The italian mountain natural reserve, with little old towns, the Barrea Lake, Camosciara, Forca d'Acero, Val Fondillo
Il Parco Nazionale d’Abruzzo rientra tra parchi nazionali più famosi a livello internazionale per via del loro patrimonio naturale.
In particolare, questo parco riveste un ruolo attivo nella salvaguardia di alcune specie selvatiche come il lupo, il camoscio d’Abruzzo e l’orso bruno marsicano.
La sua fondazione è antichissima e risale all’11 gennaio 1923. Anche per questo motivo è uno dei parchi più antichi d’Italia.
I suoi ambienti ricchissimi di vegetazione e rara bellezza attirano moltissimi visitatori in ogni stagione dell’anno, in particolare l’autunno.
Ph.: Gettyimages/omada
Il parco si sviluppa su un’area di circa 50.000 ettari proprio nel cuore dell’Appennino centrale, tuttavia, il territorio si estende anche nelle regioni del Lazio e del Molise per un totale di ben 25 comuni.
Le suggestive faggete, che contano 500 anni, sono state riconosciute Patrimonio mondiale dell’Umanità dall’Unesco.
Il suo patrimonio naturale davvero spettacolare, la conformazione del territorio, il clima e i piccoli borghi che sono sorti in questa zona fanno sì che il Parco Nazionale d’Abruzzo sia una meta ideale per chiunque voglia cimentarsi in un’escursione unica.
Con oltre 150 itinerari escursionistici che si snodano per una lunghezza complessiva superiore ai 750 km, il Parco offre una vasta rete di sentieri di diversa difficoltà che si articolano all’interno di tutto il suo territorio.
Una delle escursioni più panoramiche, in ogni caso, è senza dubbio quella che risale la Val Fondillo.
L’escursionista più preparato attraversa, con questo percorso, i vari orizzonti naturali del Parco: dal torrente di fondovalle alle colorate faggete, dai pendii erbosi ai dirupi sommitali.
Da Barrea in direzione Opi si segue il corso del Sangro, poi, ci si tiene sulla sinistra verso il centro visite della Val Fondillo dove sarà possibile parcheggiare.
Si prosegue per un primo tratto lungo la pista che risale la valle, ma la si abbandona dopo circa 20 minuti per imboccare a sinistra il segnavia F1.
Un ponticello supera il torrente attraversando radure circondate da grandi faggi. Con percorso tortuoso ha inizio finalmente la salita, dapprima nel bosco poi a svolte su terreno più aperto.
Ph.: Gettyimages/jacquesvandinteren
Rientrati nuovamente nella fitta faggeta, si giunge alla panoramica insellatura de Lo Stazzo (m 1690).
Inizia, ora, il tratto più aereo del percorso: il sentiero sale fino a 1850 metri e poi ancora lungo il crinale, sempre più sottile e roccioso, che termina alla sommità del Monte Amaro.
La vetta, data la posizione isolata, offre un panorama completo sui monti del Parco e ospita una nutrita colonia di camoscio appenninico. Il ritorno avverrà lungo il medesimo itinerario.
Se siete in cerca di altre curiosità o informazioni su dove dormire, mangiare oppure se, semplicemente, siete alla ricerca di altri percorsi da intraprendere in questo splendido parco, allora potete consultare il sito ufficiale del Parco Nazionale d’Abruzzo.
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