Stock photo of Mountain hiking trail in Montasio plateau, Sella Nevea, Italy. Popular hiking and mountaineering sight.
Una terra di confine, a breve distanza da quella Slovenia che per decenni ha significato l’accesso alla “Cortina di Ferro”.
Le montagne attorno a Sella Nevea, in Friuli Venezia Giulia, sono aspre e ruvide, lontane dal turismo di massa, immerse in un paesaggio carsico.
Lo sguardo, qui, si perde tra boschi, cascate, grotte e laghi dov’è possibile ancora godere angoli di pace che si riflettono in acque incontaminate.
Ci sono poi le vette sulla cresta di confine, a sud, che sfiorano i 2.500 metri di quota, fino alla più alta: il monte Canin, che di metri in cima ne misura ben 2587.
Dall’altra parte, verso nord rispetto a Sella Nevea, l’imponente Jôf di Montasio che arriva a 2.754 metri sul livello del mare.
Più lontano, ad una ventina di chilometri in linea d’aria, inizia l’Austria.
Foto credits: Getty Images
Quella attorno a Sella Nevea è un’area tipicamente carsica: grotte e doline, formate dall’erosione delle rocce calcaree, la fanno da padrona.
Le grotte sono spesso decorate con stalattiti e stalagmiti, creando scenari sotterranei magici e suggestivi.
Le doline, invece, sono depressioni circolari o a forma di imbuto, che si aprono nel terreno e possono raggiungere profondità impressionanti. Montagna dura e pura.
Il punto di partenza delle nostre escursioni è Sella Nevea, a un’ora e dieci di auto dal centro di Udine.
Sella Nevea deve il suo nome alle abbondantissime nevicate che questo territorio riceve ogni inverno, nonostante una modesta altitudine inferiore ai 1.200 metri.
Una caratteristica dovuta alla particolare conformazione orografica della valle su cui è posizionata, ben esposta ad ovest ai venti umidi atlantici.
Per anni questa particolare predisposizione ad abbondanti nevicati ha costituito un problema per il centro abitato.
Nel marzo 1975, dopo una serie di eccezionali precipitazioni, alcune valanghe raggiunsero il centro, danneggiando impianti ed un albergo.
Da allora, il paese verrà dichiarato a rischio valanghe fino al 2001, quando il piano di messa a sicurezza del territorio finalmente eliminerà questa infelice condizione.
Uno degli itinerari più affascinanti è quello che da Sella Nevea porta al Picco di Grubia, a 2238 metri sul livello del mare.
L’anello prevede un ampio percorso di circa 16 chilometri, con ritorno in paese via Sella Bila Pec, dove si sfiora il confine con la Slovenia, posto poco più a sud.
L’anello necessita di poco meno di cinque ore di cammino per essere completato.
La bellezza del paesaggio e la scarsa frequentazione di queste aree di confine sono la vera forza dell’escursione.
Per iniziare l’anello si parte prendendo il sentiero tracciato 645a, nella zona sud ovest di Sella Nevea, vicino alla nuova cabinovia del Canin.
Quello su cui si cammina è nominato il “Sentiero Sereno”, immerso com’è in un bosco di faggi alternato a pareti rocciose e grotte.
Salendo di quota, la vegetazione via via si dirada lasciando sempre più spazio al paesaggio roccioso carsico.
Tipici di quest’area sono i “Karren”, forma carsica rocciosa superficiale simile ad un solco nella roccia.
Il Sentiero Sereno 645a diventa poi sentiero 645 e questo ci porta fino a sella Grubia, da cui si può accedere fino al Picco.
Una sosta al vicinissimo Bivacco Elio Marussich, dedicato alla memoria di un giovanissimo alpinista, è ampiamente consigliabile prima di salire in vetta.
Per chiudere l’anello si cammina lungo il sentiero 632, che tocca Sella Bila Pec, attraverso mulattiere e percorsi scavati nella roccia.
Qui il confine sloveno è a meno di un chilometro e nell’aria si respira aria balcanica.
Un’aria di confine confermata dal rudere di una ex casermetta militare e di una galleria, a quota 2000 metri.
Dopodiché, scendendo via via di quota e tornando dentro il bosco, si punta verso nord nell’ultimo tratto di cammino, lungo il sentiero 635, che riporta a Sella Nevea.
Una variante dell’anello prevede uno sconfinamento in Slovenia. Arrivati alla Sella Billa Pec, a 2.005 metri di quota, è possibile imboccare il sentiero 636 risalendo il Piano del Prevala, puntando verso est/sud est.
Il paesaggio carsico qui viene arricchito da un piccolo ghiacciaio, uno dei più bassi di quota in tutte le Alpi, seppur molto piccolo.
Il punto più lontano nel nostro anello “allargato” sarà Piano del Prevala, nonché luogo del nostro sconfinamento sloveno nell’area che si affaccia su Bovec. Qui il paesaggio è puro Carso: pareti di rocce calcaree intramezzate dalle tipiche cavità.
Dal Piano del Prevala si rientra a Sella Nevea lungo il sentiero 636 che riporta in paese, attraverso un bosco di faggi e muschi.
Lo sconfinamento sul sentiero 636 è raccomandato per camminatori più esperti, dotati di attrezzature idonee alle mulattiere più impervie.
Il periodo estivo è quello più indicato ma servono molte precauzioni. A partire da settembre, su quest’area delle Alpi Giulie si concentrano piogge molto forti e persistenti che si protraggono fino ad ottobre.
Occorre andare prima di questa fase: la seconda parte di giugno e luglio sono i mesi migliori. Possibili escursioni sono possibili anche ad agosto, meglio se nella prima metà del mese.
Più avanti nella stagione, infatti, salgono le possibilità di avere forti temporali pomeridiani e serali. Per questo occorre la massima attenzione nel consultare i bollettini meteorologici anche in piena estate.
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