village of atrani, in the amalfi coast, italy
Amalfi, Capri, Agerola, Atrani, Cetara sono solo alcuni dei 16 piccoli comuni che compongono la meravigliosa Costiera Amalfitana.
Quest’ultima, si sa, è un vero e proprio gioiello scaldato dal sole caratterizzato da una tradizione gastronomica senza rivali.
Si tratta di una delle zone campane più visitate al mondo che si estende da Positano a Vietri sul Mare lungo la costa tirrenica dell’Italia meridionale.
Le sue alte scogliere, le incantevoli calette e le piccole baie, le terrazze punteggiate di agrumi, viti e olivi, ma anche i negozi di alta moda e le botteghe degli artigiani la rendono una meta tra le più amate al mondo.
Ph.: Gettyimages/Marco Bottigelli
Oltre a ciò che già si conosce, tuttavia, a Furore (la “città dipinta” della Costiera), in una zona chiamata Pino, al di sopra della Chiesa di San Michele, si inalbera un sentiero davvero unico: il Sentiero di Abu Tabela.
Il nome è già abbastanza singolare e, nella sua peculiarità, sviscera storie di guerra, di temerarietà e anche di conquista.
Abu Tabela era infatti l’appellativo di Paolo Avitabile, un agerolese compianto per la sua illustre carriera nell’esercito per conto del Regno delle Due Sicilie.
Combatté dapprima al fianco del re di Napoli Gioacchino Murat poi in Oriente, in Persia, dove diventò generale delle truppe Peshawar.
Lì gli venne affidato il soprannome di Abu Tabela che, peraltro, è ancora molto diffuso in quelle zone.
Il valore singolare della storia di Abu Tabela non deriva, però, solo da questo appellativo.
Agerola, infatti, faceva parte della provincia di Salerno (“Principato di Citra”), ma quando Abu Tabela tornò in patria nel 1844 la separò da tale principato per annetterla alla provincia di Napoli rendendola cittadina montana, ovvero un comune autonomo dal territorio di Amalfi.
Da Piazza Avitabile di San Lazzaro si raggiunge contrada Tuoro da cui parte un sentiero in discesa per l’Orrido di Pino.
Lì sono ancora visibili i ruderi di antichi ricoveri rupestri, come una vecchia polveriera.
Si scende fino al centro della gola, alla testa del vallone, in una intensa cornice paesaggistica colma di verde e chiusa da cieli di roccia.
Qui, superando il Rio Penise, si apre il sentiero, il quale veglia sulle distese brulicanti di vigneti arrampicate sulla roccia.
La pista termina alle case di Pino, a picco sulla gola da cui si apre il baratro di Furore, il “paese dipinto”. Si passa poi per la Chiesa di San Giacomo sfiorando dei terrazzamenti murati.
Dalla strada che collega Agerola a Furore s’apre un ampio paesaggio.
Una lunga discesa attraversa vigneti terrazzati fino a una rupe sospesa nel vuoto (Vallone di Praia) dove il sentiero principale (dei “Nidi di Corvo”) sale a destra e raggiunge i ruderi dell’Eremo di S. Barbara.
Il sentiero attraversa terrazzamenti sistemati ad orto e, all’altezza di una biforcazione, si mantiene a destra del percorso che, in breve tempo, raggiunge Piazza San Matteo, a Bomberano di Agerola.
Se siete in cerca di ulteriori consigli sulle destinazioni, su cosa vedere e gustare, potete consultare il sito ufficiale della Costiera Amalfitana
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