Seguendo la traccia dell’acqua si arriva al bacino del Vajont: negli anni ’60 del Novecento la più alta diga a doppia curvatura del mondo, capace di contenere ben 160 milioni di metri cubi d’acqua.
Un’opera colossale, vanto della tecnologia moderna e motivo di orgoglio nazionale, ma anche e soprattutto tragico teatro di una pagina oscura della nostra storia quando il Monte Toc franò all’interno dell’invaso causando un’onda spaventosa che cancellò la cittadina di Longarone.
Il percorso porta ad attraversare il coronamento della diga che al momento della frana del 9 settembre 1963 resse quasi interamente e solo una piccola parte (meno di un metro) ebbe dei cedimenti.
Oggi rivolgendosi presso la centrale elettrica di Nove (BL) è possibile attraversare la diga in una sorta di percorso storico che ha lo scopo di ricordare il tragico evento del secolo scorso.