Ebro: il monte che sorveglia la Val Curone

20 maggio 2018 - 20:30

Il monte Ebro, la più alta dell’Appennino piemontese la si individua facilmente dal Novese e dall’Alto Monferato insieme al vicino monte Chiappo.

La val Curone è in una posizione di crocevia ideale tra Milano, Genova, Piacenza e Torino, a circa un’ora di strada, luogo ideale per chi voglia prendersi una giornata lontano dalla città e immerso nella natura. Un itinerario da non perdere è quello che sale al Monte Ebro…

L’Ebro è raggiungibile da Pobbio e da Malghe di Costa Rivazza di Cabella Ligure e da Salogni di Fabbrica Curone. I sentieri più frequentati partono dalle località di Capanne di Cosola (Val Borbera) e di Caldirola (Val Curone) – Foto di Pierluigi Casanova

Il sentiero inizia nello spiazzo di fronte alla Colonia provinciale (m 1100): per tutta la sua lunghezza sarà un alternarsi di zone boschive, piccole radure e prati, dove gli osservatori più attenti noteranno gli alti faggi, i maggiociondoli, i ginepri e gli aceri montani diffusi a queste altitudini; i profumati cespugli di biancospino e di rosa canina; la presenza, spontanea, di ranuncoli e orchidee.

Naturali punti di sosta saranno una sorgente tra le rocce chiamata la Fontana del Butto, dove gli escursionisti possono dissetarsi e, più avanti, il rifugio Orsi (m 1397): la struttura, che offre al suo interno circa 40 posti a sedere e una ventina di posti letto, è aperta tutti i fine settimana e sempre nei mesi estivi, ferma restando la presenza di un locale di emergenza sempre accessibile.

Lasciato il rifugio e superato un secondo fontanile, da qui il sentiero si fa nettamente in salita; dopo un piccolo stagno e ancora qualche faggeta il sentiero si apre nella distesa erbosa dei piani dell’Ebro: immensi prati, per tutta la costa, punteggiati dalle macchie colorate dei fiori: il fucsia dei fiori di cardo, il blu-violetto delle genziane e dei fiordaliso di montagna, il giallo acceso dei bottoni d’oro.

 

Dalla vetta dell’Ebro si gode di un ampio panorama sulle vicine vette del monte Giarolo, monte Chiappo, e gli altri rilievi del gruppo dell’Antola – Foto di Pierluigi Casanova

Il traguardo è ormai vicino: seguendo la segnaletica si arriva all’ultima salita, verso la vetta del monte Ebro (m 1700, la più alta dell’Appennino piemontese), resa chiaramente visibile dalla croce sulla sommità. Gli escursionisti possono ora riposarsi, e godersi la vista mozzafiato delle valli; in lontananza, le bianche, innevate Alpi e, nelle giornate più limpide, lo scintillio delle acque del Mar Ligure… ne è valsa la pena, vero?

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