Bello e possibile: il Pizzo Cefalone da Campo Imperatore
Un trekking adatto a tutti alla scoperta di uno dei paesaggi più spettacolari dell'Appennino Centrale, a oltre 2500 metri di quota.
Una vista magnifica sul gruppo del Gran Sasso al termine di un trekking appagante ma non eccessivamente complesso.
Questa volta la nostra destinazione è in Abruzzo, invetta al Pizzo Cefalone.
Parliamo di una montagna la cui sommità si trova a 2533 metri sul livello del mare.
Il “Pizzo” è la punta più alta della dorsale occidentale del Gran Sasso d’Italia.
Il Corno Grande, la vetta più alta in assoluto, è distante appena 3,8 chilometri in linea d’aria in direzione nord est.
Quello presentato è un trekking molto interessante perché permette di arrivare a una quota ragguardevole attraverso, però, un percorso adatto anche ai più piccoli.
Bella e caratteristica piramide rocciosa, il Pizzo Cefalone si trova all’altezza dell’abitato di Assergi.
Dal paese la vista verso l’alto della montagna è mozzafiato: i colori intensi, la pietra bianca e la maestosità dell’insieme rappresentano un vero invito al cammino verso la vetta.
Da dove si parte
Buona parte della poca difficoltà tecnica e altimetrica di questa spettacolare escursione la si deve al punto di partenza.
Ci troviamo, infatti, a Campo Imperatore, già a oltre 2000 metri di quota.
Una volta parcheggiata l’auto nei pressi del noto (nonché unico) albergo, ci potremo dirigere verso ovest per iniziare la salita.
La prima parte dell’escursione sale a mezza costa al di sopra della Valle Fredda, nota agli sciatori alpinisti d’inverno per essere uno delle discese migliori dell’Appennino.
Primo obiettivo del trekking sarà il Passo della Portella, posto poco sotto quota 2300 metri.
Un’area geografica che, nel corso dei secoli, ha collegato l’area di Campo Imperatore con quella Prati di Tivo, scendendo per la spettacolare Val Maone.
La posizione del passo divide geomorfologicamente la dorsale centrale da quella occidentale.
Dal posto dove abbiamo lasciato le auto è passata circa un’ora e mezza.
Affacciarsi a nord
Il passaggio nei pressi del Passo della Portella permetterà di affacciarsi sulla Val Maone che si allunga fino a Prati di Tivo.
Imboccando il sentiero verso nord, una lunga camminata di circa quattro ore ci porterebbe proprio verso quest’ultima località.
Dal Passo, la vista verso i massicci del Corno Grande e del Corno Piccolo vale da sola il viaggio.
Il nostro obiettivo, però, è un altro.
Dal passo sono chiare le indicazioni per il Pizzo Cefalone, seguendo il sentiero numero 11 in direzione ovest.
Si sale di quota senza strappi eccessivi.
Il sentiero avanza a mezzacosta, tra grandi sbalzi erbosi e scultorei speroni rocciosi.
Non sono rari gli incontri con piccoli branchi di camosci e grifoni in volo.
Vertigini? No, grazie
Nel corso di una camminata spettacolare ma tecnicamente facile, una difficoltà può essere costituita da alcuni tratti a strapiombo, specialmente verso la fine.
La discesa, ripidissima su Assergi in fondo alla valle, risulta particolarmente impattante in alcuni tratti.
Chi soffre di vertigini potrebbe sentirsi un po’ spaesato.
Negli ultimi tratti di sentiero la salita diventa particolarmente ripida ma non troppo a lungo.
Infine, ci sono alcuni tratti rocciosi (divertenti e non pericolosi) da attraversare per guadagnare la vetta.
Una volta in cima il panorama si apre in tutta la sua bellezza. Intorno, il massiccio del Gran Sasso:
il Corno Grande, il Corno Piccolo e la catena del Centenario.
Sono tante le cime riconoscibili da quella del “Cefalone”, molte delle quali oltre la quota 2500.
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