Anello monte Maiori

18 marzo 2020 - 9:40

 Il percorso, su strada sterrata, è a debole pendenza 2,5 % e può essere percorso anche da famiglie con bambini e da persone in carrozzina (con accompagnatore obbligatorio). Bei panorami sul Libro Aperto e sul versante modenese.

Fino a pochi secoli fa una fitta selva di abeti e faggi si estendeva sui monti dell’Abetone, tanto che tutta la zona era conosciuta con il nome di “Boscolungo”. Verso la fine del 1700, in seguito alla costruzione della strada “Ximeniana” si creò un piccolo insediamento che comprendeva una locanda, la posta, la dogana e poche abitazioni. Oggi l’Abetone (il nome sembra che derivi da un grosso abete abbattuto in prossimità del passo) è un famoso centro turistico noto soprattutto per l’attività sportiva invernale; viene considerato una delle più importanti stazioni sciistiche dell’Appennino Tosco-emiliano.

Al Passo dell’Abetone sono facilmente riconoscibili le due piramidi costruite sul confine tosco-modenese nel 1777 a ricordo della strada “Ximeniana” e della “Giardini”, opere del Granduca di Toscana Leopoldo I e del Duca di Modena Francesco III. Su ciascuna piramide si possono osservare gli stemmi degli Stati e le iscrizioni latine dedicate ai sovrani.
Dalle piramidi (m.1385) si abbandona la Statale n.12 dell’Abetone e del Brennero” e si prende la strada asfaltata a destra che sale leggermente in direzione dell’Uccelliera, dopo circa 50 metri, si devia a destra, inoltrandosi nella foresta di Boscolungo.

Si consiglia di parcheggiare l’autombile nello slargo in fondo alla strada.
Superata la sbarra metallica del Corpo Forestale, il percorso prosegue in falsopiano su strada sterrata (ghiaia sciolta) che attraverso la foresta di conifere dell’Abetone raggiunge, dopo circa due chilometri, una fontana in pietra, meta dell’itinerario. Lungo il tragitto si possono vedere (direzione NE) le vette del Libro Aperto e parte della dorsale Appenninica Pistoiese. Per il rientro, nei pressi della fontana, si prende il sentiero che sale leggermente a sinistra e raggiunge il crinale (sentiero 0-0 CAI). Il sentiero corre interamente sul crinale parallelamente alla strada forestale visibile poco più in basso nel versante toscano. Lungo il percorso si trovano a breve distanza ( circa 50 metri) i termini cilindrici in pietra che segnavano i confini tra il Granducato di Toscana e il Ducato di Modena. Su questi è scolpita la data di posa in opera (1792), la loro numerazione progressiva e la direzione della linea di confine. Un breve ma ripido tratto in discesa ricongiunge alla strada sterrata.

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