Abruzzo, camminata panoramica nel cuore della Maiella
Alla scoperta dello splendido Parco Nazionale della Maiella
Questo incredibile Parco situato nel cuore dell’Abruzzo è decisamente una perla naturalistica di tuttorispetto che merita una visita.
Istituito nel 1995, il Parco copre una superficie di oltre 70.000 ettari e include la montagna del Morrone e l’intero massiccio della “Montagna Madre”, con vette che superano o sfiorano i 2000 metri.
La Majella, inoltre, oltre che di natura selvaggia è straordinariamente ricca di testimonianze storiche, archeologiche ed architettoniche.
In effetti è sempre stata abitata sin dal Paleolitico – circa 800.000 anni fa – quando delle bande di cacciatori raccoglitori utilizzavano le risorse naturali della montagna per procurarsi cibo attraverso la raccolta dei prodotti spontanei e la caccia dei grandi mammiferi e materiale, come la selce da cui ricavare strumenti di vario genere.
Ricche testimonianze di questo vasto periodo sono state rinvenute nei siti della Valle Giumentina, della Grotta degli Orsi e della Grotta del Colle.
Si tratta di un luogo davvero tutto da scoprire sia per la sua rilevanza storica che naturale.
Visitare il Parco della Maiella significa, infatti, immergersi nella natura selvaggia del massiccio più singolare dell’Appennino.
La roccia calcarea di cui si compone si sgretola di tanto in tanto in misteriose grotte, numerosissime, tra le quali emerge per notorietà quella del Cavallone, nella valle dell’Aventino.
E poi non si possono non menzionare i canyon e i profondi valloni che interrompono la lunga sequenza monolitica, scavati dall’incessante azione dei fiumi come l’Orfento, il Foro o l’Orta.
Non potrete che perdervi fra i numerosi sentieri che questo territorio regala, totalmente immersi in una vegetazione ricca e diversificata, dove la macchia mediterranea lascia spazio agli incantevoli pianori d’altitudine.
Un magnifico itinerario panoramico da Roccamorice fino alla Valle Giumentina e oltre
L’itinerario ha inizio dalla piccola piazzetta accanto al Comune di Roccamorice.
Bisognerà poi seguire la strada asfaltata che conduce a Fonte Tettoni lasciando il cimitero sulla sinistra.
Dopo circa 1 Km giungerete in contrada Pagliai.
Uno specchio di fronte alla stradina che si insinua tra le case coloniche vi avvertirà della deviazione per San Bartolomeo da prendere sulla destra.
Dopo pochi metri, a sinistra, dovrete continuare in piano mentre l’asfalto lascerà il posto allo sterrato fino a incrociare un’ulteriore deviazione sulla destra che vi farà immettere in una valletta amena nella quale potrete scorgere alcuni casolari sparsi.
Sempre seguendo la carrareccia, supererete un dosso e arriverete alla fresca fonte di Santa Maria.
Dovrete quindi lasciare la carrareccia per intraprendere il sentiero che, superato un modesto fosso, sbuca sulla Piana delle Felci.
A questo punto dovrete spostarvi verso il margine del burrone e, dopo alcuni folti cespugli di ginestra, ritroverete la traccia che in quel punto rasenterà il bordo della valle.
Costeggerete le sgretolate coste del monte incontrando, spesso, delle croci in ferro che segnano la “Via Santa” battuta dai fedeli.
Con alcuni saliscendi giungerete, infine, fino al curioso accesso che fora la parete rocciosa per scendere all’eremo di San Bartolomeo ricavato a seguito di uno sgrottamento.
Dopo essere discesi al greto attraverso una delle scalinate, dovrete oltrepassare il curioso ponte naturale formato da un roccione che collega le due rive e seguire il sentiero che, con rapide svolte, vi permetterà di risalire il versante opposto.
Estremamente suggestivo è l’impatto ricevuto non appena si scorgono, quasi imprendibili allo sguardo, le forme del piccolo luogo di culto rupestre.
Perfettamente mimetizzato nell’ocra della roccia e conforme all’andamento della bancata che lo custodisce.
Emergerete quindi su una piana panoramica dove sulla sinistra potrete scorgere le forme di due capanne in pietra a secco di forma trapezoidale, le pajare.
A questo punto dovrete procedere sulla carrareccia tenendo la destra e, scendendo leggermente, arriverete in Valle Giumentina.
Giunti là dove la mulattiera si congiunge con una carrareccia vedrete delinearsi, su di un’altura, la poderosa struttura della “pajara” della Valle Giumentina.
Probabilmente la maggiore fra quelle censite su tutto il massiccio.
Dopo la suggestiva visita di questo complesso costruttivo occorrerà tornare sui propri passi seguendo la sterrata che taglia tutta la piana, piega a sinistra, entra in un valloncello e, in meno di 2 Km, approda a Decontra.
Lì potrete godere di una visuale a dir poco spettacolare sull’intera Valle dell’Orfento.
Informazioni utili
Se siete a caccia di altri itinerari all’interno dello splendido Parco Nazionale della Maiella allora potete trovare tutte le informazioni sul sito dedicato
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