Il percorso scavalcava il crinale del monte Penice e toccava l’abbazia di San Colombano di Bobbio e serviva per il controllo dei possedimenti del monastero che estendeva la sua influenza dall’Oltrepò pavese fino alla Toscana.
Lungo l’itinerario, seguito normalmente dagli abati per andare a Roma, si incontravano persone e mezzi che dai possedimenti del monastero in Val Taro, Val Ceno e Toscana, andavano a tornavano da Bobbio.
Non mancavano poi i pellegrini, irlandesi e non, che nel viaggio a Roma includevano una sosta all’abbazia per visitare la tomba di San Colombano.
Il percorso, agibile ancora oggi con poche varianti, segue la direttrice di Bobbio, Boccolo dei Tassi, Monastero di Gravago, Borgo Val di Taro, Passo del Borgallo e Pontremoli.
La Via degli Abati fin dal VII secolo rappresentava il tragitto più breve per raggiungere il cuore della Cristianità, da Pavia attraverso le colline dell’Oltrepò, il Monte Penice e l’Abbazia di Bobbio, dove i pellegrini diretti a Roma potevano venerare le spoglie di San Colombano, padre del monachesimo europeo.
Paesaggi mozzafiato ed espressioni artistiche e monumentali, frutto di anni di storia e di cultura del nostro Paese, si mostrano all’escursionista lungo l’itinerario storico che prosegue verso l’Appenninico Tosco-Emiliano, Bobbio, Bardi e Borgo Val di Taro, per poi ricongiungersi alla Via Francigena presso Pontremoli.
Si cammina lungo sentieri, mulattiere e carrarecce: il paesaggio della pianura e delle prime colline caratterizza la parte iniziale dell’itinerario, da Pavia a Broni, morbide alture accompagnano l’escursionista lungo il tratto che giunge fino a Pometo-Caminata.
Infine l’itinerario sale in quota da Caminata verso il crinale del Penice, per poi scendere in Val Trebbia, a Bobbio e da lì proseguire, sempre con lunghi tratti in quota, verso Bardi e Borgo Val di Taro da dove un ultimo tratto in salita valica definitivamente la dorsale appenninica cominciando la discesa verso Pontremoli.