Era l’XI secolo quando l’Italia meridionale veniva conquistata dai Normanni e a Caggiano il loro arrivo fu segnato e testimoniato dal rafforzamento delle fortificazioni preesistenti e dalla costruzione di un castello.
Quel luogo aveva notevole importanza per il controllo delle vie verso la Calabria e la Puglia, le vie percorse dai pellegrini diretti in Terra Santa.
Ed è proprio lungo questo transito che sorge una mansio, (masseria fortificata) risalente al XII secolo, che i Templari eressero in contrada Sant’Agata, fuori dal centro abitato, mentre in paese amministravano l’ospizio di S. Giovanni.
La presenza di ruderi sparsi, la squadratura delle mura, ben salde in altezza e spessore, formano un rettangolo ai cui lati erano presenti torri merlate e un fossato. Un luogo suggestivo e ricco di fascino, nascosto tra arbusti e folta vegetazione quasi a volerne custodire gelosamente i resti e i segreti.
Dalla mansio, antica stazione di sosta, si risale al paese per la “Strada nella Roccia”, una gradinata scavata nella pietra che fin dall’antichità consente di raggiungere direttamente l’abitato: si tratta di una grigia via rocciosa d’epoca medioevale che serpeggia con i suoi tornanti lungo incredibili pendenze tagliate da rampe e gradoni squadrati a mano, che avanzano arrancando lungo la roccia.
Fuori dal paese, su una rupe, è possibile scorgere i ruderi della cappella di Santa Veneranda, risalente probabilmente all’XI secolo, a navata unica e con abside semicircolare, distrutta da un terremoto nel Settecento.
La cappella è raggiunta percorrendo la strada scavata nella roccia. Si conquistano i gradoni con la profonda sensazione di rivivere un mondo vissuto e mai finito. Si sente nell’aria il suono di preghiere e atti di devozione a Dio, mentre improvvisamente delle croci segnano la roccia a testimonianza del transito e della vocazione (antico passaggio che i Templari compivano tra la mansio e il paese).
Per la porta di Marvicino si entra finalmente in Caggiano, attraverso i caratteristici portoni che s’affacciano sull’antico decumano dove troviamo la chiesa di Santa Caterina e il palazzo Oliva.
Per archi in pietra, rampe, supportici con volte a crociera, ripide scale, fregi e lapidi, portali finemente decorati, si giunge alla chiesa di Santa Maria de’ Greci (del XII-XIII sec. con la leggendaria pietra del Tempio di Gerusalemme qui portata dai Templari); poi il palazzo Colonna, la chiesa madre di S. Salvatore e i bastioni turriti del Castello. Alla Porta del Lago, antico varco di levante, termina questo interessante tuffo medioevale in Caggiano.