I filari arrossati di Ancellotta e Spergolina decorano come ricami i pendii collinari del medio Appennino.
Evocano il famoso “oro nero”, l’Aceto Balsamico delle province di Modena e Reggio derivato unicamente da uve bianche e rosse locali.
Nato probabilmente tra le mura dei conventi e dei monasteri benedettini l’aceto balsamico qui attraversa la storia del territorio e lo incontriamo in quelle che erano le contade della famosa comitissa Matilde di Canossa.
Ph.: Gettyimages/Oldpaddo
Lo cita Donizone, biografo “ufficiale” della contessa e nativo di Marola, nei pressi di Carpineti, come di un prezioso nettare donato dal padre Bonifacio al re di Germania, Enrico II.
A lui venne recato in una botticella d’argento su di un carro ornato e trainato dai buoi.
La storia qui è palpabile in ogni scorcio, dal Castello delle Carpineti, arroccato sulle arenarie che compongono il crinale ondulato e boscoso che dal Monte Fosola giunge sulla cima del monte Valestra alla millenaria Pieve di San Vitale, recentemente riportata al suo aspetto originario.
Se Donizone parlasse proprio dell’aceto balsamico non ci è dato di sapere ma era sicuramente un prodotto locale di inestimabile pregio da essere considerato degno dono tra nobili.
E ancora oggi l’invecchiamento del ”mosto cotto” detto anche saba o sapa avviene dentro botti di legno pregiato ordinate nelle batterie e conservate come cimelio di famiglia nelle vecchie soffitte.
E non può che suscitare nel visitatore il fascino evocativo della storia legata alla contessa.
Dal paese di Carpineti si imbocca il tratto di Sentiero Matildico (SM) che inoltrandosi subito nei boschi che ricoprono i versanti settentrionali del crinale sale con decisione su antico lastricato fino alle mura fortificate del Castello delle Carpinete.
Qui è possibile godersi una interessante visita guidata sulla storia del castello ed è da non perdere il maestoso panorama che si può osservare dalla cima dell’antico mastio.
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Si prosegue sul tratto di Sentiero Spallanzani (SSP) denominato Sentiero Dorato.
Il tratto iniziale ricama fedelmente tutta la dorsale arenacea sovrastante la Valle del Torrente Tresinaro a nord e il medio corso del fiume Secchia a sud.
Un vero e proprio balcone naturale su tutto il crinale tosco emiliano dal Monte Cusna al Monte Cimone.
Il percorso risulta interessante dal punto di vista naturalistico per la ricchezza di specie erbacee aromatiche e per la geologia particolare dei cosiddetti “mammelloni” di arenaria.
Rientrando nel bosco, ora composto da una vegetazione mista di carpini e castagni.
Si sale sulla cima del Monte San Vitale e si ridiscende fino all’ampia conca verdeggiante.
Qui ha sede la pieve romanica considerata luogo di grande spiritualità religiosa da Matilde stessa.
A fianco della pieve l’Ostello omonimo offre merende e pranzi indimenticabili.
Ph.: Gettyimages/tenzinsherab
Tagliatelle di castagne, tortelli verdi, gnocco fritto e tigelle, tutti rigorosamente di farina integrale a km zero sono da provare.
Si scende lungo la carreggiata ghiaiosa.
Intercettiamo il Sentiero Spallanzani segnato in azzurro che immerso in un bosco lussureggiante e ombroso si ricollega al sentiero dorato della dorsale .
Il ritorno ripercorre i passi che dal Castello riconducono all’abitato di Carpineti.
Difficoltà: Media Dislivello: 326 metri in salita e 326 metri in discesa Tempo di percorrenza: circa 4 ore Cartografia: Carta escursionistica “L’appennino reggiano”Geomedia ed.2012 1 :25000
Come arrivare A1 / A22, uscita Reggio Emilia, SS 36 direzione Castelnuovo Monti-Passo del Cerreto, dopo la 5° galleria direzione Carpineti-Scandiano – strada Cigarello; SP 63 fino al centro del paese.
Punti appoggio con rifornimento acqua: Piazza della Repubblica, Carpineti; Centro visite Castello delle Carpinete; Ostello della Pieve di San Vitale.
Il sito ufficiale della Pieve di San Vitale, ricco di informazioni e suggerimenti
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