocce grigie della Nord dell’Adamello sovrastano di ben 900 metri la superficie della Vedretta del Veneròcolo. L’ambiente è grandioso, con la cima piramidale dell’Adamello, il bianco del ghiacciaio che si trasforma gradualmente in grigio, colore del detrito che lo ricopre, e le acque cristalline nella sua parte più bassa che danno vita ad un piccolo delta, impreziosito da fiori e sinuose forme di terriccio che originano isolotti e penisole in miniatura.
La misurazione dello spessore della Vedretta del Veneròcolo consiste nel piantare numerose paline in diverse zone lungo il ghiacciaio. Per piantare le paline è opportuno rimuovere, dove presente, lo strato di detrito che ricopre la superficie ghiacciata. Per perforare il ghiaccio e far largo alla palina, si utilizza una trivella manuale; a volte per scalfire gli strati più duri è necessario aiutarsi con un chiodo da ghiaccio.
A seconda della zona, a causa della durezza della superficie, la palina affiora dal ghiaccio in misura diversa; questo valore viene accuratamente annotato su un quaderno da campo. Tornando successivamente in loco, si noterà che la parte della palina esterna al ghiaccio è aumentata e, misurandola, si potrà annotare la conseguente diminuzione dello spessore della Vedretta del Veneròcolo.
Ovviamente le misurazioni di spessore del ghiaccio nei punti prestabiliti, annotati per vari anni, consentono lo studio della variazione dello spessore del ghiacciaio stesso. Periodicamente, alcune paline vanno rimpiazzate, in quanto il movimento del ghiacciaio e gli agenti atmosferici possono far sì che queste vadano perse.
La variazione di spessore è generalmente maggiore nel periodo estivo, quando il caldo e la mancanza della protezione della neve favoriscono lo sciogliersi del ghiaccio. In queste pagine le foto di alcuni dei momenti legati al rilevamento geologico-strutturale del ghiacciaio della Vedretta del Veneròcolo e a pagina xx la descrizione dell’itinerario.
Punti di appoggio Rifugio GaribaldiConca del Veneròcolo (m 2550), custodito, aperto dal 20 giugno al 20 settembre, 120 posti letto Tel. 0364.92534 odoardo.ravizza@libero.it
Parco Naturale Adamello BrentaVia Nazionale, 24 – 38080 Strembo (TN) Tel. 0465.806666 info@pnab.itwww.pnab.it