Friuli Venezia Giulia: 217 km di mountain bike in Italia e Austria tra malghe e rifugi

217 km in bicicletta tra rifugi e malghe, alla scoperta delle tradizioni e del gusto della dorsale carnica, tra Friuli Venezia Giulia e Austria, immersi nella natura incontaminata.

19 agosto 2021 - 9:36

Litinerario cicloturistico MADE bike si sviluppa su 217 km con un dislivello di 1500 m e collega i fondovalle con alcuni dei comprensori malghivi più interessanti dell’area tra Italia e Austria: Sauris, Zoncolan, Pramosio, Zollner e Bischof, Stranig e Rattendorf, Egger e Dellacher, l’alpe di Ugovizza, il Lussatri e l’Altopiano di Montasio.

Date le caratteristiche dell’itinerario, si richiede una certa esperienza e allenamento, altrimenti meglio optare per la bicicletta a pedalata assistita.

Rifugi e Malghe: alla scoperta delle tradizioni della montagna friulana

Una vista indimenticabile attende il cicloamatore al Rifugio Meschnik Monte Lussari. Nei pressi del Santuario Mariano di Lussari ci si può rilassare sulla terrazza con panorama sulle montagne.

La malga Malins si trova a poca distanza dall’omonimo lago ed è stata recentemente ristrutturata mantenendo le stesse caratteristiche architettoniche di un tempo. Il paesaggio alpestre circostante offre una vista imperdibile sulle Dolomiti Pesarine.

Proseguendo a sinistra della casera, si raggiunge malga Vinadia Grande, per poi scendere in Val Pesarina.

Un piccolo gioiello di biodiversità è quello della Malga Gerona, frequentata da numerose specie di uccelli, come il codirosso spazzacamino e lo zigolo giallo, che qui trovano le condizioni ottimali per il cibo e la nidificazione.

Proseguendo, dalla casera si raggiunge malga Pieltinis e da qui all’omonimo monte (CAI n. 206).
Malga Pramosio

Malghe Pramosio, Pieltinis e Montasio: la tradizione delle casere e del formaggio

Con Malga Pramosio arriviamo nel cuore della memoria del primo conflitto mondiale, tra gallerie, trincee e postazioni.
Sul percorso CAI n. 402, che da Pramosio conduce a Malpasso, si trova la lapide dedicata a Maria Plozner Mentil, caduta durante il primo conflitto mondiale mentre riforniva i reparti della prima linea.

Presso la Malga si trova l’unica galleria mineraria di epoca medievale delle Alpi Orientali ancora integra nella sua forma originaria.

Oltre la casera, si raggiunge più in alto, a casera Pramosio Alta con il splendido laghetto Avostanis, sovrastato da una delle falesie più note e più belle del percorso.

A Malga Pieltinis incontriamo una brughiera fra le più ricche dell’intera cerchia delle Alpi Carniche. Rabarbaro alpino, codolina alpina, dente di leone e la campanula di Scheuchzer decorano la malga.

Da casera Pieltinis si possono visitare le malghe Ielma di Sopra e di Sotto e quindi portarsi in Val Pesarina (CAI n. 218).

Con Malga Montasio arriviamo al più ampio territorio destinato all’alpeggio dell’intero Friuli.

Formaggi prodotti nelle malghe – Foto Ghetty Images/Martin Steinthaler

Quest’area è ben nota per la produzione del celebre formaggio Montasio.

Dal punto di vista naturalistico si possono ammirare creste di gallo, ginestre, marmotte, cervi, camosci, caprioli e volpi.

Dai Piani del Montasio si può tornare a Sella Nevea e scendere a Tarvisio passando dal paese di Cave del Predil e l’omonimo lago.

Partendo dalla casera Pecol si può raggiungere comodamente il rifugio Giacomo Di Brazzà (CAI n. 622), splendido balcone sul gruppo del monte Canin.

 

Malghe, Alm e tradizioni su un versante e l’altro delle montagne friulane

Con Malga Cason di Lanza facciamo un salto nel tempo al 1478, quando a Plan di Lanze avvenne un sanguinoso scontro tra i turchi che tentavano di valicare il passo e le truppe della Serenissima, affiancate dalle milizie popolari carniche.

La leggenda vuole che il nome, Plan di Lanze, derivi dalle lance abbandonate sul campo dai turchi battuti. Presso la malga è possibile assistere alla lavorazione del latte e la trasformazione in prodotti caseari.

In bici tra i boschi delle Dolomiti Friulane – Foo Ghetty Images/Christoph Oberschneider / EyeEm

Inoltre una palestra di roccia attende gli aspiranti climbers. La malga offre una splendida vista sul Monte Zermula e la Creta di Aip.

Malga Lussari prende invece il nome dal Monte Santo di Lussari dove sorge un santuario cinquecentesco le cui origini risalgono al ritrovamento miracoloso dell’immagine sacra della Madonna da parte di un pastore di Camporosso.

A confermare l’essere la dorsale carnica un crocevia di popoli e culture, la chiesa è chiamata dei tre popoli, perché le genti di tutte e tre le nazionalità vanno in pellegrinaggio.

Dipinti del pittore sloveno Tone Kralj sono ospitati all’interno. La malga è collegata attraverso una cabinovia alla località di Camporosso.

Dalla malga, oltre che percorrere in discesa le vie di salita, si può attraversare la dorsale del monte Florianca per poi scendere a Tarvisio lungo i tracciati delle piste da sci del Prisnig.

 

Verso l’Austria: la Malga Pozof e lo Straniger Alm

La Malga Pozof (Marmoreana) è un esempio riuscito di recupero storico dell’architettura tradizionale.

Tra le pozze della malga sguazzano il tritone alpino e la rana temporaria.

Sotto la malga è possibile scendere lungo un pascolo alpino ricco di ortica, felci e arbusti di ontano verde, assieme a iperico, achillea, verga d’oro, barba di capra, farfaraccio bianco, bardana, margherite, salvia montana e pinguicola.

Attraverso la Sella dello Zoncolan, seguendo la viabilità sterrata sul versante Est del monte Arvenis, si possono visitare altre casere: Tamai, Agareit e Meleit.

In territorio austriaco, Straniger Alm è un piccolo paradiso per grandi e piccini.

La natura incontaminata, il silenzio e la pace sono indimenticabili.

Qui è anche possibile acquistare specialità d’alpeggio per rifocillarsi lungo il sentiero oppure da portare a casa.

Tra queste il celebre formaggio Gailtaler Almkäse, prodotto secondo un’antica ricetta.

Per i più volenterosi è anche possibile partecipare a corsi e workshop per apprendere le tecniche della produzione casearia locale.

 

_ Scopri l’itinerario di trekking tra le malghe:

_ Leggi il reportage sulle malghe del Friuli:

 

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